Costume
Bufala Fest mette in mostra a Napoli la propria filiera che supera il miliardo

Nuovo format per valorizzare l'animale che da sempre affianca l'uomo nel lavoro agricolo
Non solo la mozzarella in passerella. Ma anche il meglio della produzione casearia italiana e i prodotti di qualità della filiera bufalina. E’ con questi intenti che dal 15 al 19 settembre, sul Lungomare Caracciolo di Napoli, si terrà la terza edizione di Bufala Fest, la rassegna che mette in mostra tutto ciò che la filiera bufalina regala ai ghiottoni di tutto il mondo. Sessantaquattro stand su 2mila metri quadrati, 42 dedicati al food: latte, mozzarella, carne di bufalo, gelati, dolci, le ultime novità in campo di alta cosmesi. E soprattutto un vero e proprio omaggio al bufalo, un animale mediterraneo, forte e resistente alle malattie, con l’intento di valorizzare e difendere la quello che è considerato l’oro bianco Dop della Campania, un formaggio che registra un valore economico e gastronomico di quasi 400 milioni di euro e un giro d’affari dell’intera filiera che supera il miliardo. Non poco per il mercato industriale caseario localizzato in Campania, Basso Lazio, Capitanata in Puglia e Venafro in Molise e per un prodotto che, come rileva una recente indagine di Coldiretti/Ixé, è uno dei souvenir più ricercati dai turisti. “Sull'onda del successo delle prime due edizioni, culminate con le oltre 150 mila presenze dello scorso anno -afferma l’organizzatore della manifestazione, Antonio Rea- quest'anno Bufala Fest si pone l’obiettivo di consolidare i risultati ottenuti per la valorizzazione della filiera bufalina. Anche il format è stato rivisitato, realizzato con le più prestigiose associazioni italiane: tra le novità della terza edizione spiccano i concorsi e le attività dedicate ai professionisti ed agli amanti della cucina di qualità. Ed ancora, i menù dedicati al Bufala Fest: ciascuna azienda presente proporrà piatti esclusivi realizzati in occasione della manifestazione”. Il bufalo è un animale che da sempre affianca l’uomo nel lavoro agricolo in ambienti impari e in difficili condizioni. Anche lavorare il latte è un’arte che viene da lontano, figlia di un’antichissima tradizione. Una tradizione che si alimenta con il costante recupero della memoria. Ricordi ed esperienze tramandate dalle persone più anziane alle nuove generazioni. Per questo l’arte casearia è un vero e proprio patrimonio di saperi antichi in grado di trasformare il latte in prodotti di qualità. Il successo è nei numeri. Nel 2016 quasi una mozzarella di bufala Campana Dop su tre è finita sulle tavole all’estero, la produzione è cresciuta del 7,2% per un totale di 44,3 milioni di chili, 15mila gli addetti di cui il 34% composto da giovani e con oltre un addetto su tre donna, in crescita è anche la vendita di carne di bufala, povera di colesterolo. Un successo reso possibile grazie al lavoro di circa 1400 allevamenti impegnati quotidianamente a produrre latte nel rispetto delle regole del disciplinare di produzione.
Eduardo Cagnazzi