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Cronache
Csm, Di Matteo attacca Davigo. "Incredulo. Doveva verbalizzare subito tutto"

Csm, Di Matteo attacca Davigo. "Incredulo. Doveva verbalizzare subito tutto"

Il caso della loggia "Ungheria" e dei dossier circolati tra magistrati, fa emergere sempre di più il momento drammatico che attraversa il Csm. Lo conferma un'intervista fatta all'ex pm antimafia Nino Di Matteo da Formigli su La 7 a "Piazza Pulita". "A prescindere dalle intenzioni, devastanti - spiega Di Matteo - sono gli effetti sulle istituzioni di una vicenda gravissima che ha molti passaggi ancora oscuri, con tratti inquietanti. Ma soprattutto - si legge sulla Stampa - Di Matteo non nasconde la sua «incredulità» sull’uso che Davigo ha fatto dei verbali. «Per un magistrato,  ciò che non è scritto non esiste. Ciò che non si verbalizza non conta niente". Vale per la ricezione dei verbali da Storari, ma ancor più «grave» è la veicolazione dei verbali, in modo confidenziale «se non clandestino», ad altri consiglieri del Csm,

Per questo motivo, - prosegue la Stampa - qualche giorno dopo aver ricevuto i verbali, Di Matteo ha chiamato il procuratore di Perugia Raffaele Cantone, «verbalizzando, io sì», quello che era accaduto, e all’inizio di maggio ha reso pubblica la vicenda, nel plenum del Csm. Sconcerto non minore, sostiene Di Matteo, deriva dalla successiva conoscenza del fatto che Davigo aveva parlato dei verbali (e di Ardita) a diversi consiglieri del Csm, coltivando «un’operazione di isolamento istituzionale» che imporrebbe a tutti loro, adesso, di «rivolgersi immediatamente all’autorità giudiziaria» per dire quello che sanno.

Come se non bastasse, si aggiunge anche la vicenda di un altro magistrato coinvolto in un'inchiesta di presunto abuso su una collega. Si tratta del Procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, che ha chiesto di andare in pensione in anticipo. il pm è ora sotto procedimento disciplinare davanti al Csm dopo le accuse di molestie sessuali rivoltegli dalla pm di Palermo Alessia Sinatra: la donna ha denunciato di essere stata molestata dal collega nel 2015. Il magistrato ritiene il prepensionamento una sua "scelta autonoma e personale", come è suo diritto avendo già maturato più di 44 anni di servizio". Ma un altro caso è ormai esploso.

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