Il sindacaro Uilpa Polizia penitenziaria ha reso noto che sono 74 i positivi al Covid tra i detenuti, 112 tra gli operatori penitenziari.
Il sindacato comunica che è stata raggiunta, stamattina, in videoconferenza, un'intesa per la condivisione di un protocollo sanitario per la prevenzione e il contenimento dei rischi da contagio da Coronavirus fra il Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, Il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità e la quasi totalità delle organizzazioni sindacali rappresentative del Corpo di polizia penitenziaria.
Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, esprime "soddisfazione" per la formalizzazione del protocollo sanitario "che consentirà agli appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria, ma di conseguenza a tutta la comunità carceraria, detenuti compresi, di vivere la quotidianità in maggiore sicurezza e, soprattutto, con migliore conoscenza sia dei rischi comunque inevitabili, sia degli strumenti e degli accorgimenti utili a ridurli al minimo possibile".
Il sindacalista osserva che "il protocollo, da noi più volte richiesto e sollecitato, anche direttamente al ministro Bonafede, arriva con grande ritardo", ma "il sistema carcere, diversamente che nei mesi di marzo e aprile, quando però è andato in forte affanno tutto il Paese, sta per ora reggendo bene per quanto riguarda la diffusione del nuovo Coronavirus". I numeri attuali dei contagi, secondo De Fazio, "uniti alla circostanza molto significativa che in massima parte non vi è coincidenza fra le carceri nelle quali sono allocati i detenuti quelli in cui prestano servizio gli operatori positivi al coronavirus, sembrano indicare che il principale luogo di contagio, per fortuna, non sia all'interno delle mura di cinta: questo, tuttavia - conclude - non deve indurre ad abbassare la guardia, ma al contrario deve suggerire di non sprecare un certo vantaggio che sembra essersi fin qui ottenuto sul virus rafforzando ogni misura intrapresa, garantendo anche il costante monitoraggio dell'andamento della pandemia nel circuito carcerario e la continua veicolazione delle informazioni, non disgiunti da un confronto permanente fra Amministrazioni e organizzazioni sindacali che dovrà conseguirsi non solo a livello centrale, ma anche e soprattutto a livello periferico, dove nostro malgrado i dirigenti sono spesso.
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