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Cronache
Covid-19, licenza di aprire alla Calabria. Sui contagi non è come la Lombardia
Il premier Conte in una libreria

Quando guardo l'espressione del viso del Premier, mentre a reti unificate spiega i dettagli dei suoi DPCM, mi ricorda lo sgomento che mia madre aveva in volto quando i professori le dicevano che suo figlio era intelligente, ma che non mi applicava. In pratica: predicavo bene ma razzolavo malissimo. E lo stesso ha fatto il nostro Premier Giuseppe Conte in quelle uscite televisive, cariche di pathos, apprensione, eleganza e carisma: ci ha incantato tutti quanti, ma poi è andato tutto storto.

A cominciare dagli aiuti economici agli italiani: un disastro su tutti i fronti. Bonus, cassa integrazione, buoni spesa: tutto così complicato, farraginoso, difficoltoso, pieno di insidie e di trappole e di ritardi; senza contare i crash dei siti istituzionali preposti, primo fra tutti quello dell'Inps, che è andato in tilt due minuti dopo la dichiarazione del Premier.

E poi la burla delle mascherine: oh, ci fosse un cristiano che sia riuscito a trovarne una a 50 centesimi: forniture sbagliate dalla Cina, prodotti non conformi, incomprensioni, impossibilità, contestazioni, farmacisti nel caos. E per non parlare dei deliri dei "congiunti", e dei molteplici paradossi e delle stranezze del "liberi ma non liberi tutti" dal 4 Maggio: "puoi uscire ma non puoi uscire, puoi andare ma non puoi andare, e soprattutto puoi capire ma non puoi capire". In pratica: tiri i dadi, e se esce più di 6 hai buone probabilità di avventurarti fuori di casa, e se esce meno di 6 sono cazzi tuoi.

Non si è capito molto, e meno di tutti hanno capito Vigili e Poliziotti che hanno deciso anche loro di rinunciarci: si fanno vedere, sono presenti, fanno i musi duri, ma non sanno che pesci prendere, perchè anche gli ingaggi per tutti loro sono stati: "siate rigidi ma non siate così rigidi". Insomma: nessuno di noi sa ancora oggi cosa deve fare, nessuno capisce se l'aperitivo sui Navigli sia lecito; se andare al mare a Palermo sia ipotizzabile; e se non ridere a squarciagola davanti al rimbrotto del Sindaco di Milano Sala che si "incazza" (parole sue), sia davvero possibile.

Ma la cosa veramente più incomprensibile di tutte, quella che supera ogni logica di ragionamento lineare, è che nell'ultimo DCPM (sì, proprio quello con le ristrettezze e i divieti che si devono interpretare ad libitum, o con l'aiuto della sorte o con quello della fantasia e dell'improvvisazione) "tutto vale per tutti", e cioè non ci sono distinzioni tra Regioni che hanno più o meno contagi delle altre. In pratica: la Basilicata (solo per citarne una a caso) che non ha contagi da un pezzo, e che ha di fatto debellato il Coronavirus, deve comportarsi esattamente come la Lombardia, che invece ha il totale dei contagi e che rappresenta, da solo, quasi tutto il paese. Ohibò!

Sostanzialmente Sicilia, Calabria, Campania, Lazio, Basilicata, e a pioggia tutte le altre Regioni dove i contagi ormai sono di fatto più che contenuti, e che comunque non rappresentano più alcun grave pericolo per nessuno, devono assoggettarsi alla stessa rigidità dei protocolli di chiusura delle attività lavorative, che invece dovrebbero (condizionale d'obbligo), almeno per giustezza, riguardare soltanto la Lombardia.

Ma è normale? E' logico? No che non lo è, e infatti la Calabria ha chiesto di riaprire, ma lo Stato ha fatto braccio di ferro e il ricorso al Tar ha dato ragione allo Stato. E allo stesso modo: se Zaia, e tutti gli altri Presidenti di Regione che non riscontrano più oggettive situazioni di pericolo, volessero riaprire tutto quanto da lunedì, non potrebbero farlo, perchè a colpi di sentenze del Tar dovrebbero fare retromarcia. Ma soprattutto perchè Conte è intelligente, sì, certo che lo è; ma non si applica, ecco il vero perchè.

Insomma siamo alle solite: il Premier aveva conquistato il consenso di quasi tutti gli italiani con i suoi discorsi eleganti, pacati, paterni e credibili; con le sue umili scuse per i ritardi, le inefficienze, l'inadeguatezza dei pronti interventi mancati; per il pentimento del buon padre di famiglia che, chiedendo scusa a tutti gli italiani per gli errori fatti, si era impegnato a non farne più in futuro. E tutti gli hanno creduto e gli han dato fiducia! E lo hanno fatto anche quando il Premier ha chiesto alle Banche: "un atto d'amore", che è un po' come chiedere ad Hannibal Lecter di diventare vegetariano. Eppure ancora gli hanno creduto.

Ma poi tutto è andato a ramengo, l'idillio è finito, e ora ci ritroviamo di nuovo nei guai. Da una parte con la Lombardia impestata dal Covid (dove Fontana e Gallera non sanno più che cosa inventarsi per dire ai lombardi di rimanere tranquilli), e dove i milanesi hanno spento tutte le televisioni ormai da un pezzo, e sono andati sui Navigli a fare gli aperitivi, proprio come mesi fa Zingaretti consigliava di fare per combattere il Coronavirus. E dall'altra parte invece confliggono le realtà delle altre Regioni che, anche se non hanno più contagi, devono comunque rimanere al guinzaglio, non proprio a strangolo sul collo, ma pur sempre troppo corto per fare almeno mezzo passo in avanti per cercare di fare ripartire le loro attività.

Caro Premier, che tanto piace a quasi tutte le donne del paese, perchè non si applica? E' intelligente, non faccia l'errore che facevo io nell'età dell'adolescenza che avevo in mente solo il pallone, il motorino, le belle ragazze e gli amici. E anche io ero intelligente, almeno secondo i Professori; però a differenza sua, io ho sempre avuto almeno il sospetto che loro, a mia madre, mentissero.

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