"Rosa è meglio. Con il mio festival metto in risalto le eccellenze femminili"
Intervista a Consuelo Barilari, direttrice del “Festival dell’eccellenza al Femminile” di Genova
Di Oriana Maerini
“Oggi viviamo in assoluto il momento peggiore per la cultura, per l’approfondimento delle idee. Siamo tornati indietro di decenni. Per questo il sottotesto del festival quest’anno è: chi ha paura della cultura?” Così chiosa Consuelo Barilari spiegando ad Affaritaliani il suo impegno come fondatrice e direttrice del Festival dell’eccellenza al Femminile, giunto alla XIV edizione, che si svolge a Genova dal 17 al 25 novembre. La kermesse multidisciplinare è organizzata da Schegge di Mediterraneo e quest’anno si intitola "La grande bellezza. Per raccontare Il femminile nella bellezza del patrimonio europeo". E ci sarà un focus particolare sugli sviluppi del movimento #MeToo a un anno dalla sua nascita.
“Attraverseremo storia e presente per parlare del futuro delle donne nel mondo della cultura e dell’arte contemporanea.” - continua Barilari. - “Nelle più belle location storiche della città, personaggi dal mondo del giornalismo, dell'arte, del cinema e del teatro incontreranno il pubblico sul tema nel corso di spettacoli, dibattiti, laboratori, mostre e open party.” Durante la manifestazione saranno assegnati il Premio Ipazia alla nuova drammaturgia e all'Eccellenza Femminile 2018 e il Premio "Lady Truck" Raimondo Sirotti dedicato all'imprenditoria femminile.
Attrice, regista, produttrice di spettacoli teatrali e progetti culturali. Consuelo è una “pasionaria”, da sempre impegnata a favore dei diritti delle donne e della valorizzazione della figura femminile. Nel 2004 ha creato questo evento unico nel panorama culturale di genere in Italia che ha premiato oltre 1200 personalità di tutto il mondo fra cui: Carla Fracci, Elisabetta Pozzi, Lina Ben Mhenni, blogger tunisina candidata al Nobel per la Pace; Asma Maafoz, blogger egiziana candidata al Nobel per la Pace; Maria Aronis, medico chirurgo, Maria Luisa Spaziani, poetessa, Eva Canterella, grecista italiana; Margarethe Von Trotta, Emma Dante, Kasia Likus, imprenditrice; Kaltum Kennoun, magistrato; Valentina Cortese, Emma Bonino, Liliana Cavani, Orlan.
Com’è nata l’idea del festival per celebrare le donne eccellenti?
Da uno spettacolo teatrale “Matilde di Canossa – La legge Il cuore La fede”, e dalla necessità di parlare di donne in quanto in quel momento non c’era un ritorno dei temi del femminismo che ha preso corpo nel 2013. Sentivo l’esigenza di proporre il tema del rapporto fra donne e il potere, la loro capacità di lavorare per la pace. Così insieme altre donne genovesi ho lavorato al fine di celebrazione di figure storiche femminile eroiche ma poco conosciute. Abbiamo scelto Matilde di Canossa, una donna incredibile che è riuscita a far dialogare il potere della Chiesa con il potere dello Stato. Un simbolo di tutte quelle donne che si sacrificano e grazie al loro sacrificio entrano nella storia. Dall’esperienza dello spettacolo è scaturita la consapevolezza che parlando di Matilde raccontavamo la storia di tante donne contemporanee che le erano somiglianti per l’uno o per l’altro aspetto. Così è nato il Festival dell’Eccellenza Femminile, che esiste da quattordici anni e accendere i riflettori su Genova e sulle donne eccellenti che vengono qui da tutto il mondo. L’intento è di contribuire ad abbattere le barriere di genere che ostacolano la valorizzazione delle capacità, delle professionalità e dei meriti delle donne.
Qual è la novità di questa edizione?
Da una collaborazione con la Treccani che quest’anno ci ha chiesto, per la prima volta, di intraprendere insieme uno studio su una figura femminile di riferimento. Abbiamo scelto la Maria Vergine che è la regina di Genova. Infatti nel 1637 il Doge incoronò nella cattedrale di S. Lorenzo la statua della vergine con i simboli del Potere (corona, scettro e croce degli Zaccaria) creando una monarchia per preservare antichi privilegi che, con il rafforzarsi delle monarchie dell’epoca avrebbe perso. Da allora la cinta muraria della città venne dotata, presso le principali porte, di statue raffiguranti la Regina e il motto “posuerunt me custodem”. Da quest’idea abbiamo intrapreso uno studio delle donne nell’arte biblica su Santa Caterina d’Aleppo una figura storica da anni indagata anche con spettacoli teatrali.
Come sceglie le eccellenze da premiare?
Il festival ha un comitato fisso da 14 anni. Lavorare con le stesse persone è bello perché anche se a volte si litiga, ci si confronta costantemente. Il comitato stila una lista di donne eccellenti dei vari settori della società che vengono contattate. A volte la lista cambia in corso d’opera a seconda della disponibilità delle premiate. Sono fiera di aver premiato Liliana Cavani è un mito della mia infanzia o Emma Bonino che stimo molto per il suo impegno civile e politico.
Fra le decine di donne eccellenti che ha premiato. Qual è quella che l’ha più impressionata? E’ perché?
Orlan perché mi fatto paura. Lei è un’artista francese della body art particolarissima. L’anno scorso il festival ha ospitato i video del progetto di ORLAN Harlequin Coat, un’installazione multimediale creata con cellule vive che fonde arte e biotecnologia. Orlan è straordinaria perché realizza performance chirurgiche dal 1978 filmate in diretta dove si vede il sangue, come in un set cinematografico. Attraverso queste operazioni lei gioca a plasmare il suo corpo, cambiando le espressioni del volto per scandalizzare, per oltrepassare il limite, per contestare l’idea di bellezza. Una volta si è trasformata nella “Venere di Botticelli”! E’ artista di body art di fama mondiale ed hanno realizzato due film sulla sua vita.
Come accoglie il pubblico questa kermesse multidisciplinare?
Il primo anno benissimo perché era una novità assoluta; poi con la crisi è cambiato un po’ ma è rimasto sempre una festa, un luogo d’incontro e di scambio culturale dove si relazionano le donne genovesi e non solo. Il pubblico arriva numeroso da diverse regioni italiane.
Il Festival dell’eccellenza al Femminile ha avuto persino il patrocinio dell’Unesco…
Si, siamo onorati di questo importantissimo patrocino anche perché è la prima iniziativa dell’Unesco riguardante i beni immateriali dal 2010. Ma abbiamo avuto anche tre medaglie d’oro dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e tanti altri riconoscimenti e patrocini istituzionali.
La Kermesse ha anche un focus sul comitato #MeToo a un anno dalla sua nascita. Qual è la sua idea a riguardo?
Credo che sia un momento di grande crescita per le donne. Quando, qui in Italia, Asia Argento ha lanciato la provocazione con la sua boutade ho pensato che fosse geniale: la più grande rivoluzione dagli albori del femminismo, forse il movimento più forte in America dalle battaglie del primo novecento. Non voglio, che quando parlo o sorrido ad un uomo sul posto di lavoro, lui mi guardi come una donna compiacente e non come un partner lavorativo. Qui nasce lo spartiacque di rapporti di genere. Sul posto di lavoro le donne devono potersi esprimere compiutamente senza sottostare a ricatti o fraintendimenti.
Questa la XIV edizione. Quanto è difficile costruire un evento culturale così complesso?
Non è stato difficile strutturarlo ma è stato difficile tenerlo in piedi per tutti questi anni. Mi ha aiutato l’entusiasmo delle donne. Non è vero che le donne sono nemiche o rivali fra loro. Questo è un cliché da sfatare che danneggia i diritti delle donne,
Come regista e produttrice di spettacoli a cosa sta lavorando?
Recentemente ho curato la regia e le immagini dello spettacolo “NAPULE È... MILIONARIA” con Mariangela D’Abbraccio per la compagnia Schegge di Mediterraneo. E’ uno show musicale che mixa concerto e prosa per omaggiare due grandi artisti come Pino Daniele ed Eduardo de Filippo.
Qual è la ragione del successo del FEF?
Aver messo al centro la figura femminile al centro. Ogni anno lavoro con 100 donne ed ho avuto sempre un bel rapporto di stima con tutte: dalle star alle sante.
Come vede oggi la condizione della donna?
Avevo solo 14 anni quando ho partecipato al primo collettivo femminista per lottare a favore dei diritti delle donne, poi ho continuato la battaglia con teatro e la cultura. Oggi rischiamo di tornare indietro e perdere le conquiste raggiunte negli anni 60. In generale sono contraria alle quote rosa ma ora comincio a credere che siano necessarie per la parità di genere e per portare le donne a contare di più nelle istituzioni e nei centri di potere.
Una sfida per la prossima edizione del FEF?
Il prossimo anno devo assolutamente riuscire a premiare Vanessa Redgrave!
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