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Costume
1 giugno, festa internazionale dei genitori: il nuovo ruolo dei papà

Il Primo Giugno è la festa mondiale dei genitori, una festa istituita dall’Onu per ricordare che i genitori sono i primi, veri ed insostituibili educatori dei bambini.

Nelle famiglie odierne si sono modificati  i compiti evolutivi ed i ruoli rispetto al passato.  A partire dalla figura del papà.

Il ruolo dei papà si è notevolmente modificato nel corso della storia. L’ultimo cambiamento è quello che riguarda il passaggio da famiglia patriarcale a famiglia nucleare e alle nuove configurazioni ancora più recenti (famiglia omoparentale, famiglia ricostituita, famiglia di fatto…).

Nella famiglia patriarcale il ruolo del papà era primariamente istituzionale: da lui dipendeva l’intera organizzazione della vita familiare, la gestione della casa e la regolazione disciplinare e della giustizia nella famiglia estesa. Nel passaggio a famiglia nucleare, caratterizzata da una coppia adulta coniugata con propri figli non ancora indipendenti,  le relazioni affettive sono più calde sia fra marito e moglie, che nei riguardi dei figli, che in verità sono sempre in numero minore.

Questa rivoluzione familiare ha portato a diverse conseguenze: minor influenza e controllo da parte della famiglia sulla scelta del coniuge, che diventa funzionale per la vita del singolo, un rapporto genitori-figli molto più stretto, con conseguente assunzione da parte esclusiva dei genitori del compito di socializzazione primaria e di accudimento (cosa che prima era effettuato dal contesto più allargato delle donne).

“In questo contesto- spiega la dottoressa Silvia Riboldi Psicologa Psicoterapeuta Vicepresidente di Salvagente, Consulente Mustela azienda leader nelle linee di prodotto per la cura e l'igiene della pelle dei neonati -  il padre condivide l’autorità e la responsabilità dei compiti educativi-genitoriali con la madre, nonostante sia ancora presente il rischio di essere poco presente in famiglia a causa degli impegni lavorativi. Il rapporto emotivo privilegiato fra i membri della famiglia nucleare, porta spesso i suoi membri a sperimentare la necessità di difenderla da una possibile invasione di soggetti esterni, che ha come risultato un maggiore isolamento del nucleo rispetto al passato”.

Il “nuovo” papà è molto più coinvolto nell’accudimento e sta molto più a contatto anche a livello corporale con i figli: non è raro che ci siano momenti di coccole ed accudimento da parte dei papà anche sui neonati. “Il maggior coinvolgimento ha come conseguenza l’allontanamento dallo stereotipo virile di padre- prosegue la dottoressa Riboldi-  e l’accettazione di sentimenti prima identificati come adeguati solo alle donne: tenerezza, commozione, senso del possesso e vicinanza con la prole. Altro cambiamento è la suddivisione delle responsabilità lavorative con la madre: nella maggior parte delle coppie attualmente entrambi i genitori sono occupati e svolgono un’attività lavorativa”.

Le figure di padre e madre sono quindi molto più simili rispetto al passato, senza che però all’uomo sia poi riconosciuto un ruolo speciale all’interno della vita familiare e con una conseguente maggior fatica nell’individuazione di compiti e caratteristiche specifiche di tale figura. Il cambiamento della figura del padre impone quindi una riflessione sulle ricadute di questa modificazione sulla famiglia e sul contesto di crescita dei bambini. Se da un lato il coinvolgimento più precoce del papà consente una maggior divisione dei compiti e la condivisione profonda di un “progetto” e di valori all’interno della coppia, dall’altro espone ad una faticosa ricerca identitaria dei genitori, ed in particolare dei padri, all’interno dell’esperienza di famiglia.

“Dal punto di vista dell’accudimento e della condivisione della responsabilità- aggiunge Silvia Riboldi-  l’avere in comune all’interno della coppia tale aspetto ha molte conseguenze: - un maggior partecipazione dei pari nella vita e nella cura dei figli, maggior presenza dei padri nella vita quotidiana dei figli con investimento nella relazione e nell’accudimento con conseguente aumento degli aspetti di protezione.

Nelle famiglie moderne si va sempre più delineando la necessità di presenza di due codici: materno e paterno. Nel primo anno di vita e in generale nella prima infanzia il ruolo preponderante è quello del codice materno che nutre, si prende cura e protegge.

Il padre moderno riesce più di prima a prendere parte anche in questo tempo ed in questi compiti, tuttavia senza che sia investito di un ruolo definito e riconosciuto dall’esterno, questo può generare delle crisi e delle fatiche nell’assunzione della nuova identità e nel mantenere quella di partner all’interno della coppia. Durante la crescita è il codice paterno che deve poi prendere spazio al fine di promuovere l’indipendenza progressiva da parte del bambino. Sempre più di frequente i codici non coincidono con il maschile e il femminile biologico, ma entrambi i genitori rivestono, con sfumature diverse, entrambi i ruoli. Anche in questo caso è stato più nettamente ridefinito per le donne (cambiamenti sociali e culturali, ridefinizione dell’identità) piuttosto che per gli uomini che si ritrovano a doversi reinventare l’identità di padre più a livello individuale che per un cambiamento sociale riconosciuto.

Una delle fatiche può essere quella di porsi più come amici dei propri figli che come figura genitoriale, che ponga argini e sia normativa, con un iniziale minor fatica nella gestione della relazione, che si traduce però, avvicinandosi all’adolescenza, in una mancanza di figure di riferimento e di modello con cui scontrarsi e confrontarsi nell’importante compito di creazione di un’identità individuale.

“La nuova famiglia-conclude la dottoressa Riboldi- deve quindi confrontarsi con alcuni compiti:

MANTENERE LA COESIONE: decidere regole e strategie educative insieme; parlarsi, condividere ed essere uniti o almeno mostrarsi tali. È fondamentale che le madri consentano ai papà di avere un ruolo in tal senso, consentendogli di conoscere il bambino e sperimentarsi nel nuovo ruolo.

IMPOSTARE REGOLE: veicolare il messaggio che le regole sono binari entro i quali è possibile muoversi e non solo impedimenti. Soprattutto durante la preadolescenza e l’adolescenza il coinvolgimento del padre deve essere sempre maggiore e più evidente; “ne parlo con tuo padre”/”ne parlo con tua madre” non come nel passato per minaccia ma come dimostrazione di una coesione profonda dei genitori.

CONSENTIRE LA SPERIMENTAZIONE STANDO VICINO AI PROPRI FIGLI: accompagnare il bambino nelle scoperte e nell’esplorazione delle nuove abilità, stando accanto promuovendo l’indipendenza, ma al tempo stesso supportando e garantendo aiuto nelle difficoltà".

 

 

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