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Cronache
Cosa posso fare per aiutarti: questo è il vero cambiamento
LaPresse

La verità è che, d’istinto, ciascuno pensa innanzitutto solo a sé stesso.  Questo è umanamente comprensibile, ma non basta. Ci vuole uno sforzo verso l’altro. E non come altruismo buonista da salotto, ma come metodo per il cambiamento e la ripartenza vera. Pratica e quotidiana. E che risponde alla domanda: “Cosa posso fare per aiutarti.?”

Per capire che questo è il nuovo tipo di atteggiamento che l’attuale crisi ci richiede, o meglio ci impone, parto dall’alto, dalla politica, che è l’aspetto più visibile a tutti.

Pensate solo al fatto che l’opposizione, in particolare la Lega di Salvini, in questo periodo di emergenza, invece di critiche distruttive, litigi e furiose polemiche, avesse detto al Premier Conte: cosa posso fare per aiutarti?

Che grande cambiamento sarebbe stato; e lo sarebbe tutt’ora!

Impensabile solo fino a pochi mese fa. Ma invece è proprio questo il cambio di passo che la crisi ci richiede. Il cambiamento che parte anzitutto da noi stessi, dalla ns parte, e il cui metro di misura si vede proprio nella domanda rivolta in primis al bene dell’altro. Perché il bene dell’altro è anche il mio. E come sarebbe importante a tal proposito, rivalutare la vera presenza cristiana in politica. Per il bene comune.

Tra l’altro quanto appena descritto è l’unico atteggiamento veramente interessante e conveniente anche per chi lo attua e che vale in ogni ambito di rapporto: personale, familiare e sociale. Infatti, tornando alle opposizioni, sono convinto che se la Lega avesse adottato qs modo intelligente di comportarsi, la gente avrebbe apprezzato molto, non facendo calare il partito di Salvini a quei livelli ai quali si trova ora nei sondaggi, dopo mesi di attacchi e polemiche.

Questo tra l’altro spiega anche la significativa ripresa dei consensi verso Forza Italia e verso il Pd e i 5 stelle, percepiti in questo momento di emergenza come portatori di atteggiamenti costruttivi. Agli arrabbiati cronici, che sono tanti, rimane la Meloni, che per questo motivo vola al 14% dei consensi. Ma ora bisogna decidere, se continuare a fare gli arrabbiati verso tutti e tutto o, se forse, conviene rimboccarsi le maniche e tornare a collaborare, almeno fino al 2022. La Bce incombe più del virus.

Per condividere vai a www.MarcoPAlmisano.com

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