Coronavirus, epidemia sotto controllo a maggio. E partirà la ricostruzione
Di Alessandro Amadori, Istituto Piepoli, per Affaritaliani.it
Introduzione
L’epidemia di Covid-19, la malattia causata dal nuovo coronavirus Cov-Sars2, oltre a essere un evento drammatico sotto il profilo umano e sanitario, sta avendo un impatto mai visto in precedenza tanto sull’economia globale, quanto su quella dei singoli Paesi, a cominciare ovviamente dall’Italia.
Come riportato da “Il Sole 24 Ore” tre giorni fa, la stima del Centro Studi di Confindustria (CSC) è che la perdita di Pil nella prima metà del 2020 sarà, parola testuale “enorme”. Più precisamente, una caduta cumulata dei primi due trimestri pari a circa -10%. In altre parole, Covid-19, oltre ad aver causato sinora la perdita di quasi 14.000 vite umane, avrà come inevitabile conseguenza quella di affossare il Pil. E, parallelamente, quella di portare al rischio di default approssimativamente il 10% delle imprese italiane. Superata la fase acuta, ci dovrebbe poi essere una risalita lenta. Secondo il CSC, ipotizzando un «superamento della fase acuta dell'emergenza sanitaria a fine maggio, si stima un -6% per il 2020. Ma «solo i prossimi mesi diranno» se in queste ipotesi c'è «realismo o eccessivo ottimismo». Per il 2021 è atteso un «parziale recupero» con un rimbalzo del +3,5%. Infine, è la stima del CSC, ogni settimana in più di blocco normativo delle attività produttive, secondo i parametri attuali, «potrebbe costare una percentuale ulteriore di prodotto interno lordo dell’ordine di almeno lo 0,75%» (fonte: “Il Sole 24 Ore”).
La curva epidemica
Una domanda importante da porsi, dunque, è questa. E’ ragionevole ipotizzare il superamento della fase acuta dell’emergenza sanitaria per fine maggio, in modo da poter avere appunto una stima ragionevole dei danni economici che, oltre alla grave perdita di vite umane, avrà subito il nostro Paese? Per rispondere a questa domanda, può tornarci utile applicare un po’ di statistica epidemiologica. Ed è quello che ho provato a fare, riutilizzando le preziose nozioni appunto di epidemiologia studiate durante il corso di alta formazione in biostatistica al Polo Universitario di Asti, che ho avuto il piacere di seguire ormai un po’ di anni fa (ma senza mai perdere la passione per questa importantissima branca della statistica applicata). Pertanto, rielaborando i dati ufficiali sull’epidemia di Covid-19 in Italia, dal 24 febbraio a oggi, disponibili sul sito del ministero della Salute (http://www.salute.gov.it/portale/news/), ho prodotto un paio di grafici di sintesi, o meglio un doppio grafico, che metto volentieri a disposizione degli interessati. Che cosa riporta il grafico? Riporta in serie storica due dati fondamentali per capire l’evoluzione epidemiologica di Covid-19 (ossia la cosiddetta curva epidemica della malattia).
Il primo è l’andamento dei “nuovi casi positivi”, ossia dei nuovi contagiati (ovvero, della velocità di espansione della malattia). Che il giorno X possono essere, poniamo, 3.000 in più del giorno precedente (X-1). E, il giorno successivo (X+1), possono essere poniamo 2.600 in più del giorno X. Questo andamento (la curva epidemica di base) è evidenziato dalla spezzata di colore bordeaux. Poi, in azzurro, c’è una seconda spezzata che è quella nella variazione dei casi totali, ossia la spezzata dei “nuovi casi totali”. Che cosa sono i casi totali (CT)? In breve, essi sono la somma di tre cose: dei positivi/contagiati (P), dei guariti/dimessi (G), e dei deceduti (D). In sintesi: CT = P + G + D. Per esempio, oggi 2 aprile 2020 nella tabella del ministero sono evidenziati queste cifre. Il totale dei contagiati, ossia degli “attualmente positivi”, è 83.049 (con un incremento di 2.477 casi rispetto a ieri). I deceduti, purtroppo, sono 760. Il totale dei decessi a oggi ammonta a 13.915 persone. I guariti a oggi sono invece 18.278. Dunque, i casi totali a oggi sono 115.242 (la somma degli attualmente positivi, dei deceduti e dei guariti: 83.049 + 13.915 + 18.278 = 115.242). Pertanto, i “nuovi casi totali” (NCT) sono la variazione da un giorno all’altro nei casi totali, mentre i “nuovi casi positivi” (NCP) sono la variazione, da un giorno all’altro, nelle persone contagiate, positive al virus (i cosiddetti “attualmente positivi”). La spezzata dei “nuovi casi totali” sta ovviamente sopra quella dei “nuovi positivi”, perché la prima conteggia anche i guariti e i deceduti, che non sono compresi nella seconda.
Inoltre, in grafico ho messo anche le relative linee di tendenza (bastano anche delle semplici medie mobili di periodo 7; in realtà il modello di regressione che ho visto adattarsi meglio a questi dati prevede l’impiego di una funzione polinomiale di terzo o quarto grado). In nero tratteggiato abbiamo la curva dei “nuovi casi totali” (NCT), in nero continuo quella dei “nuovi contagiati” (NCP). Quindi, in sintesi, nel doppio grafico troviamo quattro informazioni: 1) la spezzata dei NUOVI CASI TOTALI (colore azzurro) e 2) la sua relativa linea di tendenza (colore nero tratteggiato); 3) la spezzata dei NUOVI CONTAGIATI o NUOVI CASI POSITIVI (colore bordeaux) e 4) la sua relativa linea di tendenza (colore nero continuo). Detto tutto questo, cosa dicono i dati aggiornati a oggi? I dati dicono che la crescita dell’epidemia si è stabilizzata. Sia come “nuovi casi totali” che come “nuovi contagiati”. E i dati empirici seguono molto bene, come detto, un modello di regressione di tipo polinomiale (che qui non ho riportato, per non complicare questo breve articolo).
Conclusioni
Sulla base di queste informazioni, dal punto di vista statistico-epidemiologico è ragionevole pensare che, se le misure di contenimento continueranno a sussistere, se ciascuno di noi farà la sua parte nel rispettarle, e se il trend a oggi osservato manterrà questa struttura, entro maggio l’epidemia di Covid-19 sarà stata messa sotto controllo nel nostro Paese. O meglio, la fase acuta sarà passata, e potremo concentrarci anche sulla ricostruzione del tessuto economico italiano.
Per saperne di più
BLAND M., “Statistica medica”, Maggioli Editore, 2019.
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