Cronache
Casse vuote, Sicilia al collasso. Rifiuti bomba a orologeria
"Progressivo peggioramento" della finanza comunale e provinciale, che induce a nutrire "forti preoccupazioni per la tenuta degli equilibri di bilancio gia' nel breve periodo". Con la bomba a orologeria degli oneri del servizio di raccolta dei rifiuti. E' quanto emerge dalla relazione della Sezione di controllo della Corte dei Conti per la Regione siciliana in merito alla finanza locale in Sicilia.
Nei comuni, il volume complessivo delle riscossioni correnti, dal 2011 al 2014, passa da 4.289,2 a 4.169,2 milioni di euro, facendo segnare un calo del 2,8 per cento. Le riscossioni complessive passano da circa 1.266,7 a 2.606,4 milioni di euro nel 2014 (+105,8%); per contro, i trasferimenti passano nello stesso quadriennio da 2.613,3 a 1.162,3 milioni di euro (-55,5%). Particolarmente accentuata risulta la riduzione dei trasferimenti erariali, che, nel periodo in considerazione, passano da 1.426,5 a 378,2 milioni di euro, segnando una decrescita, in termini di cassa, del 73,5 per cento. I trasferimenti regionali subiscono una riduzione del 34,9 per cento, con riscossioni che passano da 1.161,9 a 756,6 milioni di euro. Pressoche' stabili le entrate extratributarie, che si attestano a poco piu' di 400 milioni di euro. Piu' problematica la situazione nelle ex Province regionali, presso le quali, tra il 2011 e il 2014, le riscossioni correnti si riducono del 34,2 per cento, passando da 597,8 a 393,1 milioni di euro.
Le entrate tributarie delle ex Province regionali subiscono una flessione, in termini di cassa, del 19,7 per cento, passando da 325,6 a 261,3 milioni di euro, mentre i trasferimenti erariali si riducono del 96,1 per cento, passando da 184,3 a 7,2 milioni di euro. Oltre alla rigidita' della spesa, un ulteriore profilo di problematicita' risiede nelle lunghe tempistiche di riscossione delle entrate soprattutto di provenienza regionale, cui fa fronte un'elevata mole di spese correnti. "Molto preoccupante" risulta la costante flessione dei livelli di spesa d'investimento, pari al 6 per cento delle spese finali. Al fine di contrastare questa "preoccupante decrescita", sono " auspicabili politiche tese a una spending review e a un sostegno finanziario allo sviluppo locale tramite la spesa d'investimento".
Sono forti, continua la Corte dei Conti, le "tensioni di liquidita'" che danno luogo ad un sistematico utilizzo di anticipazioni di tesoreria, che "tendono sempre piu' ad evolversi, pertanto, in ordinario strumento di finanziamento a breve, senza il quale gli enti non riuscirebbero a soddisfare le proprie esigenze di spesa". In assenza di immediate misure correttive, il rischio e' di degenerare "in una permanente situazione di carenza di liquidita', tale da compromettere gravemente la solvibilita' delle amministrazioni locali e, in definitiva, la continuita' dell'erogazione dei servizi indispensabili". Ben piu' problematica, invece, e' la situazione dei debiti fuori bilancio riconosciuti, che nel 2013 ammonta ad oltre 163 milioni di euro, di cui circa 101 milioni per i comuni e i restanti 62 milioni per le amministrazioni provinciali. Il diffuso stato di sofferenza, e' testimoniato innanzitutto dall'incremento di pignoramenti ed azioni esecutive, i cui importi nel 2013 arrivano ad oltre 23,15 milioni di euro, quasi integralmente a carico dei comuni (22,18 milioni di euro). Ancora piu' preoccupante l'esposizione debitoria latente, relativa ai debiti fuori bilancio da riconoscere, che nel 2013 ammonta ad oltre 467,4 milioni, in gran parte ascrivibile ai comuni (446 milioni).
Una pericolosa incognita che grava sul sistema di finanza locale e', inoltre, costituita dall'esposizione debitoria dei comuni per l'integrale copertura dei costi del servizio d'igiene ambientale, di cui sono responsabili in via sussidiaria. L'esposizione debitoria complessiva a titolo di anticipazioni, al netto dei recuperi medio tempore effettuati dalla Regione, ammonta ad oltre 607,2 milioni di euro. Il totale delle passivita' che gravano sul sistema, tuttavia, risulta molto piu' elevato se si considera anche l'esposizione debitoria delle societa' d'ambito e dei consorzi nei confronti di fornitori, banche ed altri creditori, quantificata, in base alle rilevazioni piu' aggiornate, in circa 1.164 milioni di euro. Durante la gestione commissariale risulta accumulata un'ulteriore esposizione debitoria al 31 marzo 2015, pari a 44,5 milioni di euro. L'esposizione debitoria complessiva a carico della finanza pubblica e' stimabile, allo stato, in oltre 1.816 milioni di euro.
In alcuni casi le contestazioni giudiziali sono culminate con l'annullamento dei bilanci delle societa' o dei consorzi d'ambito; in altri, addirittura, l'insostenibile esposizione debitoria delle societa' d'ambito ne ha causato la dichiarazione di fallimento. Per effetto delle normative vincolistiche introdotte a livello nazionale, si riduce la consistenza organica del personale e la correlata spesa. Nei comuni, il personale dirigente nel triennio 2011/2013 passa da 375 a 301 unita', con una riduzione (-19,7%) prevalentemente operante sugli incarichi dirigenziali esterni rispetto al personale di ruolo. Il personale non dirigente decresce nel triennio del 6 per cento, passando complessivamente da 53.350 a 50.130 unita', con una consistenza seconda solamente a quella dei comuni della Lombardia (presso i quali, pero', si registra una popolazione quasi doppia e un numero di enti triplo rispetto alla Sicilia).
Nelle ex Province regionali, il personale dirigente passa da 123 ad 80, con una spesa netta che si riduce in misura inferiore alla consistenza organica (-34,15% a fronte di un calo organico del 35%). La spesa media, in aumento dell'1,6 per cento, presenta, gia' in partenza, valori piu' elevati rispetto ad altre zone territoriali. Per il personale di comparto non dirigenziale, incluso quello precario, la spesa netta flette nel triennio del 7,1 per cento, in misura superiore rispetto al decremento organico (-4,3%). La percentuale media d'incidenza delle spese di personale rispetto alle spese correnti nei comuni e' pari al 37,9 per cento.
Per i magistrati contabili "risulta quanto mai auspicabile il celere superamento dell'attuale fase di stallo istituzionale, attraverso una visione strategica di sistema tra i vari livelli di governo, in grado di coniugare le imprescindibili esigenze di riduzione della spesa pubblica con l'incremento dei livelli di efficienza ed efficacia dei servizi erogati, e, soprattutto, con la razionalizzazione del numero complessivo di centri di spesa pubblica". Infine, "e' vivamente auspicabile un riallineamento normativo rispetto al resto del Paese nell'attuazione di una riforma che postula un'applicazione quanto piu' uniforme possibile": uno sforzo in tale direzione in parte compiuto con la legge sui comuni recentemente approvata dall'Ars.