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Cronache
Convention Bureau Napoli: spariti i congressi in città, settore in ginocchio

Eventi e congressi annullati, il crollo del sistema poteva essere preventivato in epoca di covid-19. Ma i dati del primo semestre sono allarmanti oltre le aspettative. A Napoli nel primo trimestre 2020 c’è stata, infatti, una riduzione del 52,4% di richieste, mentre, nel secondo trimestre, del 94%. “Il settore è in grande difficoltà. Le piattaforme digitali non possono sostituire gli eventi in presenza. Stanno migliorando, offrono sempre più opzioni, ma sono solo un palliativo”. A dichiararlo è il presidente del Convention Bureau di Napoli (Cbn), Giancarlo Carriero.

Il trend del settore Mice era in crescita da alcun anni. Dal 2015 i dati relativi al numero di partecipanti o di presenze hanno sempre ottenuto un segno positivo (2019 partecipanti +4%, presenze +1,8%).
I dati Oice 2020, a conferma di questi progressi, posizionano Napoli al quinto posto in Italia per numero di eventi, appena avanti a Venezia, in una classifica guidata da Roma. Ma è il Sud Italia nel suo complesso ad aver ottenuto delle ottime performance negli ultimi anni con un incremento constante del numero di congressi (2018 +1,7%, 2019 +0,3%). Questi numeri fanno comprendere quanto i danni causati dalla pandemia siano ingenti anche per l’indotto.

“Lavoriamo costantemente per essere pronti quando si ritornerà alla normalità –afferma la direttrice del Cbn, Giovanna Lucherini. “Nel frattempo, abbiamo regolarmente e aggiornato i nostri soci con tutte le informative Covid-19 legate al nostro settore, fornendo anche documentazioni specifiche (linee guida, protocolli per l'organizzazione di eventi in sicurezza) prodotte da Federcongressi&Eventi, che ringrazio per avermi nominata temporaneamente rappresentante regionale per i rapporti con le istituzioni locali. Vogliamo mantenere Napoli nelle prime posizioni della classifica delle destinazioni congressuali, non abbiamo mai abbassato la guardia ed abbiamo costantemente coinvolto i nostri soci, che sono la linfa vitale di un Convention Bureau”.

“Potremmo finalmente ripartire quando le riaperture saranno totali -conclude Carriero- e i collegamenti, penso ad esempio all’aeroporto, riprenderanno a lavorare a pieno regime senza limitazioni territoriali e senza quarantene obbligatorie. Fino ad allora potremo lavorare solo nei limiti imposti dalla legge e confidare in un sostegno istituzionale indispensabile perché si possano evitare danni irreparabili come la chiusura di aziende o la perdita di posti di lavoro”.
 

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