Csm, Mattarella indice elezioni suppletive a ottobre: "Servono nuove regole" - Affaritaliani.it

Cronache

Csm, Mattarella indice elezioni suppletive a ottobre: "Servono nuove regole"

Caos totale al Csm

Csm: Mattarella indice voto suppletivo, fiducia incrinata ora voltare pagina

Sergio Mattarella indice elezioni suppletive per i due componenti del Csm che si sono dimessi dopo lo scandalo sulle nomine delle procure, come primo passo per "voltare pagina" e restituire alla magistratura "il prestigio e la fiducia che le note vicende hanno incrinato". Allo stesso tempo il presidente Sergio Mattarella ha scelto di indire le supplettive a ottobre perche' la richiesta di scioglimento anticipato del Csm contrasterebbe con la necessita' di cambiare le procedure elettorali da piu' parti richieste. 

CAOS CSM, PALAMARA TIRA IN BALLO LA "TALPA" DEL QUIRINALE. LA REAZIONE: "SOLO CALUNNIE"

Una talpa al Quirinale. Nelle carte dell’inchiesta di Perugia che sta travolgendo il Csm, l’ex presidente di Anm Luca Palamara tira in ballo il consigliere del presidente Sergio Mattarella per gli affari dell’Amministrazione della giustizia, Stefano Erbani. Lo scrive Repubblica, secondo cui Palamara durante i suoi interrogatori dice che il consigliere del Colle attraverso una catena di sant’Antonio, di bocca in bocca, di confidenza in confidenza, lo avvisa che il suo smartphone era stato “infettato” dal Gico della Guardia di Finanza con lo spyware trojan che trasforma un telefono in un microfono perennemente in ascolto. Accuse che Erbani ha bollato come “false” annunciando querele nei confronti di Palamara. Repubblica spiega che durante il suo interrogatorio, Palamara protesta la propria innocenza e, tra l’altro, per convincere chi lo ascolta di non avere mai avuto nulla da nascondere usa un argomento che ritiene decisivo. "Sapevo del trojan nel mio telefono", dice. "A Roma, se ne parlava", aggiunge. "Ma io parlavo con chi mi pareva. Non avevo paura di nulla perché non avevo nulla di cui temere". Dietro quel generico e assai evocativo "a Roma se ne parlava",, Palamara sembra voler proteggere un dettaglio non esattamente irrilevante. Chi ne parlava? E, soprattutto, chi ne parlava con lui? I pm glielo chiedono e il magistrato abbozza un’altra mezza risposta. "Se ne parlava alle cene". Quelle che, con cadenza ossessiva, dall’8 maggio in avanti, riunivano, sempre dopo la mezzanotte, consiglieri del Csm e i due parlamentari del Pd Cosimo Ferri e Luca Lotti per pianificare la nuova geografia giudiziaria del Paese. È a questo punto che i pm di Perugia contestano a Palamara proprio una delle intercettazioni ambientali captata in una di quelle notti dal trojan nello smartphone del magistrato romano. In quella registrazione, Palamara parla con Cosimo Ferri del software spia e i due fanno riferimento alla circostanza che a mettere sull’avviso di quelle intercettazioni siano stati dei consiglieri del Csm che a loro volta hanno saputo quella circostanza coperta da segreto da una fonte del Quirinale. Palamara a questo punto interrompe i pm che lo interrogano. "Lo sapete già, allora…". E fa il nome di quella asserita talpa indicata dai consiglieri nelle loro chiacchiere notturne a ruota libera: Stefano Erbani.

Robledo, l’ex procuratore di Milano, a 24Mattino su Radio 24: “Il riferimento di Luca Palamara al Quirinale è una manovra diversiva, per mettere in difficoltà le istituzioni”

 “Il riferimento che viene fatto da Luca Palamara, sia pure indirettamente, al Quirinale, mi pare una mossa difensiva tesa a mettere in difficoltà le alte istituzioni dello Stato, riparandosi sotto l’ombrello di confusione, di preoccupazioni e di paure. Mi pare una manovra diversiva né più e né meno”. Così Alfredo Robledo, ex procuratore aggiunto di Milano, ospite di Maria Latella e Oscar Giannino a 24Mattino su Radio 24. “I giovani magistrati vengono accalappiati subito dalle correnti, appena sono stati nominati uditori”. Lo ha detto l’ex procuratore di Milano Alfredo Robledo a 24Mattino di Maria Latella e Oscar Giannino su Radio 24. “Assolutamente sì” ha risposto l’ex magistrato ad una domanda sulla nuova generazione di magistrati che avrebbe una fibra morale più morbida. “Io vedo che oggi i giovani magistrati sono molto attenti alle carriere e ai rapporti ‘intercorrentizi’, e questo è il male vero”. Robledo ha concluso: “i giovani nascono in questo sistema e non ne vedono altri, non ne conoscono altri. Questo è il pericolo reale. Ed è più di un pericolo”.

Caso procure: pg Fuzio, contro Creazzo ideata strategia

Una "strategia di danneggiamento" del procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, candidato, con Marcello Viola e Franco Lo Voi, a succedere a Giuseppe Pignatone alla guida della procura di Roma. E' quella che e' stata prefigurata nella riunione notturna del 9 maggio scorso a cui i togati del Csm autosospesi Antonio Lepre, Corrado Cartoni e Paolo Criscuoli e i dimissionari Gianluigi Morlini e Luigi Spina presero parte con i deputati Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri e il pm di Roma Luca Palamara (indagato a Perugia per corruzione). E' quanto emerge dall'atto con cui il pg di Cassazione Riccardo Fuzio ha comunicato l'avvio dell'azione disciplinare per i cinque consiglieri di Palazzo dei Marescialli. In questa riunione, si legge nel documento, "erano state delineate e affrontate, anche al fine di una loro enfatizzazione, vicende che concernerebbero il dottor Creazzo, ipoteticamente ostative alla designazione": un "comportamento gravemente scorretto", ha osservato il pg, "nei confronti non soltanto dei soggetti istituzionali deputati" alle nomine dei dirigenti degli uffici giudiziari, ma anche "dei magistrati legittimamente ad esse aspiranti". Per il pg di Cassazione, poi, non ci sono dubbi: quell'incontro del 9 maggio con i due deputati e' stato "perfettamente programmato" per "tutti, indistintamente, i soggetti chiamati a parteciparvi": non e' stata, dunque, "una riunione ne' casuale e neppure estemporanea, con riferimento sia all'oggetto della discussione sia ai soggetti chiamati a intervenire". "Ciascuno dei partecipi - si legge nell'atto di incolpazione - conosceva perfettamente e preventivamente di cosa si sarebbe discusso e chi sarebbe intervenuto". In quella occasione, ha rilevato ancora il pg, "sono stati stabiliti accordi e 'deliberati' in dettaglio, strategie, modalita', tempi, nonche' previsti possibili ostacoli ed effetti di 'ricaduta', della pratica inerente la nomina del futuro procuratore della Repubblica di Roma". E nell'ambito di questa "discussione 'programmatica'" sul futuro capo della procura di Roma, Lotti, che nella capitale rischia il rinvio a giudizio per il caso Consip, ha rivestito "un ruolo pienamente attivo". Indicativa e' una frase intercettata ("si vira su Viola, si' ragazzi") pronunciata dallo stesso deputato: cio' denota "un'azione collettiva di cui e' partecipe lo stesso Luca Lotti, che si include appunto tra i promotori/autori della decisione stessa". Il finale della frase ("si', ragazzi"), "aggiunge una nota - ha evidenziato Fuzio - di inequivoca, indubbia familiarita' con gli astanti".