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Coronavirus
"Covid uscito da laboratorio? Plausibile, comportamento della Cina sospetto"

Asher ha sottolineato che "a partire dal 22 o dal 23 gennaio, del caso di Wuhan si è fatto carico l'esercito popolare cinese. La persona scelta per coordinare le operazioni è il generale di divisione Chen Wei, specialista in armi biologiche" e ciò dimostrerebbe che l'Istituto di Wuhan "aveva legami con la ricerca militare cinese". Secondo Asher, infine, "il popolo cinese non ha responsabilità, ma Xi Jinping e i suoi accoliti sì. Credo che sia anche necessario imporre sanzioni alla Cina e mettere in atto un controllo internazionale molto più severo sulla ricerca virologica".

Covid, Silvestri: "Ipotesi virus scappato da laboratorio credibile"

Ad avvalore l'ipotesi che il virus del Covid-19 sia fuoriuscito dal laboratorio di virologia di Wuhan era stato anche, pochi giorni fa, l'immunologo e virologo Guido Silvestri, docente alla Emory University di Atlanta, durante la trasmissione Mezz'ora in più. La teoria è "assolutamente credibile" ed "è importante cercare di acquisire quanti più dati possibili e capire cosa è successo", aveva detto.

"Non ci sono evidenze oggettive né che il virus sia arrivato naturalmente né abbiamo evidenze che sia stata una 'perdita' dal laboratorio di Wuhan". Tuttavia, "se si fa un'analisi serrata della sequenza del virus, c'è una zona di dodici nucleotidi della proteina spike che è particolarmente strana da spiegare con un semplice passaggio da un virus all'altro".

Insomma, argomenta, "tutti hanno trovato questa sequenza di proteine che è strana da considerare attraverso una ricombinazione naturale e noi sappiamo che a Wuhan si stavano elaborando da anni varianti virali artificiali che avevano un'aumentata capacità di infettare gli umani". Questo, aggiunge, "non vuol dire che ciò è successo, però è una spiegazione che non è totalmente peregrina, bisogna tenere in mente che l'insorgenza della pandemia è avvenuta a 2,3 km di distanza dall'istituto di virologia di Wuhan. Senza fare teorie cospiratorie è importante cercare di acquisire quanti più dati possibili e capire cosa è successo".

Tra l'altro, conclude, "esistono dei registri sulle sperimentazioni nei laboratori di virologia e si può risalire agli esperimenti e alle sequenze generate in un determinato periodo".

A confermare questa tesi, arriva adesso anche quanto sostenuto dagli scienziati Steven Quay, fondatore della Atossa Therapeutics, e Richard Muller, professore emerito di fisica a Berkley ed ex scienziato senior alla Lawrence Berkeley National Laboratory sulle colonne del Wall Street Journal. Secondo loro, l’indizio più convincente lo fornisce l'impronta genetica di Sars-CoV-2, che mostrerebbe come la proteina spike del virus sia stata alterata artificialmente. In questo tipo di esperimenti, spiegano, i microbiologi possono aumentare la letalità di un virus "impiantando una sequenza speciale nel suo genoma, in una posizione privilegiata e senza lasciare traccia della manipolazione", come riporta ilsussidiario.net, permettendo al virus di iniettare più facilmente "materiale genetico nelle cellule umane".

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