Vaccino Covid, Moderna ritarda in Europa ma non in Usa. J&J a un passo dall'ok - Affaritaliani.it

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Vaccino Covid, Moderna ritarda in Europa ma non in Usa. J&J a un passo dall'ok

L'Italia punta molto sul vaccino Johnson&Johnson, mentre quello dell'americana Moderna annuncia rallentamenti nella fornitura europea ma un'accelerata negli Usa

Vaccini, Moderna ritarda in Europa ma accelera negli Stati Uniti

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha già annunciato che il via libera al commercio delle dosi J&J sarà dato appena l'Ema concederà il suo parere positivo. E proprio sulle tempistiche di approvazione dei nuovi vaccini, in particolare le modifiche per le varianti, si concentrerà la proposta che la Commissione presenterà domani.

Come già annunciato dalla commissaria all Salute, Stella Kyriakides, per i vaccini modificati per rispondere alle varianti del Covid non sarà necessario ripetere tutto il processo di revisione fatto con l'Ema. Inoltre, è attesa dalla Commissione anche una strategia per aumentare la produzione delle dosi, coinvolgendo i siti produttivi europei, tra cui alcuni presenti in Italia.    

Intanto l'Ungheria va avanti per la propria strada: dopo il vaccino russo, oggi sono arrivate 550 mila dosi prodotte dalla cinese Sinopharm. Per la somministrazione bisogna attendere l'ok dell'autorità sanitaria nazionale che manca ancora. Ma non tarderà ad arrivare. L'autorizzazione ungherese l'ha già ottenuta invece il russo Sputnik V, che secondo l'ultimo aggiornamento del Servizio federale per la tutela dei diritti dei consumatori e della salute Rospotrebnadzor, sembra essere efficace anche contro la variante inglese del Covid.    

E nella disperata corsa per i vaccini si inseriscono anche gli hacker nordcoreani che, secondo l'intelligence di Seul, hanno cercato di violare i sistemi informatici di Pfizer per raccogliere le informazioni necessarie a riprodurre il vaccino contro il coronavirus sviluppato dall'azienda Usa insieme alla tedesca BioNTech. 

L'azienda farmaceutica americana Moderna ha annunciato ritardi nella consegna del suo vaccino contro il Covid nell'Unione europea ma spinge sulla fornitura per gli Stati Uniti. La compagnia ha comunicato a Bruxelles che "a febbraio ci saranno alcuni ritardi che verranno recuperati a marzo", ha spiegato una portavoce della Commissione europea senza fornire ulteriori dettagli. L'Ue aveva stipulato con Moderna un contratto per la fornitura di 160 milioni di dosi e - secondo alcune fonti - sta attualmente trattando per averne altre 150.   

Oltreoceano però il colosso del Massachusetts ha notizie ben più positive per il Governo americano: "A oggi sono stati forniti 45,4 milioni di dosi e altri 33,2 milioni sono pronti per la spedizione". Non è tutto. La previsione è consegnare agli Usa "cento milioni entro la fine di marzo, altri cento milioni entro maggio e gli ultimi cento milioni entro luglio". Il Governo americano ha acquistato in totale dall'azienda 300 milioni di dosi.      

Secondo i Centri americani di controllo e prevenzione delle malattie finora negli Stati Uniti sono state somministrate circa 25,5 milioni di dosi del vaccino di Moderna. Tornando in Europa, Johnson&Johnson - un altro colosso americano - ha presentato all'Agenzia europea per i medicinali  (Ema) la richiesta di autorizzazione del suo vaccino Janssen.

Vaccino, in arrivo anche Johnson&Johnson: ecco come funziona

Il vaccino messo a punto da Janssen, società del gruppo Johnson&Johnson, è uno di quelli che dovrebbero arrivare a completare in Italia la copertura vaccinale contro il Covid-19, considerando anche che a differenza ad esempio di Pfizer, Moderna e AstraZeneca viene somministrato in una singola dose (e viene conservato a temperatura di frigorifero).

Una prospettiva sempre più vicina: proprio oggi l'azienda ha inoltrato all'Ema la richiesta di autorizzazione in commercio. Stando ai numeri forniti da J%J, il vaccino garantisce una copertura nei confronti dei casi meno gravi di malattia da Sars-CoV 2 del 66% mentre ne garantisce una più elevata, dell'82%, per i casi più gravi.

Quanto alle varianti, proprio nei giorni scorsi Janssen ha chiarito che il siero è stato testato massicciamente anche in Paesi con più alta diffusione, dagli Usa all'America Latina al Sudafrica, dimostrando la medesima efficacia. Il vaccino ha ultimato da pochi giorni la fase III di sperimentazione, ma era in corso già da tempo da parte dell'Ema la rolling review, ossia la procedura che permette agli enti regolatori di acquisire informazioni man mano che vengono acquisite nel corso della sperimentazione clinica. 

La tecnologia con cui è stato prodotto il vaccino è a vettore virale non replicante. In questo caso il vettore virale è costituito da un virus (Ad26), che è una versione indebolita di un comune virus del raffreddore (adenovirus), che è stato geneticamente modificato così da rendere impossibile la sua replicazione negli esseri umani.

Per farlo diventare anche “ricombinante” all’adenovirus poi è stato aggiunto il codice genetico necessario a fornire istruzioni per la produzione della proteina Spike del coronavirus, facendo in modo che, una volta iniettato nell’organismo, l’adenovirus cominci a produrre questa proteina. Ciò si traduce nella formazione di anticorpi contro la proteina Spike, la stessa che si trova sulla superficie dei coronavirus. La stessa piattaforma dei vaccini per influenza, TB, Chikungunya, Zika, MenB, peste.   

L'Italia punta molto sul siero prodotto da J&J: sono state prelazionate 53 milioni sulle oltre 223 milioni complessive, di cui 14,8 milioni attese per il secondo trimestre 2021, 32,3 nel terzo e 6,7 nel quarto.