Hillary Clinton, ecco il suo vero programma per le donne - Affaritaliani.it

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Hillary Clinton, ecco il suo vero programma per le donne

E' la prima donna nella storia degli Usa a correre per la Casa Bianca. Ma che cosa offre davvero Hillary Clinton al gentil sesso? I TEMI

E' la prima donna nella storia degli Stati Uniti a correre per la Casa Bianca per un importante partito politico. Ma che cosa offre davvero Hillary Clinton al gentil sesso? Se si guardano i 31 temi della campagna elettorale elencati sul suo sito ufficiale, alcuni si rivolgono specificamente alle donne: violenza sessuale, diritti, salute. Oltre a dossier su questioni cruciali come aborto, contraccezione, adozione, istruzione, salari.

Parità maschio/femmina
Hillary ha sempre fatto dell'uguaglianza tra i sessi una priorità nella sua carriera, come avvocato, senatrice, segretario di Stato e moglie di Bill Clinton. Lo ha ricordato costantemente durante la campagna per le primarie. Il suo standard di riferimento in questo campo non è altro che la madre, Dorothy. "Quello che sto facendo è per tutte le Dorothy, perché quando le donne sono forti, il paese è forte", ha detto in una clip realizzata in occasione della festa della mamma. Sua madre era una donna forte. "E' stata abbandonata dai suoi genitori quando era piccola e affidata a parenti che nonavevano voglia di allevarla. All'età di 14 anni, Dorothy si rese conto che l'unico modo per garantirsi un futuro era quello di provvedere ai suoi bisogni da sola. "Un'esperienza che ha segnato profondamente Hillary Clinton, fino al punto di mettere le famiglie al centro delle sue preoccupazioni, come mostrato in questo video della campagna, dal titolo "Children" (Bambini, ndr):

Per rendere reale la parità tra uomini e donne, il candidato democratico offre un analogo accesso all'istruzione per entrambi i sessi. Poi, sul mercato del lavoro, le stesse opportunità economiche e professionali. Per fare questo, intende eliminare le differenze salariali; aumentare il salario minimo, del qualesono donne i 2/3 dei beneficiari; migliorare il congedo di maternità e parentale; rendere i servizi per l'infanzia efficaci e buoni; rafforzare la sicurezza sociale perché possa rispondere alle "nuove esigenze", soprattutto delle donne.

Garantire l'accesso alle cure
Un altro cavallo di battaglia di Hillary Clinton: la salute. Durante le primarie, l'ex first lady ha lamentato i tagli di bilancio fatti sulla pianificazione familiare, i programmi di educazione sessuale a base di astinenza e la limitazione del diritto all'aborto, proposta da suo avversario repubblicano Donald Trump.

Per garantire l'accesso alle cure per tutti, il candidato democratico propone di facilitare l'accesso alle assicurazioni sanitarie; ridurre il prezzo dei farmaci da prescrizione; garantire il diritto detto "di riproduzione" (screening sistematico del cancro, la contraccezione a prezzi accessibili, l'aborto legale - anche in pratica, fine della discriminazione contro le donne praticata da alcune compagnie di assicurazione).

Garantire la sicurezza delle donne
Negli Stati Uniti una donna su 5 viene aggredita sessualmente almeno una volta nella vita. Nell'80% dei casi l'aggressione è commessa da una persona dell'entourgae della vittima. Gli americani sono undici volte più suscettibili di uccise che le donne di altre paesi. Queste cifre allarmanti giustificano sicuramente il terzo posto in classifica tra i temi della campagna. Come fermare la violenza contro le donne? Il piano è ambizioso. Questa strategia si basa su tre pilastri: fornire un "supporto completo ai sopravvissuti" di violenza sessuale; garantire il rispetto delle procedure, sia livello penale che disciplinare; aumentare gli sforzi di prevenzione, in particolare con campagne di sensibilizzazione rivolte ai giovani.

 

Senza farne il fil rouge della sua campagna, insomma, Hillary Clinton dà un posto di rilievo alle tematiche femminili nella sua strada verso la Casa Bianca. Possiamo dire allora che è una "femminista"? In una intervista di settembre 2015 a Lena Dunham, autrice e attrice della serie "Girls" a questa domanda rispose: "Assolutamente".

E poi: "Sono ancora un po' perplessa quando una donna, indipendentemente dall'età, ma soprattutto una giovane donna, dice "Io credo nella parità di diritti, ma non sono una femminista". Una femminista - per definizione - crede nella parità di diritti. Spero che la gente non abbia paura di dirlo. Questo non significa odiare gli uomini o voler dividere il mondo. Questo non è il femminismo. Questo significa solo che noi crediamo che le donne hanno gli stessi diritti degli uomini in campo politico, culturale, sociale, economico".