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Costume
Felicità, un concetto in crisi. Libri e scienza in campo per salvarla

Di Virginia Perini

La felicità è in crisi. La società contemporanea potrebbe aver fatto a pezzi un concetto che ha tenuto impegnati per secoli filosofi e scrittori di tutto il mondo. E non solo: musicisti, poeti e via dicendo. Basti pensare che lo scontro concettuale tra la felicità platonica, intesa come astrazione e contemplazione del mondo ideale, e quella aristotelica che si realizza nella partecipazione del cittadino alla vita pubblica, ha posto le basi per tutta la riflessione contemporanea. Insomma, se un tempo questo “sentimento” veniva puntualmente definito da tutte le scuole di pensiero, assumendo un’importanza fondamentale fino a correnti come l’eudemonismo che facevano coincidere con la felicità il concetto stesso di bene, oggi appare quanto mai confuso e indecifrabile.

Per questo intellettuali e artisti di vario genere stanno correndo ai ripari per riportare la cultura a interrogarsi su quel file rouge che ha condotto, nel bene e nel male, la storia intera dell’umanità. Perfino il nuovo libro di Houellebecq, che con il precedente “Sottomissione” aveva scosso l’opinione pubblica, porta il titolo di “Serotonina” (La nave di Teseo). La serotonina è un neurotrasmettitore detto anche «ormone del buonumore» il cui rilascio nell’organismo, se carente o troppo lento, può provocare aggressività e depressione. Al Salone del libro di Torino (9-13 maggio 2019), tra l’altro, alcuni scienziati insieme ad Alberto Angela spiegheranno proprio la differenza tra serotonina, dopamina (ormone dell’euforia), ossitocina (amore), endorfine (benessere) e gaba, il tanto discusso ormone antistress. Tutto questo anche alla luce del nuovo studio appena arrivato dalla University of Tennessee secondo cui sorridere rende realmente più sani. Gli scienziati hanno analizzato oltre 100 studi a riguardo che hanno coinvolto oltre 11.000 persone in giro per il mondo.

Anche letteratura, filosofia e politica si stanno muovendo per riabilitare la “felicità”. «Gioia e libertà – spiega il filosofo Giulio Giorello – sono due facce della stessa medaglia. Serve tornare a capire questo. La felicità è un obiettivo da perseguire insieme agli altri, nel rispetto dell’altrui pensiero». Pensiero vicino a quello dell’avvocato e giornalista Roberto Tiberi, autore de “Il diritto alla felicità” (Novalogos): «Possibile solo se s’inserisce in un progetto pubblico». Per quanto riguarda la sfera più “intima e soggettiva”, è in libreria dal 30 aprile “Lezioni di felicità” (Einaudi) della giovane filosofa Ilaria Gaspari che guida i lettori in un insolito esperimento esistenziale volto a svelare le contraddizioni dell’essere felici mentre Serenella Baldesi in Have a Nice Day (edizioni Ensemble) racconta il suo percorso gioioso di rinuncia alla sua vita professionale e familiare in nome dell’amore per una donna.

La consulente psicologica giovanile Tania Ferro sostiene: «L’assenza di ideali, lo sgretolamento del concetto di collettività, il cambiamento del mondo del lavoro mettono in crisi il sistema di obbiettivi che serve a ogni individuo per costruirsi la propria identità e articolare un sistema di valori e desideri. Il mondo dei social, dove tutti appaiono felici, è una bufala, sintomo di una società piena di contrasti».

E proprio questo genere di riflessioni sul quotidiano, più una spiccata passione per la filosofia di tutti i tempi, hanno spinto lo scrittore e sceneggiatore milanese Federico Baccomo autore di Studio illegale (Marsilio) e Woody (Giunti) a dare alle stampe “Ma tu sei felice?” (Solferino) nelle cui pagine sviscera il concetto attraverso un dialogo tra due amici che discutono di problemi quotidiani.

Che cosa l’ha spinto a scrivere un libro su un tema così importante e filosofico?

«La felicità è il tema letterario per eccellenza: ogni personaggio la cerca, la desidera, lotta per ottenerla. Si può parlarne seriamente oppure riderne. In questo libro ho provato a dedicarmi alla risata che accompagna la disperazione di questa nostra battaglia quotidiana».

Che cos’è la felicità oggi? Uguale a ieri o nella contemporaneità sta subendo cambiamenti?

«La felicità è la più sfuggente delle emozioni. Ci sono attimi felici che sembrano svanire nel momento stesso in cui realizziamo che c’erano: un po’ come quelle immagini che riusciamo a vedere solo quando manteniamo sfocata la vista, poi, appena cerchiamo di inquadrarle, spariscono. Ecco, la felicità sfugge non solo alla nostra presa, ma anche ai nostri tentativi di definizione: è ciò che di più personale ci sia».

Selfie che ci ritraggono sempre felici, social come vetrine dei momenti più belli... che riflessioni ti genera l’ostentazione contemporanea della felicità?

«Oggi, si pensa che la felicità sia il modo migliore di presentarsi al mondo. Ed è vero che è bello vedere sorrisi, gioie, soddisfazioni, però è anche vero che non si può vivere in un eterno cheeeeeese, suona come una dannazione. Ci sono attimi di solitudine, di tristezza, di resa, di disperazione che vale la pena tenersi preziosi, e volte ci descrivono meglio di qualsiasi trionfo, reale o posato che sia».

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