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Cronache
Coronavirus, Burgio (Alpitour): "Ora il momento dei fatti, siamo in ripresa"

di Vincenzo Caccioppoli (vcaccioppoli@gmail.com)

Il turismo che rappresenta il 13% del Pil e da lavoro a circa 3,5 milioni di persone è un settore messo letteralmente in ginocchio dalla pandemia di coronavirus, e le mosse del governo contenute nel recente decreto rilancio sembrano insufficienti e poco incisive per un settore che rischia di perdere 17 miliardi nel 2020, dopo la chiusura forzata di oltre 2 mesi e le incertezze legate alle misure di sicurezza da adottare per garantire la sicurezza igienico sanitaria delle strutture ricettive. Ne abbiamo parlato con Gabriele Burgio, ad e presidente di Alpitour, società, che dopo alcuni anni difficili, proprio sotto la guida di Burgio è diventata uno dei principali operatori nazionali nel settore dei viaggi organizzati, e che nel 2019 ha fatturato 1.992 milioni con una crescita del 18,5% rispetto al 2018. e che nel 2020 pensava di migliorare ancora questi già straordinari risultati. “I buoni risultati del 2019 – ci ha spiegato – sono stati molto distribuiti durante l’anno. Devo dire con tutta sincerità che c’è stato un aprile che era stato chiamato ‘Ferraprile’, perché con quella serie di ponti c’erano quasi 14 giorni di vacanze e noi abbiamo avuto un fatturato di aprile quasi uguale a quello di un normale agosto. Fu un anno spettacolare. Però quest'anno pensavamo con convinzione di poter migliorare ancora. Purtroppo il coronavirus ha chiaramente stravolto tutto. Ma non disperiamo, perche abbiamo dei chiari segnali di una buona ripresa. Ogni settimana raddoppiamo le prenotazioni.”

Secondo lei le misure messe in campo dal governo con 4 miliardi per il settore, rispetto ai 18
della Francia o ai 10 della Spagna per esempio sono sufficienti?

“Per prima cosa occorre dire che non sono 4 miliardi, perche se toglimo a questi i circa 2,4 miliardi di voucher dati alle famiglie per fare le vacanze, i miliardi diventano 1,6 e sono sinceramente pochi. Noi operatori abbiamo pubblicato un manifesto per il tursimo in cui elenchiamo alcune misure utili per il rilancio. Al primo punto c'è sicuramente un sostegno finanziario, che potrebbe essere anche sotto forma di prestito a tasso zero per gli introiti persi e il prolungamento della cassa in deroga. E poi occorre agire in fretta, quello che rischia di essere più dannoso è l'enorme incertezza che si ha sulle misure da adottare e su quello che si può o non si può fare. Le strutture hanno bisogno di tempo per mettere in campo le misure richieste. E poi mi faccia dire anche come questa incertezza sia altamente dannosa per tutti quei lavoratori stagionali, che sono migliaia, che rischiano di restare senza reddito.”

Voi avete già aperto tutte le strutture e siete gia a norma con quanto richiesto
“Noi stiamo aprendo in questi giorni le ultime strutture e siamo chiaramente preparati a tutte quelle misure igicenico sanitarie che servono per tutelare la salute e la sicurezza dei nostri ospiti e dei nostri collaboratori. Entro fine mese dovremo essere a pieno regime.”

Ma le prenotazioni che state ricevendo come sono suddivise?
“Quest’anno, come comprensibile, abbiamo spinto molto l’Italia. In questo momento le prenotazioni italiane sono oltre il 65% del totale. C’è una parte di clienti che prenota già per settembre e ottobre e anche per l’inverno per altre destinazioni come Maldive, Zanzibar, Madagascar e Caraibi". 

Ma non pensa che nel nostro paese sarebbe utile un ministro del turismo, come da tempo richiesto, e come per esempio c'è in Spagna, che non a caso forse è la prima destinazione al mondo, mentre noi siamo al quinto posto

“La Spagna è un paese che io conosco molto bene, avendo lavorato lì per venti anni, contribuendo particamente a costruire la catena alberghiera NH. Li la situazione è molto differente, perchè la Spagna considera e ha sempre considerato il turismo un settore strategico. Li sono state create anche quelle opere infrastrutturali che permettono lo sviluppo di aree come per esempio quella di Malaga,
che hanno turisti tutto l'anno. Mentre qui da noi sopratutto al Sud la situazione da questo punto di vista è assai deficitaria. Non so se servirebbe o meno un ministro del turismo, ma certo avere almeno un interlocutore diretto per noi operatori del sistema potrebbe sicuramente aiutare”.

Secondo Lei quanto tempo sarà necessario al turismo per tornare alla situazione pre-emergenza?
"Certo la botta è stata forte. E sopratutto mi riferisco a quella psicologica, dovuta anche alla molta incertezza che continua ad aleggiare, che forse è anche peggiore di quella economica, che sicuramente è stata dura. Ma i clienti hanno voglia di viaggiare., la domanda come le dicevo è buona, anche se a ritmi inferiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Già per Natale 2020 pneso vedremo la situazione ristabilita e per l’estate 2021 secondo noi normale, escluso ritorni del virus".

Quindi lei è ottimista in fin dei conti, malgrado la situazione non sia rosea
"Guardi io per principio sono uno che non guarda indietro alle cose che potevano essere fatte e che non sono state fatte, ma guardo al futuro e quello che si può e si deve fare, credo che per il nostro settore il virus sarà una lezione importante: abbiamo un'infrastruttura che ha fatto perdere all'Italia molte posizioni competitive. Questa situazione di estrema gravità dovrebbe farci ragionare sui difetti del nostro sistema turistico e magari spingerci a correggerli in emergenza, cosa in cui noi italiani eccelliamo".

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