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Cronache
Coronavirus, ripensare subito il sistema sanitario nazionale
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In questi mesi di emergenza per il Covid-19 è tornata con prepotenza la domanda sulla adeguatezza del nostro sistema sanitario. Vorrei fare alcune considerazioni, alla luce della mia lunga esperienza di manager nella sanità privata.

Lo straordinario e ammirevole lavoro che stanno svolgendo medici e infermieri, e che merita il nostro plauso e la nostra gratitudine incondizionati, non basta a oscurare i limiti del nostro sistema, che appaiono evidenti se facciamo un confronto con altri sistemi sanitari europei.

Partiamo da un dato generale. Nel 2018 la spesa sanitaria in Italia è stata l’8,8% del Pil, mentre in Germania e Francia è l’11,2 % (la media europea è 9,8%). Una differenza aggravata dal fatto che noi siamo un paese più vecchio degli altri con un’età media tra i 79,9 e gli 83 anni, rispetto alla Germania che si muove in una forbice tra i 78,2 e gli 81,1 anni, e alla Francia che oscilla tra i 79,2 e gli 82,6 anni. Il primo aspetto, il più vistoso, è dunque il fatto che, pur essendo il paese con più anziani, la nostra spesa sanitaria, a seguito dei tagli avviati nel 2011, è di molto inferiore a quella degli altri paesi europei, visto che quei pochi punti percentuali di differenza si traducono in svariati miliardi di euro.

Foto Cupellaro Roberto marzo 2017 minRoberto Cupellaro

Destinare meno risorse alla sanità di Francia e Germania ha delle conseguenze a cascata anche sugli altri fattori che incidono sulla qualità del nostro sistema sanitario.

In questa prospettiva, abbiamo, infatti, una debolezza sul fronte dei posti letto, solo parzialmente compensata da uno spostamento verso le cure ambulatoriali. Nel decennio 2006-2017 (dati OASI-Cergas) i posti letto ogni mille abitanti sono rimasti stabili in Germania (8) e Spagna (3) ma sono significativamente calati in Italia passando da 4 a 3,2.

Quest’ultimo dato incide, naturalmente, sul numero dei ricoveri annui (dati 2017), che in Germania sono stati circa 25mila con una degenza media di quasi 9 giorni, in Francia oltre 18mila con una degenza di poco meno di 9 giorni, mentre in Italia sono stati poco più di 11mila con una degenza media inferiore agli 8 giorni. Questo vuol dire che rispetto agli altri paesi europei siamo in grado di prenderci cura di meno persone e per un numero di giorni mediamente inferiore.

Da questi dati appare evidente una carenza quantitativa del nostro sistema sanitario. Abbiamo bisogno di investire nella sanità più risorse, sia pubbliche che private, non solo per offrire le cure di base, ma anche per far evolvere il nostro sistema sanitario verso una maggiore digitalizzazione , organizzazione e integrazione tra pubblico e privato.

Esistono tuttavia anche carenze qualitative, strutturali che prescindono dalle risorse investite. La prima è certamente la frammentarietà del nostro sistema, affidato alle Regioni. Una malintesa idea di federalismo sanitario ha generato un mostro di disuguaglianze e differenza che il governo centrale non è riuscito a controllare.

Abbiamo bisogno di una nuova governance sanitaria che da un lato omogenizzi il nostro sistema, evitando disparità territoriali tra i cittadini dovute esclusivamente alla diversa regione in cui si risiede; e dall’altro abbiamo bisogno anche di razionalizzare la nostra sanità, differenziando con maggiore efficacia i servizi: affiancando sempre più alle cure ospedaliere - che andrebbero riservate ai casi gravi e acuti - gli interventi ambulatoriali, l’assistenza domiciliare, la cura dei malati cronici e soprattutto la medicina sul territorio.

Per fare tutto questo, e allinearci alle linee dell’Unione Europea che vede tra i fattori chiave dello sviluppo sostenibile maggiori investimenti in salute e in equità sociale, abbiamo bisogno di una visione chiara e di lungo periodo, sottratta alle logiche politiche del momento ma che guardi al nostro storico Sistema Sanitario Nazionale come a un pilastro fondamentale del nostro paese, determinante per la qualità della vita degli italiani.

Pur essendo un momento difficilissimo per l’Italia, dall’esperienza del Coronavirus stiamo imparando molte cose. Sarebbe utile farne tesoro per avere una sanità all’altezza del paese che siamo.

*Executive Manager della sanità - già Direttore Divisione Ospedali , Lifenet Healthcare - Milano

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