Bici Bollani, dalla Brianza a Miami all'insegna del made in Italy
Bollani Biciclette è ormai una realtà avviata, nonostante sia nata meno di un anno fa, per la precisione il 29 settembre 2013. Abbiamo intervistato Enzo Bollani per saperne di più sulle biciclette che prendono il suo nome e che stanno riscuotendo grande successo negli USA e in Medio Oriente, che lui stesso disegna e che assembla, in un'officina nascosta nel verde della Brianza.
Signor Bollani, come le è venuto in mente di produrre biciclette?
Beh, è nato tutto per caso, perchè fino al mio 32esimo compleanno non ne sapevo un tubo, ma siccome m'è stato chiesto di organizzare un evento di stampo ciclistico, organizzato in meno di 15 giorni, m'è bastato poco per inciampare nel colpo di fulmine
Si riferisce alla mostra che ha organizzato presso il suo spazio espositivo, il Musée du Croco?
No, quello è successo poche settimane dopo. Tutto è iniziato a Mariano Comense, dove ho convogliato alcuni artisti restauratori, che operano sul lago di Como in modo del tutto artigianale. Ma si sa che, siccome l'appetito vien mangiando, quando si inizia non si sa dove si va a finire e quello che posso dirle è che io mi sento davvero all'inizio. Inutile dirle, dato che lo sa già e che anche in molti ne sono a conoscenza, che la mostra “Sono in fuga”, organizzata poi al Musée du Croco, sia stata un enorme successo, tant'è vero che per 20 giorni è stata tra le notizie più diffuse dai giornali, in quanto devo ammettere fosse davvero interessante
E poi cos'è successo?
E' successo che il successo ha scatenato in me l'irreferenabile voglia di mettermi a produrre biciclette a scatto fisso, simili a quelle che ho esposto, ma più complete e vendibili, senza rinunciare al valore e alla bellezza del disegno, e sottolineo la parola disegno... Vede, per esempio, la Marenero? Chi produce biciclette così? Questa è ispirata, in tutto e per tutto, al mondo automobilistico degli anni '70 ed è un mix tra le grafiche della Porsche 911 Carrera RS e le linee ardite dell'Alfa Romeo Montreal, sintetizzate su una bicicletta sportiva che, tra l'altro, è interamente italiana per quanto concerne telaio e numerosi componenti
Come mai la apprezzano molto all'estero?
Forse è presto per dire che mi apprezzino molto, ma innegabilmente stanno iniziando a conoscermi e le voci circolano a una velocità impressionante, specie negli Stati Uniti, dove concetti come l'italianità del disegno e l'anima che solo noi sappiamo imprimere non solo affascinano, ma pare streghino letteralmente quella fascia d'utenza che si interessa o che arriva alle biciclette perchè semplicemente attratte dall'allegria e dalla bellezza. Un po' come è successo a me
In Italia che tipo di riscontri ha, invece?
Il pubblico italiano è particolare e non so se definirlo esigente, ma di sicuro è ipercritico e, spesso, spara giudizi che non sono giudizi, ma puri pregiudizi. Poi, quando vedono le mie biciclette, cambiano puntualmente idea e si rimangiano la parola... Sa che esistono dei forum in cui gli invasati sparano a zero contro tutti quelli che producono biciclette e fondano marchi nuovi?
Non sono così dentro il settore, ma si spieghi meglio
Ecco, io non me ne capacito, ma la cosa ridicola è che non bersagliano soltanto me, ma anche personalità come Brumotti, che sulle due ruote è cresciuto e che, fino a prova contraria, è anche campione di Bike Trial. Non c'è da essere dentro il settore, perchè chi critica è spesso un para-nerd che si compra I pezzi e li assembla in casa, convinto di essere il massimo. Forse è quella insana invidia che, purtroppo, tocca spesso noi italiani e ci fa affossare. Se fossimo più uniti, saremmo anche consapevoli di essere forti e, forse, lavoreremmo meglio in team. Cosa che non succede quasi mai, perchè prevale l'individualismo
Però lei produce biciclette usando il suo nome e le disegna anche, quindi come mai parla di team se poi rimane lei al centro di tutto?
La mia idea iniziale era un po' diversa, nel senso che ho avuto due soci, che sono durati il battito d'ali di una farfalla in quanto si devono essere accorti che produrre biciclette non era come andare a farsi una biciclettata, ma richiedeva fatica e impegno. Quando entrano in gioco queste due parole, anche l'amicizia si sfalda e allora sono rimasto solo, ma meglio solo
Le assembla lei?
No, io non so nemmeno avvitare una lampadina, ma so scegliere le lampadine giuste e fortunatamente ho sempre molte idee, per le quali ci vorrebbe un capitale non dico immenso, ma sufficiente a vederle decollare. I fatti mi hanno sempre confermato di essere, in qualche modo, un pioniere, un anticipatore. Comunque ho formato un paio di ragazzi che, ufficialmente e a partire dal prossimo modello, assembleranno le Bollani in ogni singola parte
Le bastano soltanto due persone?
Si, perchè la mia è una produzione artigianale, in tutto e per tutto. Soltanto alcuni componenti sono di grande produzione, ma succede spesso che il cliente scelga gli optional che metto a disposizione, seguendolo e orientandolo verso la scelta migliore. Di Marenero e Miami ne ho prodotte poche, perchè una volta arrivato al numero 21, ho smesso. Tra poco partirà una seconda produzione, con alcune differenze sostanziali
Ci stava dicendo che usciranno nuovi modelli. Quando?
Entro il 2014 uscirà una bicicletta, in serie limitata, dedicata ai Mondiali del Brasile, e che casualmente si chiamerà “Mondiale”. E' mondiale, in tutti I sensi. Poi nascerà un secondo modello, più semplice e alla portata di qualche tasca in più, ma sempre esclusivo e sempre a prezzi relativamente accessibili, perchè io punto a non esagerare sotto quel profilo e la gente lo sa
Lei è anche attivo negli eventi di presentazione delle sue biciclette. Il prossimo quand'è?
“A giugno sarò a Palazzo Isimbardi, a Milano. I dettagli arriveranno in questi giorni e saranno diffusi attraverso I social e il sito ufficiale, che esce in versione integrale, con le nuove fotografie”