Costume
Tech, Bobos e studenti di economia. Le caratteristiche della generazione Y


High-tech, Bobos e studenti di economia. Sono queste alcune delle caratteristiche distintive dei giovani, italiani e non, nati negli anni Ottanta secondo quanto emerso da una recente ricerca realizzata dalla ricercatrice Caroline Gonfrier, 23 anni, in collaborazione con Nielsen.
La ricerca si è proposta di esplorare e identificare le peculiarità dei giovani italiani nati tra il 1980 e il 1990, la cosiddetta "Generazione Y", con particolare attenzione al tema delle aspettative nei confronti del proprio futuro, ai significati attribuiti al lavoro, alle visioni e attese nei confronti delle organizzazioni e alle esigenze in termini di orientamento e accompagnamento nel passaggio dalla formazione al lavoro.
Ammettono loro stessi "di essere meno disposti al sacrificio. Vivono la contraddizione dell'inserirsi in un mercato del lavoro caratterizzato da lavori flessibili e precari. Ma per primi sembrano fare della flessibilità una propria caratteristica essenziale. Vedono il lavoro, cioè, non come valore assoluto, ma condizionato ai propri bisogni. "Lavoro sì, a patto che si valorizzi presto e subito e che lasci loro il tempo di dedicarsi ad altri ambiti ugualmente importanti per l'espressione del sé". La chiamano anche "Generazione unisex", perché si presenta come un insieme compatto e omogeneo. Etichettati come nativi digitali, sono infatti i ragazzi nati con la tecnologia tra le mani, che hanno il 28% di probabilità in più rispetto al consumatore medio di possedere uno smartphone. 46,5 milioni di millennials americani ne ha già uno e oltre 24 milioni pianificano l'acquisto di uno smartphone nei prossimi sei mesi.
Altre caratteristiche essenziali? Sono attenti all'economia di casa, a quello che spendono e hanno un vero e proprio interesse per gli studi economici che gli permettono di vivere meglio e organizzando in maniera più razionale le proprie risorse. Sono anche attenti alla responsabilità sociale d'impresa ai temi del clima e del biologico. La moda è hipster o ispirata allo stile bohemien pur rimanendo di estrazione "borghese".
La generazione che fa tutto a letto - Dormire, amare, leggere, lavorare, mangiare. Passiamo sempre più tempo nel nostro letto, che è diventato una sorta di salotto ormai. Anticipatorio in questo senso il romanzo satirico di Sue Townsend, The Woman who Went to Bed for a Year, ovvero "La donna che ha deciso di passare un anno a letto", in cui racconta la storia di una madre di famiglia che un giorno decide di restare sdraiata a letto per 365 giorni.
Niente a che fare con la depressione, non fraintendiamo. Siamo di fronte a una nuova tendenza della nostra epoca. E' diffusa soprattutto tra le persone che oggi hanno tra i 18 e i 35 anni, la cosiddetta "generazione Y" di cui fanno parte i "nativi digitali" cresciuti con lo smartphone in una mano e il tablet nell'altro. Giovani che non hanno nemmeno più il bisogno di stare seduti davanti a un tavolo per usare il computer, insomma, perché "sono abituati fare surf nella Rete stando in posizione... orizzontale", come spiega l'esperto di fenomeni sociali Vincent Grégoire al quotidiano Le Figaro. "Amanti dello slow movement". Complice la tecnologia, ma anche le dimensioni sempre più ridotte delle case: i giovani abitano soprattutto in monolocali o bilocali, dove lo spazio per il salotto non esiste. Ed ecco che il letto, che è specchio di se stessi e della propria relazione di coppia, ha iniziato a farne le veci.
Una dimostrazione concreta di questa tendenza? Aumentano le richieste di letti sempre più grandi. Le dimensioni standard del materasso sono aumentate da 140 a 160 cm. Ma si diffone anche il formato 200x200, come aggiunge Gérard Delautre, presidente dell'associazione francese che riunisce i produttori di biancheria da letto (Association pour la literie). E non è finita: il "lettone" di lusso è il nuovo oggetto del desiderio della generazione Y, che non si accontenta solo delle maggiori dimensioni. Piace il letto di fattura artigianale oppure di design. Il letto importante, l'esatto opposto del futon che ha imperato nelle case negli ultimi decenni. Potrebbe persino tornare di moda il baldacchino, per un letto alto e importante, quasi principesco. Basta farsi un giro all'Ikea per vedere questa nuova tendenza: letti alti, multi-tasking grazie alle cassettiere, pronti a diventare il punto centrale della casa.
Uomini e donne simili nelle risposte, nei percorsi di studio, negli orientamenti. Hanno abbattuto "le tradizionali differenze di genere". Vivono nel mito della grande azienda multinazionale, tecnologicamente avanzata, che offre loro la possibilità di viaggiare, crescere professionalmente. Cambiare. Vogliono un ambiente di lavoro aperto, informale, in cui ci sia una relazione trasparente con il proprio capo e la possibilità di avere libero accesso a tutte le informazioni riguardanti l'azienda. Ma, soprattutto, a caratterizzarli è l'estrema "focalizzazione sul presente".
Concentrano i loro sforzi nel perseguimento di obiettivi a breve, brevissimo termine. Etichette quali "presentismo", "hit et nunc", "tutto e subito" sono utilizzate dagli stessi giovani per descrivere se stessi e propri sogni. Ammirano i genitori ma non sono disposti agli stessi sacrifici. Perché non sono certi di veder ripagati nel lungo periodo i sacrifici di una vita. Tutto e subito. Gli uomini sognano la libera professione, l'avvio di un'attività imprenditoriale, le donne sono più fedeli all'idea della grande azienda. Ma, comune a tutti, maschi e femmine, la difficoltà a mettere a fuoco obiettivi di lungo periodo. Senza che questo intacchi minimamente l'ottimismo. Anzi. La Generazione Y confida sulle proprie risorse e capacità. Almeno fino alla prova del nove: la prima assunzione.