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Cronache
Caso Scieri, la Procura pisana chiude l'investigazione: 5 gli indagati
Scieri cadde dalla torre di asciugatura dei paracadute perché colpito mentre stava fuggendo

Caso Scieri, la Procura pisana chiude l'investigazione: 5 gli indagati

È stato notificato lunedì mattina l'avviso di conclusione delle indagini preliminari riguardo alla morte del giovane allievo paracadutista della Folgore Emanuele Scieri, deceduto nella caserma 'Gamerra' di Pisa, sede del centro di addestramento dei paracadutisti, il 13 agosto 1999, e trovato senza vita solo tre giorni dopo. Sono cinque le persone indagate. Sull'episodio la squadra mobile di Firenze e l'aliquota della sezione di polizia giudiziaria della polizia di Stato della Procura della Repubblica di Pisa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Pisa, hanno svolto articolate indagini che già nell'estate del 2018 portarono all'esecuzione di una misura cautelare per omicidio.

La Procura di Pisa ha chiuso l'inchiesta prima della scadenza fissata dalla nuova proroga al prossimo luglio, in seguito al deposito della perizia svolta dalla professoressa Cristina Cattaneo, ordinario di medicina Legale all'Università degli Studi di Milano e direttore del Labanof - Laboratorio di antropologia e odontologia forense, sui resti riesumati del 26enne parà siracusano. Prima della Procura della Repubblica di Pisa, lo scorso 12 maggio la Procura militare di Roma ha chiuso l'inchiesta sulla morte di Scieri e l'avviso di conclusione delle indagini, della Procura generale militare presso la Corte militare di appello di Roma, è stato notificato a tre indagati.

Emanuele Scieri cadde dalla torre di asciugatura dei paracadute perché colpito mentre stava fuggendo. È questa, secondo quanto spiegato oggi dal procuratore capo di Pisa Alessandro Crini, la ricostruzione degli ultimi momenti dell'aggressione che il giovane praticante avvocato subì da parte di tre commilitoni ai quali è stato notificato, in queste ore, l'avviso di conclusione delle indagini. Si tratta di due ex caporali e un altro ancora in servizio nell'Esercito, tutti e tre accusati di omicidio volontario aggravato da motivi abietti e futili. Tra gli indagati anche un ex comandante della Folgore, da tempo in pensione, al quale è stato contestato di aver reso false dichiarazioni al pm, e un altro ex ufficiale accusato di favoreggiamento per una telefonata fatta un'ora dopo il ritrovamento del cadavere di Scieri, che sarebbe servita, secondo gli inquirenti, a preconfezionare una tesi difensiva di fronte alle indagini avviate sulla morte del giovane siciliano.

Crini ha spiegato che a Scieri "prima fu ordinato di svestirsi parzialmente, poi fu percosso", e quando si rivestì, per sfuggire alle violenze "tentò di salire sulla scala della torretta dalla parte esterna", ma sarebbe stato inseguito da un commilitone che lo avrebbe "continuato a colpire: lo testimoniano le lesioni a mani e corpo di Scieri, che gli fanno perdere la presa, facendolo precipitare da un'altezza di 10 metri".

Il procuratore capo di Pisa ha poi sottolineato che "in questi due anni di lavoro, l'attuale catena di comando del Centro addestramento paracadutismo (Capar) ha dato piena collaborazione al nostro lavoro", e l'inchiesta ha cercato "di ricostruire contesto e antefatto" portando alla scoperta di "una situazione molto incandescente dentro il Capar e apprendiamo che già in quei giorni c'era stato avvicendamento ai vertici proprio per queste tensioni che esistevano".

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