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Cronache
Calabria, la villa del candidato M5s è parzialmente abusiva

Calabria, la villa del candidato M5s Francesco Aiello è parzialmente abusiva

La villetta del candidato in Calabria M5s Francesco Aiello, è stata dichiarata parzialmente abusiva e in parte da abbattere. La casa si trova a Carlopoli, in provincia di Catanzaro. Il Tar e il Consiglio di Stato hanno condannato Francesco Aiello e il fratello disponendo la demolizione di un piano. La villetta sarebbe stata costruita violando la quota delle cubature previste.

Calabria, Di Maio: casa abusiva Aiello? Aspetto chiarimenti

"Ho letto come voi la notizia, aspetto chiarimenti". Si limita a questa risposta il ministro degli Esteri e capo politico del M5s, Luigi Di Maio, sulla vicenda della villetta che sarebbe parzialmente abusiva del candidato del Movimento alle Regionali in Calabria, Francesco Aiello, che proprio ieri aveva sciolto la riserva, accettando la candidatura con i pentastellati. Secondo quanto riferisce 'Repubblica', una villetta di proprietà di Aiello a Carlopoli, in provincia di Catanzaro, sarebbe stata dichiarata parzialmente abusiva e in parte da abbattere. Il Tar e poi il Consiglio di Stato hanno condannato Aiello e il fratello disponendo la demolizione di un piano. La costruzione della villetta risale agli anni '80' e avrebbe violato la quota delle cubature previste. 

Calabria, Aiello: "Casa non l'ho costruita io, è sciacallaggio"

«Rispondo con serenità alle accuse di abusivismo edilizio rivoltemi il giorno successivo all’accettazione della candidatura a governatore della Calabria con il Movimento 5 Stelle». Lo afferma, in una nota, Francesco Aiello, candidato M5S alla presidenza della Regione Calabria. «Vengo additato – precisa Aiello, ordinario di Politica economica nell’Università della Calabria – per una casa che non ho realizzato io. Inoltre mi si rimprovera di non averla ancora demolita. Nello specifico non c’è alcun ordine di demolizione da parte della giustizia amministrativa (Tar e Consiglio di Stato), che ha invece stabilito che debba essere il Comune di Carlopoli a scegliere quale provvedimento applicare. Negli anni ‘80 – racconta Aiello – furono i miei genitori a costruire il fabbricato in questione, con una volumetria superiore rispetto a quanto consentito dalle norme. A distanza di quasi 40 anni e proprio quando decido di mettermi a servizio della mia gente e della mia terra, mi viene dunque attribuita una responsabilità che non ho".

Calabria, Aiello:  "Mi sono trovato mio malgrado davanti a questo problema"

"Ai tempi – continua Aiello – un vicino iniziò a produrre esposti per via della volumetria maggiorata, aspetto che mio padre aveva pensato di sanare acquistando, negli anni ’90, un terreno adiacente per asservirlo al fabbricato. Cominciai a occuparmi del caso – sottolinea il candidato governatore dei 5 Stelle – nel 2012. All’epoca mio padre soffriva di Parkinson e io dovetti assisterlo nel suo drammatico declino, successivo alla scomparsa prematura di mio fratello Domenico. Da allora ad oggi, da figlio mi sono trovato mio malgrado davanti a questo problema, che tutti i tecnici interessati avevano suggerito di risolvere utilizzando il terreno comprato da mio padre per asservirlo alla casa esistente. Le sentenze della magistratura amministrativa dicono che è il Comune di Carlopoli a dover indicare la strada alternativa. Nel merito l’ente non si è ancora pronunciato, benché sollecitato dal Tar della Calabria. Sto allora attendendo – sottolinea Aiello – l’ultima parola, che spetta al Comune. Pertanto nel merito ho agito correttamente: non ho imposto nulla, non ho condizionato nessuno e sto pazientemente aspettando di conoscere la decisione per un fatto che non ho commesso io. Ho voluto chiarire questa storia – conclude Aiello – per fermare lo sciacallaggio già partito contro la mia persona e in primo luogo per dovere di coscienza e di trasparenza rispetto all’opinione pubblica e soprattutto ai calabresi. Mi auguro - conclude - che in questa campagna elettorale nessuno ripudi il buon senso e il ragionamento, fondamentali nella vita pubblica e in quella di ciascuno».

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