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Cronache
Basilicata, acqua contaminata da petrolio. Arrestato dirigente dell'Eni
petrolio

I Carabinieri del Noe, a valle delle indagini condotte della Procura di Potenza hanno eseguito un'ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di un dirigente dell'Eni considerato tra i responsabili della fuoriuscita di petrolio che, nel febbraio 2017, contamino' gravemente il reticolo idrografico della Val D'Agri, in Basilicata. Il procedimento penale, si legge in una nota, riguarda non solo alcuni dirigenti della compagnia petrolifera, ma anche pubblici ufficiali facenti parte del Ctr (Comitato Tecnico Regionale) della Basilicata, il cui compito era quello di controllare, sotto il profilo della sicurezza e dei rischi ambientali, l'attivita' estrattiva dell'Eni. In particolare sono indagate tredici persone fisiche ed una persona giuridica, l'Eni, per i reati di disastro, disastro ambientale, abuso d'ufficio, falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale. "Oggi e' una giornata importante per la regione Basilicata e per la nostra attivita' di tutela dell'ambiente. Ancora una volta dimostriamo con i fatti che chi inquina non puo' restare e non restera' impunito", ha dichiarato il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa.

BASILICATA: ENI "INTERVENUTI TEMPESTIVAMENTE, COLLABORIAMO CON PROCURA"

Eni "prende atto dei provvedimenti adottati dall'autorita' giudiziaria nell'ambito dell'indagine sullo sversamento da un serbatoio del Centro Olio di Viggiano condotta dalla Procura di Potenza e che coinvolge alcuni dipendenti Eni". Eni, si legge in una nota, ritiene "di essere intervenuta tempestivamente e di aver posto in essere tutti i migliori interventi di Messa in Sicurezza di Emergenza (MISE) con l'obiettivo di contenere, perimetrare e rimuovere la contaminazione" e conferma "la massima collaborazione con gli organi inquirenti e la fiducia nell'operato della magistratura". 

AMBIENTE, M5S: GRAVE ACQUA CONTAMINATA DA PETROLIO IN BASILICATA, COLPEVOLI PAGHINO 

"Siamo orgogliosi di poter vedere con i nostri occhi che finalmente chi inquina, paga. Oggi i Carabinieri del Noe hanno arrestato un manager e 13 persone sono indagate, a vario titolo, per disastro ambientale, abuso d’ufficio e falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale", spiega Gianluca Rospi, deputato lucano del MoVimento 5 Stelle in commissione Ambiente. "Parliamo di una maxi indagine in Basilicata, nella Val d’Angri dove nel febbraio del 2017 sarebbero stati contaminati 26mila metri quadri di suolo e sottosuolo a causa di una fuoriuscita di petrolio che contaminò il reticolo idrografico dell’intera area. Sembra che il petrolio in questione sia passato nella rete fognaria e poi nella rete idrografica circostante che fornisce acqua alla Puglia", prosegue Rospi.

"E’ agghiacciante poter solo immaginare che l’acqua per i lucani e i pugliesi sia stata per anni contaminata da tonnellate di greggio, pericoloso per la salute umana. Con il Movimento 5 Stelle al governo chi distrugge l’ambiente inizia finalmente a pagare a caro prezzo le sue azioni criminali. Seguiremo da molto vicino la vicenda, senza più sconti per chi inquina", conclude Gianluca Rospi.

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