Camorra: "Sono Giulio non Salvatore". Un 26enne innocente sciolto nell'acido
Il caso è di 22 anni fa ma solo ora sono stati presi i colpevoli. Un pentito ha parlato e svelato tutto: "Il capitolo più nero della mia storia criminale"
Camorra, il caso del 26enne sciolto nell'acido per scambio di persona
Un terribile fatto di cronaca nera è venuto alla luce solo 22 anni dopo. Un ragazzo è stato rapito e ucciso e poi il suo corpo sciolto nell'acido, ma il 26enne Giulio non c'entrava nulla con la persona che cercavano i boss della Camorra a Napoli, colpevole di uno sgarro e che andava punito. L’auto color amaranto, quel drammatico 30 luglio 2000, - si legge su Repubblica - si ferma davanti alla chiesa. All’interno ci sono quattro uomini, indossano pettorine da poliziotti. In due scendono dalla vettura, uno si rivolge al ragazzo seduto su una moto. "Sei tu Salvatore?», chiede. E il giovane, rispettosamente, risponde: "No, comandante. Mi chiamo Giulio". Ciò nonostante, lo invitano a seguirli in caserma. "Stai tranquillo, è solo un semplice controllo", gli dicono.
Quei quattro - prosegue Repubblica - però non sono poliziotti, ma camorristi. Cercano un tal Salvatore per risolvere "una questione di famiglia", vogliono punire la relazione che costui aveva intrecciato con la sorella di un boss. Ma se la prendono con la persona sbagliata. Non è lui quello che stanno cercando. Chi ha fatto la "soffiata" ha preso un abbaglio. Ma una volta salito nell’auto, il suo destino è segnato. Lo ammazzano a colpi di pistola, poi sciolgono il corpo nell’acido e danno alle fiamme la macchina. Giulio sparisce nel nulla. Lo cercheranno dappertutto, ma inutilmente. Solo nel 2011 arriva una prima svolta: un esponente di spicco del potente clan camorristico decide di collaborare con la giustizia e rivela anche i dettagli di quello che, a verbale, definisce così: "Il capitolo più nero e angoscioso della mia storia criminale". Così dopo 22 anni vengono arrestati i colpevoli del brutale e macabro omicidio.
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