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Garlasco, i Poggi non ne possono più: "Stasi non ci ha mai detto: non ho ucciso io Chiara"

Il legale del fidanzato della vittima: "Sulla scena del crimine c'erano più persone"

di Redazione

Garlasco, i Poggi: "Così siamo passati da vittime a colpevoli"

Il giallo di Garlasco continua. I genitori di Chiara Poggi adesso escono allo scoperto e raccontano retroscena inediti su quella drammatica giornata di 18 anni fa in cui è morta la loro figlia. "Basta fango contro Marco, nostro figlio era con noi in montagna. Io e lui - racconta Giuseppe Poggi a Il Fatto Quotidiano - quel giorno eravamo insieme in montagna con amici. Eravamo saliti fino a Croda del Becco, poi scesi giù superando il rifugio Biella, i telefoni non prendevano. Nel frattempo mia moglie aveva saputo della morte di Chiara e tentava di mettersi in contatto con noi". Poi i genitori di Chiara parlano di Stasi: "Noi, fino al suo arresto andavamo insieme al cimitero. Mi aspettavo sempre che ci dicesse: "Mi stanno indagando, ma non ho ucciso Chiara. Invece non lo diceva mai. Era strano".

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"Che poi a proposito di cose strane, oggi - proseguono i Poggi - stanno dicendo che Sempio è un assassino per tre telefonate di pochi secondi quella mattina, ma Stasi che ha fatto tutte quelle telefonate dalle 10 alle 13, allora? Chiara non rispondeva e lui non è andato a vedere cosa fosse successo per ore! E della bicicletta nera di cui Stasi non ha parlato? Di queste cose De Rensis non vuole discutere in tv". La replica di De Rensis, legale di Stasi, non si fa attendere. "Rispetto la sentenza, rispetto ogni pensiero della famiglia di Chiara e ho sempre detto che la mamma, il papà e il fratello possono dire quello che ritengono e io non mi permetterò mai di commentare".

"Ho letto le carte. Ritengo - prosegue il legale - che sulla scena fosse presente più di una persona, con ruoli diversi, però le mie idee, che ovviamente ho, me le tengo strette. Intanto io condivido il pensiero che questa indagine si deve concentrare sui fatti. Chiara - dice De Rensis a Filorosso su Rai3 - era una ragazza meravigliosa, che meritava di vivere la vita meravigliosa che si stava costruendo", ha aggiunto Antonio De Rensis, e "Alberto era un bravo ragazzo che meritava anche lui di vivere una vita diversa".

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