Ecomafie, le discariche in mano alle cosche. 24 arresti
I Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Reggio Calabria stanno eseguendo, in Calabria, Veneto e Francia, un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia reggina, nei confronti di 24 indagati per associazione mafiosa, turbata liberta' degli incanti, intestazione fittizia di beni e sottrazione di cose sottoposte a sequestro, con l'aggravante delle finalita' mafiose. Al centro delle indagini del ROS, le infiltrazioni della 'ndrangheta nel settore degli appalti ecologici, nel cui ambito sono stati accertati gli accordi tra le cosche reggine per la spartizione degli enormi profitti derivanti dalla gestione fraudolenta delle discariche regionali.
Documentato, anche, il controllo da parte degli indagati di imprese gia' sequestrate alla cosca con la complicita' di un amministratore giudiziario, anch'egli destinatario di un provvedimento restrittivo. Sequestrati beni aziendali e quote societarie per un valore complessivo di 18 milioni di euro. I particolari dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa, tenuta dal Procuratore della Repubblica Federico Cafiero de Raho che si terra' alle 11 presso il Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria.
Arrestato in Francia dal servizio regionale della polizia giudiziaria di Nizza e dal Ros, grazie al servizio di cooperazione Interpol, l'imprenditore ndraghetista Matteo Alampi. Con lui anche la moglie, Maria Giovanna Siclari. I due si trovavano in una localita' della Costa Azzurra. Alampi, subito dopo la scarcerazione avvenuta nello scorso mese di marzo, al termine di un periodo di detenzione per associazione mafiosa, si era trasferito a Villefranche sur Mer, per sottrarsi alla notifica della sorveglianza speciale. La polizia giudiziaria di Nizza ed il Ros lo hanno rintracciato, notificadogli il mandato di arresto europeo emesso dalla procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, per associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni. Matteo Alampi e' ritenuto la mente imprenditoriale dell'organizzazione criminale, gia' capeggiata dal padre Giovanni Alampi, quest'ultimo tratto in arresto nel 2010 nel corso dell'operazione "Il crimine", che ne aveva delineato il ruolo di capo del "locale" di Trunca, attivo nell'omonima frazione del capoluogo reggino.
Tra gli arrestati nell'ambito dell'operazione Rifiuti Spa 2 condotta stamani dai carabinieri del Ros di Reggio Calabria vi sono anche due noti avvocati penalisti reggini: Giulia Dieni e Giuseppe Putorti'. Entrambi destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere, sono accusati di associazione mafiosa poiche' avrebbero supportato e veicolato dinamiche interne alla cosca portando messaggi da e per il carcere.