Cronache
Camorra-Pd, intrecci pericolosi. L'inchiesta diventa nazionale. FOTO

Per ottenere l'elezione a sindaco prometteva denaro, buoni pasto, generi alimentari e posti di lavoro. Il caso del candidato Pd a Casavatore, Salvatore Silvestri, svela intrecci tra Pd e clan. E l'inchiesta può allargarsi a politici dem di livello nazionale.
IL CASO - Regali, ma anche minacce. Ogni mezzo lecito per indirizzare il voto dei compaesani su persone gradite al clan. E' quanto sarebbe accaduto a Casavatore, comune dell'hinterland napoletano, dove i carabinieri per conto della procura partenopea hanno notificato 15 avvisi di conclusione indagini, che hanno valenza di avviso di garanzia, al sindaco Lorenza Orefice, eletta con diverse liste civiche, ad alcuni consiglieri comunali, al comandante della polizia municipale, ad altri consiglieri comunali di Ischia e al presidente del consorzio che gestisce i servizi cimiteriali per Casavatore, Arzano e Casoria. L'inchiesta della Dda napoletana riguarda voto di scambio politico-mafioso ed e' relativa alla tornata elettorale amministrativa dello scorso 31 maggio, con ballottaggio il 14 giugno. Elezioni pesantemente inquinate dalla cosca dei Ferone, costola degli Amato-Pagano a Casavatore. Il comandante ddella polizia municipale, in particolare, non avrebbe segnalato irregolarita' avvenute ai seggi. L'avviso di garanzia riguarda anche Salvatore Silvestri, avversario del sindaco poi eletto, sostenuto dalla lista del Pd, tra le altre, che, per ottenere la propria elezione a sindaco, attraverso la moglie di un consigliere uscente, ha promesso denaro, buoni pasto, generi alimentari e posti di lavoro ad almeno cinque elettori, non identificati. Casi di voto di scambio di cui, tra gli elementi di prova, ci sono conversazioni telefoniche intercettate. Avviso di garanzia anche per Salvatore Ferone, elemento di spicco dell'omonimo clan e nipote del boss Ernesto, che appoggiava Lorenza Orefice, poi eletta, nell'intento di creare 'canali di collegamento' con le istituzioni. La donna , in una conversazione del 13 giugno, intercettata dagli inquirenti, sa che c'e' stato uno scambio soldi-voti, ma omette di denunciarlo. Le pressioni del clan, poi, vengono registrate soprattutto per la lista 'Un'altra Casavatore', capeggiata appunto dalla Orefice, su elettori dei quartieri Parco Acacie e Casavatore Vecchio; nella lista era candidato anche Giuseppe Pranzile, suocero di Salvatore Ferone. Proprio Salvatore Ferone, insieme ad altre due persone, il 13 giugno picchia per strada Massimo Minichini, un pregiudicato sottoposto alla misura di sorveglianza speciale, che 'lavorava' alla propaganda elettorale di Salvatore Silvestri.
IL BIGLIETTINO ELETTORALE - L'inchiesta nasce da un bigliettino trovato sul corpo di Ciro Cortese, un pregiudicato di camorra ucciso il 27 aprile scorso fuori da un bar di Casavatore. Nella tasca del giubboto aveva un bigliettino elettorale di Mauro Ramaglia, candidato in una lista civica a sostegno proprio di Silvestri. All'interno delle liste, sia di Silvestri sia di Orefice, ci sono persone legate ai clan. Come scrivono gli inquirenti: "Emblematica è la circostanza, asseritamente nota al sindaco eletto e al candidato sindaco perdente, della presenza, all'interno delle liste elettorali, di soggetti pregiudicati per reati associativi, estorsione, traffico di stupefacenti, nonché per violazioni della disciplina sulle armi".
GLI INCONTRI IN PIZZERIA - La vicenda getta molto imbarazzo sul Pd. Silvestri aveva tra i suoi collaboratori Minichini, sorvegliato speciale indagato per camorra. Minichini, scrivono gli inquirenti "è parte integrante della fazione riconducibile a Salvatore Silvestri", tanto che prende parte a incontri in cui si discute di politica. In un'intercettazione si parla di un incontro in pizzeria. Dice minichini: "Martedì alle 13,30 dobbiamo andare a mangiare la pizza come hai detto tu. Come hai detto tu io così sono rimasto. Silvestri ha invitato a tutti e quattro di noi, con lui cinque ci andiamo a mangiare la pizza, si fa il verbale insieme, e si parla della situazione come dovete comportarvi". Il 16 luglio Silvestri e Minichini, riporta sempre il Corriere del Mezzogiorno, parlano dell’inaugurazione della sede del partito. Il candidato sindaco sconfitto spiega perché non è andato.
Silvestri: «Io non ho mai detto vengo, io ho detto che loro stanno assumendo un atteggiamento scorretto, ora si può entrare nel merito di centomila questioni ma non esiste che voi fate una iniziativa e non mi coinvolgete, per di più fate un manifesto e non mi mettete nemmeno tra gli interventi, cioè volete fare un partito tutto vostro perché volete dire che ormai Silvestri è morto, è finito, tutto a posto? Allora se questo è mi fai capire un attimino perché io dovrei venire alle iniziative?».
Poi i due parlano dei partecipanti all'incontro. Minichini: «No, non sono venuti quei due, è venuto solo quello scemo con gli occhiali là»
Silvestri: «Eh, non è venuto né Tartaglione né Carpentieri, è venuto solo il prete». Minichini: «Bravo, stu prete non so chi è».
Silvestri: «Casillo».
Minichini: «Ma questo è Casillo?».
Silvestri: «Questo è Casillo, ù prete».
Minichini: «Ma non è quello di Casoria?».
Silvestri: «Noooo, questo è Mario Casillo».
Minichini: «Ah, quello è Tommaso Casillo».
Silvestri: «Quello è Tommaso». Minichini: «E chi è che ha preso i voti qua?»
Silvestri (facendo riferimento a chi ha organizzato l’evento): «Hai fatto questa figura di m... memorabile, il segretario provinciale non ti ha c... proprio, in più il segretario regionale non ti ha c... proprio, per di più nei confronti del candidato sindaco locale delle amministrative non lo mettete sul manifesto, ma fammi capire che tieni in testa? Ma io non lo so...».
Minichini: «Quelli che dovevano venire non sono potuti venire, quelli là, la Taglietta, come si chiamano là».
Silvestri: «Tartaglione?».
Minichini: «Tartaglione e quell’altro come si chiama?».
Silvestri: «Carpentieri, embè se vedi che i due segretari del provinciale e del regionale non possono venire, tu che fai? prendi la cosa e la rinvii o no?»
Minichini: «Giusto».
IL CASO DIVENTA NAZIONALE - Ma l'inchiesta sta prendendo una piega nazionale e pare non essere destinata a restare solo un caso locale. Il candidato sindaco Silvestri è molto conosciuto a livello nazionale all'interno del Pd. Durante la campagna elettorale incontra il ministro della Giustizia Andrea Orlando, mentre nel 2014 aveva incontrato la deputata Valeria Valente e il senatore Sollo. Lo stesso vicesegretario Lorenzo Guerini si reca a Casavatore per sostenere Silvestri durante la campagna elettorale. C'è chi pensa che presto l'inchiesta potrebbe estendersi e toccare anche qualche parlamentare dem. Nel frattempo, dopo la notizia dell'avviso di garanzia, il Pd ha commentato attraverso la voce della Valente: "In considerazione di questa vicenda, che ci rattrista, e nel rispetto del rapporto di fiducia con i cittadini, ribadiamo che l'impegno politico debba sempre essere improntato alla assoluta correttezza e trasparenza e siamo certi che Silvestri collaborerà fattivamente con gli inquirenti a cui va la nostra fiducia de appoggio". Molto più dura la segretaria regionale Assunta Tartaglione che chiede che Silvestri "proceda ad autosospendersi dal partito o saranno gli organismi di partito preposti a provvedere in tempi rapidi a espletare le procedure di sospensione in via cautelativa". Una bella grana per il Pd, soprattutto se davvero l'inchiesta dovesse toccare esponenti nazionali.
Guerini, M5S puerili. Pensino a Quarto non alle foto - "Vedo che esponenti del M5S mi tirano in ballo per una foto, peraltro riferita a una iniziativa pubblica davanti a oltre duecento persone a Casavatore. Un puerile tentativo di strumentalizzare una vicenda che e' del tutto chiara al solo fine di fare un po' di rumore contro il PD, per continuare a coprire silenzi e omissioni ad esempio su Quarto". Lo afferma Lorenzo Guerini, vicesegretario del Partito Democratico. "Durante la scorsa campagna elettorale per le amministrative, all'interno di nove iniziative organizzate dalla segreteria regionale in 3 province della Campania nello stesso giorno, sono stato anche a Casavatore ad un evento con l'allora candidato sindaco - puntualizza - che ora e' stato raggiunto da un avviso di conclusione delle indagini e quindi si e' immediatamente autosospeso dal PD". "La differenza sta tutta qui, noi non facciamo finta di niente e agiamo ben sapendo - sottolinea Guerini - che la lotta per la legalita' non ammette tentennamenti".