Cronache
Adozioni e coppie gay, una questione di libertà
Sulla stepchild adoption, la possibilità di adozione del figlio biologico di un partner da parte dell’altro nella coppia omosessuale, si gioca lo scontro sulla legge sulle unioni civili tra il Pd, il partito del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e l’Ncd, il partito alleato di governo del ministro dell’Interno Angelino Alfano.
Sono 22 (inclusa la cattolica Irlanda) i paesi che consentono matrimoni gay, tra gli altri: Olanda, Belgio, Spagna, Norvegia, Svezia, Finlandia, Portogallo, Islanda, Danimarca, Francia, Regno Unito, Lussemburgo, Canada, Stati Uniti, Argentina, Brasile, Uruguay, Sudafrica e Nuova Zelanda. Alcuni, come la Germania, riconoscono le unioni civili. Nove paesi dell’Unione europea escludono qualsiasi tutela delle coppie omosessuali: Italia, Grecia, Cipro, Lituania, Lettonia, Polonia, Slovacchia, Bulgaria e Romania. L’adozione da parte di coppie gay è consentita nel Regno Unito, Spagna, Svezia, Belgio, Olanda, Francia. La stepchild adoption in Germania, Norvegia, Danimarca e Finlandia.
C’è una tendenza storica ad andare in questa direzione. Prima o poi anche in Italia si dovrebbe arrivare al matrimonio gay e all’adozione da parte di coppie dello stesso sesso. C’è di più oltre a ciò che si potrebbe anche definire progresso e alla giurisprudenza (la Corte europea dei diritti dell’uomo ha riconosciuto il diritto degli omosessuali a essere genitori). L’omosessualità dovrebbe essere considerata come una caratteristica “naturale e umana” di una persona, e come tale dovrebbe lasciare indifferenti. Come dovrebbe essere accolto che la capacità di educare, trasmettere affetto e senso di protezione non sono caratteristiche né femminili né maschili. Ciò che conta – ciò che considera un giudice quando decide per l’adozione - è l’individuo, con la sua apertura mentale, cultura, intelligenza, responsabilità, ricchezza, storia e in genere libertà (che finisce dove inizia quella degli altri).
Ernesto Vergani
