Il delivery food diventa social. Pasti a domicilio per chi è in diffcoltà
'Ristorante solidale' al via a Milano, pasti caldi a domicilio
Il problema degli sprechi alimentari ha dimensioni enormi: secondo la Fao, un terzo del cibo prodotto viene sprecato. Nel nostro paese il 43% di questo spreco avviene tra le mura domestiche. Ma i ristoranti non sono da meno. Anzi l'80% sente fortemente il problema. Ecco perche' Just Eat, azienda attiva nel mercato dei servizi per ordinare pranzo e cena a domicilio, ha pensato a un progetto che li coinvolga: il Ristorante Solidale. L'iniziativa patrocinata dal Comune di Milano, nata grazie alla collaborazione tra Just Eat, Caritas Ambrosiana e Pony Zero, presentata oggi a palazzo Marino, prevede la consegna di pasti caldi a domicilio a persone in difficolta'. La partenza e' immediata: verranno distribuiti oggi i primi 38 pasti consegnati a tre comunita' milanesi di Caritas oltre a 100 pizze donate al Refettorio Ambrosiano. Per adesso la 'consegna' dei pasti avverra' una volta al mese, ma non si esclude che si possa incrementare l'offerta e allargare l'iniziativa ad altre citta', come Roma e Torino. Tutto questo sara' facilitato dalla legge 166 la cosiddetta anti-spreco, che prevede agevolazioni fiscali per chi recupera e dona cibo, per la quale si attendono i decreti attuativi. Lo ha fatto notare l'assessore alle Politiche per il Lavoro, Attivita' produttive e Commercio Cristina Tajani, ricordando anche l'attenzione di Milano per i temi dell'alimentazione, a cui sara' dedicata una intera settimana, la Food city, in programma a maggio. Al progetto di oggi si e' arrivati anche dopo aver condotto un'indagine su un campione di 500 ristoranti affilati a Just eat. "Emerge come per l'83% dei ristoranti la problematica dello spreco sia un tema importante su cui il 77% ritiene di poter contribuire attivamente - ha spiegato Daniele Contini, Country Manager di Just eat in Italia - . Significativo notare come i ristoranti buttino via il cibo, il 24% ogni giorno, il 26% piu' di una volta alla settimana e il 50% una volta alla settimana".
'Ristorante solidale' al via a Milano, pasti caldi a domicilio
Partner ideale di questo progetto non poteva non essere la Caritas ambrosiana, che questa strada l'ha gia' intrapresa e la porta avanti da anni. "Siamo ben lieti di accogliere questa iniziativa che ci consente di implementare ulteriormente la filiera per il recupero del cibo a fini di solidarieta' che abbiamo cominciato a realizzare in occasione di Expo Milano 2015. Da quell'evento abbiamo iniziato a recuperare le eccedenze - ha ricordato Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana -. E nel 2016 abbiamo recuperato 3 mila tonnellate di eccedenze alimentari". Queste vengono distribuite attraverso la rete formata dal Refettorio Ambrosiano, nato, da un'idea di Massimo Bottura e Davide Rampello, la mensa solidale dove ogni giorno mangiano 90 persone, decine di comunita' di accoglienza, e i 330 Centri di ascolto che distribuiscono anche pacchi alimentari. Le 3 comunita' di accoglienza che oggi riceveranno il 'pasto caldo' del Ristorante solidale sono "Pani e Peschi", una casa per gli adolescenti milanesi che soffrono di disagi psichici - "Casa alloggio Centro Teresa Gabrieli", casa accoglienza per pazienti affetti da HIV - "La Locomotiva", comunita' a dimensione familiare per minori. Tra i piatti che saranno serviti: pasta, riso e fagioli neri, piadine, hamburger, verdure, panini e porzioni di polenta calda. Per effettuare le effettuare le consegne entra in scena un altro partner logistico: Pony Zero. Il fondatore, Marco Actis, ha messo a disposizione di Ristorante Solidale la squadra di 30 persone che lavorano per lui in citta'. L'iniziativa Ristorante Solidale e' stata gia' positivamente accolta dai ristoranti, il 55% avrebbe infatti piacere ad aderire per contribuire a limitare gli sprechi e beneficiare delle agevolazioni previste dalla nuova normativa antispreco. Ma secondo l'indagine l'87% dichiara di non sapere dell'esistenza di agevolazioni fiscali per chi e' attivo nel limitare gli sprechi alimentari, infine il 35% degli intervistati si dichiara disponibile a ricevere maggiori informazioni sull'argomento, segno di una nuova sensibilita' alla lotta agli sprechi.