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Coronavirus
Pochi morti, diagnosi e ambulatori diffusi. Covid: salviamoci come in Germania

“È la diagnostica il motivo per cui in Germania ci sono pochi decessi”, ha spiegato il virologo Christian Drosten, primo esperto tedesco del settore che nel 2002 ha avuto il merito di isolare il virus della Sars in un paziente tedesco che veniva da Honk Kong. Il “segreto” tedesco, pochi morti (10.000) a fronte di un contagio diffuso di 448.000 colpiti dal Covid, non è per niente un segreto. Drosten avrebbe messo a punto un test rapido che facilita la diagnosi e lo ha reso disponibile ai laboratori di tutto il mondo. In questo modo si isolano preventivamente i positivi e si limita la diffusione del contagio. La rete ambulatoriale diffusa sul territorio poi cura gli eventuali sintomatici impedendo una degenerazione della malattia. La popolazione a rischio è rimasta comunque isolata dal resto della popolazione.

Il 17 marzo scorso il giornale Stern ha scritto che “il Coronavirus ha reso il virologo Christian Drosten l’uomo più ricercato della Repubblica. È lui che vigila sulla crisi e ci guida senza nascondere nulla e senza drammatizzare”.

Aspetto invece preponderante nella gestione della pandemia nel Belpaese.

Una diffusione del Covid durante l’autunno e l’inverno non era inattesa. Infatti essendo il Sars-CoV2 un coronavirus si presumeva operasse come tutti gli altri virus del ceppo, cioè diffondendosi con maggiore facilità nelle stagioni fredde.

"Mi aspetto che in inverno il tasso di infezione da Sars-CoV-2 peggiori, e potenzialmente anche l’esito della malattia", aveva detto l’estate scorsa Akiko Iwasaki, immunobiologa alla Yale School of Medicine a New Haven, in Connecticut. "Man mano che fa freddo, le persone trascorrono più tempo in ambienti chiusi e questo aumenterà il rischio di esposizione al virus", aveva spiegato Nate Wardle, portavoce del Dipartimento della Salute dello Stato della Pennsylvania. Dello stesso avviso la dottoressa Rachel Lowe, della London School of Hygiene and Tropical Medicine. Anche lei questa estate aveva riferito alla BBC: "Potrebbe essere stagionale, come gli altri virus che tendono a raggiungere il picco in inverno”.

Il Covid va curato con l’organizzazione della prevenzione nel sistema sanitario, con le diagnosi anticipate, aumentando drasticamente i posti letto e con gli strumenti e i medicinali che sono risultati utili finora: gli antivirali efficaci, gli inibitori d’infiammazione, la sieroterapia e tutti gli altri strumenti di supporto.

 

Domenica mattina, l'RKI (l'Istituto Robert Koch, l'organizzazione responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive in Germania) ha segnalato 11.176 nuove infezioni in un giorno, citando i dati delle autorità sanitarie. Il giorno prima erano 14.714.

Secondo indiscrezioni del quotidiano Bild, domenica la Cancelliera Angela Merkel avrebbe annunciato ai capigruppo parlamentari della Cdu che sono attesi  “mesi molto, molto difficili! Presumo che il numero di contagi continuerà ad aumentare drasticamente”.

Ma i tassi di mortalità tedeschi restano tra i più bassi al mondo se confrontati con la diffusione nel virus.

E a differenza di Conte che in conferenza stampa domenica scorsa ha parlato di “salvare il Natale” e la striscia di consumi che quel periodo comporta Angela Merkel ha spiegato che non saranno possibili eventi pubblici di un certo rilievo almeno fino a febbraio. La Cancelliera ha fatto riferimenti a parole come “organizzazione" e "disciplina collettiva" quali strumenti collettivi per combattere la diffusione del coronavirus, spiegando anche che l'esempio del tracciamento dei contagi sullo stile Corea del Sud non funziona con i tedeschi che danno priorità alla privacy.

Addirittura il medico di terapia intensiva Stefan Kluge dell’University Medical Center Hamburg-Eppendorf ha manifestato la preoccupazione che “la seconda ondata possa essere più grande della prima", temendo anche la carenza di personale nelle strutture ospedaliere. "La situazione è molto seria" in Germania ha avvertito il presidente del Robert Koch Institute, Lothar Wieler, “aumenteranno i casi gravi e il numero delle vittime". La Germania ha inserito 11 regioni italiane fra le zone a rischio Covid: chiunque arrivi da queste aree dovrà sottoporsi al tampone o fare una quarantena di due settimane.

 

 

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