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Conclave, problemi con il latino e omelie "infinite". Ecco perché la prima fumata è arrivata in ritardo di due ore
Comincia a circolare qualche voce sull’estenuante attesa di ieri per la prima fumata nera

Secondo Giorno di Conclave
Conclave, ecco perché la fumata è arrivata in ritardo di due ore
Nera, anche stavolta. La seconda fumata (secondo e terzo scrutinio, le schede vengono bruciate assieme alle 12 ed alle 19 salvo nel caso in cui venisse eletto il Papa) levatasi attorno a mezzogiorno dal comignolo più seguito del mondo, cioè quello della Cappella Sistina in cui è in corso il Conclave, racconta di un’elezione papale entrata nel vivo.
Dopo l’esasperante ritardo di ieri sera, la macchina elettorale comincia a ingranare e dare i suoi responsi: e i porporati, evidentemente, votano. Dopodiché ogni ipotesi è possibile: il cardinale decano Giovanni Battista Re dice all’Ansa che si aspetta la fumata bianca stasera, ritenendola ampiamente possibile. Se ci mettiamo pure gli “auguri doppi” a Pietro Parolin, attuale Segretario di Stato (sì, è temporaneamente decaduto per lo spoils system della Universi Dominici Gregis, la Costituzione apostolica che regola il Conclave), è chiaro ed evidente per chi stia facendo il tifo e magari l’aver ascoltato i confratelli parlare in questi giorni di Congregazioni generali deve averlo convinto che il porporato veneto potrebbe avere le carte in regola per divenire il successore di Francesco.
Vedremo. Adesso, più che altro, comincia a circolare qualche voce sull’estenuante attesa di ieri per la prima fumata nera: pare che il fervorino che il cardinale Raniero Cantalamessa sia stato un po’ troppo lungo perché lo avrebbero visto uscire dalla Cappella Sistina dopo 53 minuti dall’extra omnes, cioè dal “Fuori tutti” impartito dal Maestro delle cerimonie pontificie arcivescovo Diego Giovanni Ravelli. Evidentemente a Sua Eminenza dev’essere scappata un po’ la mano nel predicare ai confratelli e questo si è tradotto in un evidentemente troppo lungo sermone che ha rallentato ulteriormente l’inizio della votazione.
Di più: già si era capito nel corso del giuramento prestato dai cardinali che molti ormai non sono abbastanza intimi del latino, per cui tra inciampi sulla lingua di Cicerone (la scheda è in latino e in latino si scrive il nome del candidato che si vuole votare), incomprensioni linguistiche con gente spaesata e bisognosa di un interprete (qualcuno non parla nemmeno l’inglese, cosa che complica ancora di più i rapporti e il modo di intendersi: gli interpreti non sono in Sistina, le norme in vigore non lo prevedono), le cose sono andate un poco per le lunghe. Certo è che, lunghezza a parte, è ovvio che ieri è stato un assaggio delle forze in campo e degli equilibri.
Stamattina le due votazioni a vuoto possono essere servite o a creare consenso su un candidato o, quantomeno, ad individuare un nome in vantaggio rispetto agli altri. Il cardinale Re può dirsi fiducioso perché conosce le regole del gioco: dal pranzo del secondo giorno, cioè da oggi, cominciano le trattative tra una portata e un’altra. Si parla, ci si conta, si valuta, si propone.
È il momento nel quale il Conclave comincia a trovare una sintesi e l’auspicio, quindi, è che Parolin (se stiamo al pensiero di Re e se prendiamo per un endorsement gli auguri doppi di ieri alla Messa pro Eligendo) evidentemente partiva da una base molto solida di consensi e probabilmente nella giornata di oggi potrebbe finire per aumentarli. Questo alle due condizioni che abbiamo detto: diversamente saremmo lo Spirito Santo, e non verremmo certo qui a raccontarvi il succo della storia.
Nel pomeriggio di oggi si terranno altre due votazioni: se saranno entrambe negative, la fumata nera sarà per le 19; altrimenti la bianca potrebbe arrivare attorno alle 17.30, all’esito del quarto scrutinio. Nel frattempo Piazza San Pietro è come sempre presa d’assalto: oggi per la fumata di mezzogiorno c’erano almeno 12mila persone, secondo le forze dell’ordine. Ed è probabile che stasera si possa arrivare alle 50mila presenze (se non di più) della giornata di ieri. Aspettiamo e vediamo che cosa succederà, dunque, nelle prossime ore.