"Una casa alta, per alberi e per umani, a Milano"
Di Stefano Boeri
L'idea del Bosco Verticale nasce a Dubai, nell'aprile 2007, da una riflessione sulla crescita frenetica di una città nel deserto, culla del nuovo capitalismo petrolifero e finanziario. Dubai sorgeva grazie a decine di grattacieli; tutti rivestiti di vetro o di metallo; tutti riflettenti la luce solare e dunque generatori di calore nell'aria e sul suolo. Proprio in quei mesi, l'Harvard Design Magazine pubblicava una ricerca di Alejandro Zaera Polo secondo cui il 94% degli edifici alti costruiti dopo il 2000 erano rivestiti in vetro. Pelli vetrate in una città sempre più minerale.
Tornato in Italia, di fronte all'occasione di progettare di due edifici alti nel centro di Milano, ho cominciato a immaginare due torri biologiche, rivestite di foglie. Foglie di piante, di arbusti, ma soprattutto foglie di alberi. Due torri rivestite di vita.
E' nata così, condivisa con i miei partner di Boeri Studio, la scommessa del "bosco verticale": due edifici alti 120 e 80 metri capaci di portare quasi 800 alberi alti dai 3 ai 9 metri nel cielo di Milano - oltre a 4000 arbusti, 15000 tra rampicanti e piante perenni. Un esperimento di botanica e architettura che punta a ridurre i consumi energetici grazie al filtro che una pelle discontinua di foglie esercita sulla luce solare e al microclima che si crea nei balconi. Una pelle che in piccola parte contribuirà a pulire l'aria di Milano, assorbendo, oltre all'anidride carbonica, le polveri sottili prodotte dal traffico urbano.
Ma l'aspetto più radicale dell'esperimento - perché tale è - del Bosco Verticale consiste nel rapporto due/uno tra alberi e abitanti. Nell'idea di una Casa per alberi - che ospita insieme alberi e umani.
E proprio oggi che i primi abitanti cominciano a entrare negli appartamenti già abitati dalle piante, mi rendo conto che la vera questione che il Bosco Verticale pone non è quella - pur cruciale - della sostenibilità, ma piuttosto quella della biodiversità. Ospitare 21mila piante appartenenti a più di 100 diverse specie, significa, infatti, innestare l'equivalente di una foresta di 2 ettari su un fazzoletto di terreno di 1500 metri quadri, al centro di una grande città. Un ecosistema vivente e variegato che oltre alle piante ospita già numerosi nidi e richiama popolazioni di uccelli che avevano abbandonato il cielo di Milano. Un ecosistema complesso e dunque non totalmente prevedibile nei suoi sviluppi, che alcuni biologi stanno monitorando come un laboratorio vivente.
Nell'anno in cui Milano e l'Italia ospiteranno l'Expo, la sfida del bosco verticale è quella di trasformare gli spazi domestici e di vita in luoghi abitati da migliaia di specie vegetali.
Il bosco verticale è un invito ad imparare a coabitare - anche in una ambiente urbano, anche in altezza - con gli alberi, con la loro presenza e i loro ritmi di crescita; è l'invito a imparare a convivere con la loro straordinaria capacità di ospitare e rigenerare, anche nelle zone più inquinate e congestionate del mondo urbano, la ricchezze delle specie viventi.