Elezioni 2018, Ingroia fallisce ancora: Lista del Popolo allo 0,02 per cento
Elezioni 2018, Ingroia delude con la sua Lista del Popolo per la Costituzione
Tra i tanti delusi delle elezioni 2018 c'è anche Antonio Ingroia. L'ex pm di Palermo ha infatti subito una nuova sconfitta elettorale dopo il risultato sotto le aspettative raccolto nel 2013 con l'allora Rivoluzione Civile. Stavotla Ingroia aveva aderito, con meno enfasi, al progetto della Lista del Popolo per la Costituzione.
L'ex magistrato è il fondatore, insieme a Giulietto Chiesa, della lista, nata dal progetto politico La Mossa del Cavallo. Ebbene, a scrutini praticamente ultimati, la Lista del Popolo per la Costituzione ha raccolto lo 0,02% dei voti alla Camera e lo 0,03% dei voti al Senato. Nessuno dei candidati è stato eletto.
Una nuova delusione per Ingroia. Ecco uno strlacio del manifesto programmatico de la Mossa del Cavallo.
Questa forza inedita, che non sarà un partito (perché non potrà esserlo per ragioni fin troppo comprensibili) si fonda su tre pilastri. Primo pilastro: un appello al popolo, esplicito, sottolineato. Infatti, richiamando più marcatamente i valori della Costituzione la lista si chiama “Lista del popolo per la Costituzione”. Lo scopo è evidente: rovesciare nel suo contrario la discussione attorno al cosiddetto “populismo”. Come disse un saggio: “il populismo altro non è che la democrazia degli altri”. Il “populismo” denigrato e sbeffeggiato dai poteri è nient’altro che la risposta del popolo (dei popoli europei e dell’Occidente) alla violenza e all’espropriazione dei globalizzatori. Una risposta che, al momento, è spontanea, priva di una guida, priva di una spiegazione della crisi. Ma le grandi masse (incluse quelle italiane), pur non avendo gli strumenti per capirla, la percepiscono sempre più acutamente. E si stanno ribellando. Cercano partiti e movimenti che interpretino gli interessi del “basso” contro quelli dell’”alto”. La società disgregata attuale impedisce di individuare con chiarezza quali siano questi interessi del “basso”. Ma questi interessi esistono e cominciano ad esprimersi. È ad essi che bisogna rivolgersi senza esitazione, formulando le prime proposte possibili e ragionevoli.
Secondo pilastro. Una lista di uomini e donne “illustri”. Nel senso che occorre individuare un “governo” potenziale di persone con queste caratteristiche. Devono essere al di sopra di ogni sospetto, onesti, competenti. Devono riscuotere la fiducia della gente per il loro presente e il loro passato. Ovviamente devono anche essere coraggiose/coraggiosi, perché il compito che assumono sulle proprie spalle sarà pericoloso e difficile.
Terzo pilastro. Un appello al popolo, sincero, franco, onesto. Vogliamo cambiare il paese, radicalmente. Tutti devono sapere che non sarà facile né indolore. Non sarà un sentiero tra fiori. Bisogna indicare un percorso sul quale tutti i designati s’impegnano solennemente. È possibile, anzi sarà logico, che su temi non di programma ciascuno/a di loro abbia posizioni che non coincidano con quelle di altri. Non ci sarà tempo per definire una piattaforma ideologica, teorica, comune. Ma il percorso concordato dovrà essere perseguito compattamente da tutti. Appunto: non un partito, ma una lista. Non un monolite ma una convergenza tra diversi che giurano di stare assieme per un programma che non sarà minimo, perché sarà (e non potrà non essere) rivoluzionario. E che si fonderà, in primo luogo, sulla parola d’ordine di “Attuare la Costituzione”. Un programma rivoluzionario nella legge.