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Cronache
Carola, interrogatorio ad Agrigento. Conte alla Germania: decide magistratura

CONCLUSO L'INTERROGATORIO, DOMANI LA DECISIONE DEL GIP PER LA CAPITANA DI SEA WATCH

Carola Rackete dovrà passare almeno un'altra notte agli arresti domiciliari. Dopo un interrogatorio durato due ore e mezza, la giudice per le indagini preliminari di Agrigento Alessandra Vella si è riservata la sua decisione che notificherà solo domattina. Per la comandante della Sea Watch il procuratore aggiunto Salvatore Vella ha chiesto l'affievolimento della misura cautelare degli arresti domiciliari in quella del divieto di dimora nella provincia di Agrigento, dunque anche Lampedusa. La Procura ha chiesto la convalida dell'arresto operato due giorni fa in flagranza di reato dalla Guardia di finanza dopo l'approdo forzato nel porto di Lampedusa ma ha ritenuto sufficiente, come misura cautelare, il divieto di dimora.

La comandante della nave Sea Watch CAROLA Rackete ha appena lasciato Lampedusa a bordo della motovedetta della guardia di finanza, scortata da una decina di uomini delle Fiamme Gialle. La capitana è apparsa molto tesa ed è salita sull'imbarcazione della Finanza senza mai alzare lo sguardo. 

Verrà interrogata oggi pomeriggio, alle 15.30 al Tribunale di Agrigento, CAROLA Rackete, la comandante della nave Sea watch arrestata nella notte tra venerdì e sabato dalla Guardia di Finanza dopo avere disatteso l'alt per l'ingresso al porto. Il giudice per le indagini preliminari di Agrigento, Alessandra Vella, ha fissato l'interrogatorio nella tarda serata di ieri, subito dopo aver ricevuto la richiesta di convalida dell'arresto da parte della Procura guidata da Luigi Patronaggio. La capitana tedesca verrà accompagnata ad Agrigento questa mattina a bordo di una motovedetta della Guardia di Finanza. La donna sarà assistita dagli avvocati Leonardo Marino e Alessandro Gamberini. La Procura chiede la convalida di arresto congiuntamente alla richiesta della misura cautelare del divieto di dimora in provincia di Agrigento.

Sea Watch, Conte a Merkel: vicenda capitana in mano a magistrati

"La cancelliera Merkel mi ha chiesto della comandante della Sea Watch, le ho detto che come avviene in Germania l'esecutivo e' distinto dal potere giudiziario". Lo dice il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte lasciando il vertice Ue sulle nomine.   Conte ha aggiunto di aver parlato con Merkel del caso Thyssen e di aver chiesto notizie alla cancelliera tedesca sui manager condannati: "le ho chiesto chiesto di avere notizie su Thyssen, ma non è la prima volta che il governo italiano sollecita notizie su questo caso", ha aggiunto. "Ho detto alla Merkel che come immagino anche da lei in Germania, in Italia il potere esecutivo è distinto dal sistema giudiziario e che il presidente del Consiglio, anche se è la massima autorità di governo non può intervenire a raccomandare il comportamento che devono tenere i giudici. E' nelle mani della magistratura.   "Con l'occasione ho chiesto a Merkel di farci sapere notizie su Thyssen - ha detto ancora Conte - ma non è la prima volta che il governo italiano preme per avere notizia sulla esecuzione della pena di due manager della Thyssen condannati". 

PATRONAGGIO, 'SULLA SEA WATCH NON C'ERA LO STATO DI NECESSITA''

Secondo la Procura di Agrigento "sulla nave Sea non c'era lo stato di necessità, perché c'era assistenza medica a bordo". Lo ha detto il Procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio incontrando la stampa dopo l'udienza di convalida di Carola Rackete, la comandante della nave interrogata oggi pomeriggio dal gip. Presenti all'incontro con la stampa anche l'aggiunto Salvatore Vella e Gloria Andreoli. La gip deciderà sulla convalida entro domani.

'CHIESTO DIVIETO DIMORA AGRIGENTO PER NON DANNEGGIARE INDAGINI'

"Abbiamo chiesto per Carola Rackete il divieto di dimora nella provincia di Agrigento, che comprende i porti di Porto Empedocle, Agrigento e Lampedusa perché è sufficiente per non danneggiare le indagini". Lo ha detto il Procuratore capo Luigi Patronaggio parlando con i cronisti a Palazzo di giustizia dopo l'udienza di convalida della comandante della nave Sea watch.

'SEA WATCH NON ERA OBBLIGATA A ENTRARE IN PORTO VIOLANDO ALT GDF'

Il Comandante della Sea watch Carola Rackete è stata arrestata perché, a parere della Procura, "non era obbligata ad entrare in porto violando l'alt della Guardia di Finanza". Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Agrigento, Luigi Patronaggio, al termine dell'udienza di convalida dell'arresto della giovane capitana. "A nostro parere la misura cautelare del divieto di dimora è commisurata al fatto", ha aggiunto Patronaggio.

'PER FAVOREGGIAMENTO SI PROCEDE SEPARATAMENTE'

Resta aperto il fascicolo che vede indagata Carola Rackete, la comandante della nave Sea watch, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per il quale "si procede separatamente". Così, il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio". Quella sarà la sede dove valutare se l'azione di salvataggio dei migranti effettuata nelle acque antistanti la zona Sar libica sia stata un'azione necessitata".

'VERIFICHEREMO SE I PORTI LIBICI SONO SICURI'

La Procura verificherà se "i porti della Libia possono ritenersi sicuri o meno" e se "la zona Sar libica è efficacemente presidiata dalle autorità della guardia costiera libica". Lo ha annunciato il Procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio incontrando la stampa. Queste verifiche saranno effettuate nell'inchiesta separata per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nei confronti di Carola Rackete. "Andremo a verificare le concrete modalità del salvataggio cioè a dire se vi sono stati contatti tra i trafficanti di esseri umani e la Sea Watch, se il contatto è avvenuto in modo fortuito o ricercato - ha detto ancora Patronaggio- Tutta una serie di elementi che servono a verificare se si è trattato di un'azione di salvataggio in mare oppure un'azione concertata".

'VEDETTA GDF E' NAVE DA GUERRA'

Per la Procura di Agrigento la motovedetta della Guardia di Finanza che ha provato a bloccare l'ingresso al porto della nave Sea watch è considerata una "nave da guerra". Come spiegato dal Procuratore Luigi Patronaggio incontrando i giornalisti. La Procura ha chiesto la convalida dell'arresto operato dalla Guardia di finanza in relazione agli atti di resistenza con violenza nei confronti di una nave da guerra, individuata proprio nella motovedetta della Gdf. I pm hanno chiesto la convalida anche per il reato di resistenza a pubblico ufficiale.

Il sindacato di Polizia e gli esposti/denuncia per concorso contro i Parlamentari saliti sulla nave Sea Watch

Attracca la Sea Watch in un mare di polemiche, così ha esordito Elvio Vulcano, coordinatore nazionale per la stampa e per le comunicazioni del sindacato di polizia LeS (Libertà e Sicurezza Polizia di Stato).  Che ha poi proseguito nel suo pensiero: “Della vicenda non penso ci sia cittadino italiano non al corrente ed anzi una notizia come questa ha fatto anche il giro della rete.  Nei social ho potuto leggere di tutto: da chi è a favore a chi è contro ed in verità a favore ho potuto leggere solo le dichiarazioni di qualche personaggio di un certo schieramento politico. Fra i tanti commenti letti quelli che mi hanno indignato di più sono state le critiche rivolte ai Finanzieri in servizio che avrebbero impedito l’attracco della nave,  quegli stessi colleghi che per cercare di adempiere al proprio compito hanno rischiato anche di essere affondati. A questo proposito ritengo che semmai sia più giusto chiedersi perché sia stata inviata una piccola barchetta in vetroresina ad impedire l’attracco di un transatlantico e non invece natanti militari molto più grandi come i pattugliatori d’altura attualmente in servizio presso i reparti navali della Guardia di Finanza o financo navi da guerra della Marina Militare.

Sì, navi militari a tutti gli effetti perché non si capisce quali motivi ostativi al loro uso vi siano in una situazione come quella di cui discorriamo, situazione nella quale è soprattutto l’integrità dei confini esterni dello Stato ad esser in condizione di pericolo… Ci sarebbe da chiedersi poi, altro importante aspetto della vicenda,  quali interventi di contrasto, anche solo verbale evidentemente, abbiano operato i politici italiani che erano a bordo della nave straniera Sea Watch mentre questa metteva a rischio la vita dei nostri Finanzieri”. Prosegue Vulcano: “ho potuto anche leggere l’esposto/denuncia presentato dall’Avvocato Francesco Petrocchi in veste di cittadino nei confronti dei Parlamentari saliti a bordo, una delle tante persone indignate per l’accaduto che, conscio della grave illegalità dei comportamenti del comandante della nave Sea Watch e della oggettiva acquiescenza dei parlamentari ivi presenti, ha messo nero su bianco questa sua posizione ed ha presentato un’esposto.  Non posso non condividere la posizione del dr. Petrocchi che a stigmatizzato questa inutile strumentalizzazione politica operata dai parlamentari d’opposizione,  allorquando egli prende atto che nei fatti-reato della vicenda Sea Watch si configurino delle responsabilità penali a titolo di concorso anche per i Parlamentari presenti sulla nave. Condivido pienamente pure  l’invio alla Procura della Repubblica di Agrigento e di Palermo di un esposto, per chiedere che le Autorità indaghino e verifichino se nelle condotte dei Parlamentari siano ravvisabili a titolo di concorso, o in maniera autonoma, i reati di resistenza contro nave da guerra, resistenza a pubblico ufficiale, istigazione a delinquere ed inosservanza di provvedimento dell'Autorità.

E’ noto, peraltro, che data la obbligatorietà dell'azione penale, la magistratura dovrà aprire un fascicolo e dar conto formalmente delle proprie ragioni in merito. In questo momento, invece, viene spontaneo chiedersi come mai la Sea Watch abbia violato le disposizioni dello stato italiano solo quando sono saliti a bordo i  nostri Parlamentari. C’è stato un coordinamento fra questi ultimi ed il Comandante della nave al fine della commissione dei noti gravi reati? Ovviamente tale legame dovrà appurarlo la magistratura e noi, come sempre, attendiamo con fiducia di sapere quale è la risposta ai dubbi che abbiamo sollevato. Nel frattempo è partita la mesta beatificazione mediatica della capitana Carola Rackete e fiumi d’inchiostro rosso stanno scorrendo al fine di ammorbidire le azioni criminali commesse. 

 

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