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Coronavirus
Covid, Australia blocca vaccino. Falsi positivi all'HIV. Ecco davvero perché

Alcuni giorni fa è stato reso noto che in Australia diversi partecipanti agli studi in fase iniziale per lo sviluppo di un vaccino COVID-19 sono risultati falsi positivi al test HIV. Il vaccino era sviluppato dall'Università del Queensland e dalla società biotech CSL. In seguito alle risultanze e allo scalpore della notizia il primo ministro australiano Scott Morrison ha spiegato ai giornalisti che il vaccino “non farà più parte del piano vaccinale del Paese”.

Il CSL ha affermato che, sebbene non siano stati osservati effetti avversi gravi nello studio di Fase 1 su 216 partecipanti, gli anticorpi che si erano sviluppati interferivano con la diagnosi del HIV ed hanno portato a falsi positivi su alcuni test proprio del HIV.

La vicenda ha fatto risuonare in rete le affermazione di questa primavera del premio Nobel per la Medicina del 2008 Luc Montagnier, premiato insieme all’immunologa Françoise Barré-Sinoussi per aver scoperto il virus dell'HIV. Montagnier poneva una corrispondenza tra Coronavirus e HIV. In estrema sintesi secondo lo scienziato francese qualcuno cercando di realizzare un vaccino anti HIV aveva creato l’attuale Sars-Cov-2 che per qualche motivo poi era finito in circolazione fuori dai laboratori. Montagnier sosteneva che questa fosse la prova che il Coronavirus potesse essere artificiale. Nell’analisi del genoma si erano trovate sequenze di HIV e a conferma citava una ricerca fatta da ricercatori indiani, poi annullata. Ma le critiche di buona parte del mondo scientifico avevano colpito il premio Nobel, argomentando che non vi fossero evidenze di quanto da lui sostenuto.

Ora il caso del ritiro del vaccino a Canberra risolleva il dubbio. Ma ecco rivelato l’arcano. I ricercatori australiani, per loro stessa ammissione, avrebbero incluso nel loro prototipo piccole quantità di proteina HIV come "morsetto molecolare", cioè come parte del progetto del vaccino. “Il frammento proteico non rappresentava assolutamente alcun rischio per la salute delle persone che hanno assunto il vaccino”, ha rammentato il ministro della Salute Greg Hunt.

Abbiamo allora chiesto un parere al dottor Ernesto Burgio, esperto in biologia molecolare, epigenetica e nuove biotecnologie genetiche, per capire cosa è successo: “A giudicare da quello che c’è scritto sui giornali australiani in effetti più che una reazione crociata legata al fatto che i due virus, cioè il SARS-CoV-2 e l’HIV, hanno quelle poche sequenze comuni segnalate da Montagnier, in questo caso sarebbero stati gli stessi biotecnologi australiani a utilizzare delle sequenze dell’HIV, loro dicono, come ‘clamp’ che significa letteralmente morsetto cioè probabilmente come cerniera molecolare. Se le cose stanno così si capisce perché lo abbiano ritirato: non perché ci siano rischi. Il problema è che l’interferenza nel medio lungo termine potrebbe ridurre la possibilità di fare diagnosi corretta di AIDS. E non è diciamo un problema da sottovalutare”.

In pratica è il loro vaccino a creare confusione?

Burgio: “Sì, nel senso che hanno, non si capisce perché, sottovalutato il problema. Hanno inserito sequenze di HIV che come tali non sono pericolose, ma interferendo impediscono la diagnosi di AIDS e questo nei prossimi anni poteva determinare grossi problemi”.

Gli anticorpi generati dal vaccino hanno interferito con la diagnosi di HIV e portato a falsi positivi. Se il vaccino fosse stato lanciato a livello nazionale avrebbe provocato un'ondata di falsi positivi nei test per l'HIV.

“I test di follow-up hanno confermato che non è presente alcun virus HIV, ma solo un falso positivo su alcuni test HIV. Non c'è possibilità che il vaccino provochi l'infezione”, ha precisato una nota il CSL. In pratica non ci sarebbe possibilità per i partecipanti di contrarre l’HIV. A ottobre il governo australiano aveva ordinato 51 milioni di dosi del vaccino CSL. Il vaccino era uno dei quattro candidati a contratto dal governo australiano. Sebbene si fosse dimostrato promettente contro il nuovo Coronavirus e non vi fosse alcuna possibilità di trasmissione dell'HIV, le sperimentazioni sono state abbandonate anche per timore che potesse minare la fiducia del pubblico nelle vaccinazioni, ha spiegato il segretario del Dipartimento della Salute Brendan Murphy. E a proposito del vaccino contro il Coronavirus elaborato dalla Pfizer e da BioNTech, il primo ministro Morrison ha dichiarato che non sarà disponibile in Australia fino a quando i funzionari sanitari nazionali non saranno sicuri al cento per cento che sia sicuro.

 

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