Coronavirus, "Adesso in ospedale arrivano pazienti con tumori già avanzati"
Lorenzo Spaggiari, chirurgo dello Ieo lancia il nuovo allarme: "Chi aveva principi di cancro non è stato curato e ora è malato grave"
Coronavirus, "Adesso in ospedale arrivano pazienti con tumori già avanzati"
Il Coronavirus in Italia non è ancora stato sconfitto, ma dagli ospedali adesso arriva un nuovo allarme, relativo a tutte le diagnosi rimandate per le altre patologie, soprattutto tumori, che adesso rischiano di creare una nuova emergenza."Si iniziano già a vedere pazienti con tumori avanzati, come non capitava da tempo - spiega a Repubblica Lorenzo Spaggiari, che dirige la chirurgia toracica allo Ieo, l’Istituto europeo di oncologia di Milano. "All'inizio ci dicevano di visitare senza mascherina per non spaventare i pazienti. Ma mi è andata meglio che a certi colleghi, io ho avuto pochi sintomi, pur avendo contratto il Coronavirus. Quando mi sono ammalato, ho scritto al presidente della nostra società scientifica chiedendogli di non far chiudere gli ambulatori. Il paziente oncologico è una priorità su qualunque altro problema. Di cancro si muore, di coronavirus si può morire, ma si possono anche prendere delle precauzioni, usare protezioni. A chi ha il cancro, indossare la mascherina non serve a nulla. E invece è stata presa una decisione folle".
"Si è chiesto di assicurare solo le visite urgenti. E così - prosegue Spaggiari - hanno chiuso i nostri ambulatori al resto dei pazienti. Ha fatto rimanere fuori le nuove diagnosi. Quelle di chi ha un po’ di tosse, si fa la lastra e poi viene da noi a far vedere una macchiolina che ha bisogno di essere approfondita. Ci sono persone che hanno dovuto aspettare due o tre mesi per essere visitate e portate all’intervento. Ma un tumore al polmone in due mesi va in progressione, può passare allo stadio intermedio e la probabilità di sopravvivenza del paziente cala in modo drammatico. Mi chiedo ancora come mai abbiamo chiuso gli ambulatori".
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