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Costume
Figli, no ai bretoni Derc'hen o Fañch. In Francia no nomi regionali. Polemica

Non sempre si può chiamare il proprio figlio come si vuole. Ci sono delle regole da rispettare nella scelta del nome. A ribadirlo è la Francia in questi giorni, ma anche in Italia negli scorsi mesi la polemica è stata accesa. E così alcuni nomi bretoni in Francia sono finiti in tribunale. Si può chiamare un bambino "Fañch" o "Derc'hen"? Nel primo caso, la Corte d'appello di Rennes deve decidere oggi. In primo grado, il 13 settembre 2017, la corte di Quimper ha risposto negativamente, citando "la volontà del nostro stato costituzionale di mantenere l'unità del paese e l'uguaglianza senza distinzione di origine". Nel caso di "Derc'hen", la giustizia aveva di nuovo inizialmente risposto in senso negativo, prima che il pubblico ministero cambiasse idea e infine lo autorizzasse. Decisioni giudiziarie che a volte variano nel tempo e si contraddicono, innescando la rabbia dei genitori interessati, ma anche quella di associazioni come "Skoazell Vreizh" ("Il sollievo bretone") che sostengono una migliore considerazione delle lingue regionali.

Non è solo questione di mantenere l'unità linguistica e rispettare l'alfabeto francese. Oltre a non poter scegliere nomi regionali, non si possono nemmeno attribuire nomi ridicoli o volgari: la giustizia punta a titelare anche l'interesse del bambino. Così in Italia lo scorso maggio fece scalpore il caso di "Blu", il cui nom era al centro di una querelle giudiziaria. Alla fine la procura della repubblica di Milano decise di rinunciare a chiedere la modifica del nome dopo aver inizialmente presentato ricorso.

Non solo. A Genova, nel 2008, la Corte di Cassazione ha rettificato il nome di un bimbo chiamato dai genitori "Venerdì", considerandolo un possibile motivo di scherno e sostituendolo con il più tradizionale Gregorio. Nel 2011 a Mantova è stata respinta la richiesta di una coppia che voleva registrare la figlia come Andrea: il tribunale ha mutato il nome in Andrée. La corte d'Appello di Brescia, l'anno successivo, ha ribaltato il giudizio. Il principio per cui il nome deve corrispondere al sesso del bebè è stato causa della bocciatura dei nomi Eris e Lior. A Tolosa i giudici hanno mutato in Jahid il nome Jihad scelto da una coppia musulmana. A Valenciennes, Nutella è stata registrata come Ella. A Madrid bocciato Lobo, che in italiano significa Lupo.

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