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Cronache

Eutanasia, ok da don Cannavera alla "morte dolce". Il vescovo lo richiama

Don Ettore Cannavera tra le file per il sì all'eutanasia legale a fianco dell'associazione Luca Coscioni

Eutanasia, il sacerdote sardo don Ettore Cannavera firma il referendum dell'associazione Luca Coscioni. Il vescovo di Cagliari lo richiama

"Ho firmato anche io il referendum per l’eutanasia legale e organizzato due incontri con docenti universitari e per questo sono stato 'richiamato' dal Vescovo di Cagliari per chiarire le mie idee". Don Ettore Cannavera lo ha rivelato durante il suo intervento al congresso dell’associazione Luca Coscioni. Il sacerdote sardo da tempo impegnato nel sociale, fondatore della comunità La Collina, è in prima linea in merito al dibattuto tema del fine vita.

Per don Cannavera la "morte dolce" può essere un'opzione se una persona pensa sia la scelta migliore per sé. “Nella mia visione di fede Dio è amore, non siamo individui singoli", ha spiegato, "conta la relazione con gli altri, il noi. Una caratteristica fondamentale dell’essere umano è la relazione. Occorre combattere la solitudine più che altro. Non lo chiamerei suicidio assistito, ma condiviso".

"A chi appartiene la nostra vita?" Chiede don Cannavera e risponde: "Non al singolo, ma alla comunità, alla nostra famiglia, a tutti. È un bene comunitario. Se a fronte di atroci sofferenze la decisione migliore per qualcuno è interrompere la vita allora io gli dico: fallo serenamente, sarai benedetto dal Padre Eterno”.

Quando a metà settembre circa aveva sottoscritto il referendum spiegava al Manifesto: "Cristo l’hanno messo in croce. E quando l’hanno crocifisso ha detto: 'Padre mio, perché mi hai abbandonato?'. Non è vero che la religione cristiana vuole la sofferenza. È una deformazione interpretativa. Dio ci ha creato per l’amore, per la gioia, per la felicità. Dio ci ha creato per godere la vita, non per soffrire”. 

“Si dice che essendo la vita un dono di Dio non può essere rifiutata. Io penso che la vita sia qualcosa di più articolato - aveva dichiarato -. Dio ha dato la possibilità di creare una nuova esistenza, ma ne diventa totalmente proprietario, responsabile, il titolare di questa nuova esistenza. L’esistenza non è riassumibile in essenza biologica. Non si esaurisce nel funzionamento del corpo. L’esistenza ha una sua essenza relazionale. Questo lo sostengo alla luce della mia visione biblica. Dio è un essere relazionale che noi definiamo amore. Dio è dunque amore. Se l’essere umano nella sua esperienza terrena non riesce più a sperimentare qualunque relazione, ossia l’amore, e chiede lui di poter porre fine all’esistenza, e la scienza conferma che la sua morte relazionale è irreversibile, allora perché non aiutarlo?"

In una nota Cappato, tesoriere dell'associazione Coscioni, ha ringraziato don Ettore, aggiungendo: "Sull'eutanasia è ora di aprire un dibattito anche teologico", grazie, spiega, all'intervento di don Ettore che "aiuta ad aprire finalmente il dibattito all'interno della Chiesa cattolica". 

Eutanasia Legale, firme in Cassazione

Oltre un milione e 200 mila le firme depositate l'8 ottobre da Marco Cappato dell'associazione Coscioni in Cassazione, per la prima volta raccolte anche online, segnando quella che è stata definita una "mattinata storica". Alla manifestazione che ha preceduto la consegna dei plichi hanno presenziato anche Valeria Imbrogno, compagna di Dj Fabo, morto con suicidio assistito in Svizzera a febbraio 2017, e Mina Welby vedova di Piergiorgio. Delle oltre 1,2 milioni firme, raccolte da più di 13.000 volontari in 6 mila tavoli di raccolta in oltre mille comuni, quasi 400 mila sono state online, hanno fatto sapere il comitato dei promotori.