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Cronache
Il risveglio del voodoo nella cultura americana
Voodoo

Richard Campanella, illustre professore della Tulane University, ha confermato quanto abbiamo letto, ultimamente, sui giornali americani. I riti voodoo non sono scomparsi (come credevano alcuni gruppi religiosi statunitensi) ma, al contrario, sono aumentati in molte zone di questa nazione.

Basta andare - dice Campanella- a New Orleans,nella Louisiana. E se volete di piu' provate a raggiungere Sheldon,un paesotto della Carolina del sud, dove vive e vegeta il regno di Oyotunji, E' un villaggio di ex schiavi del West Africa che si dichiarano indipendenti dagli Stati Uniti e praticano voodoo haitiano. Gli abitanti del villaggio hanno imparato rapidamente il sistema monetario del resto del mondo: chiedono dieci dollari ai turisti, che vogliono entrare nel villaggio e magari acquistare le cianfrusaglie sparse dappertutto. Voodoo di notte. Come anche perfino a Brooklyn e Huntington Park, in California.

Qualcuno, in America, fa notare che e' il risultato di un inesorabile abbandono della religione cristiana. Ma non e' proprio cosi'. In realta' si tratta di una variante di varie tradizioni africane, cattoliche e americane. Per i credenti del voodoo,i nostri predecessori sono sempre con noi,in spirito. Ci osservano, ci ispirano, ci guidano. L'houngan e' l'equivalente del prete, dice quali strade seguire e le cose da fare per non urtare lo spirito. Ci sono anche le mambo,ossia le sacerdotesse,che in verita' sono soltanto guide spirituali,quasi tutte creole.

Alcuni anni fa il mensile "Scienza e vita nuova" mi chiese di andare a Haiti e seguire da vicino un rito voodoo. Ci volle tempo e pazienza. Comunque dopo un po' ero nelle colline di Elias Pina, all'interno di una specie di semicerchio formato da alberi secchi, ai quali erano appesi santini, candeline, fiori appassiti. Le donne ballavano in cerchio mentre cominciavono i canti. A un certo punto una di esse di colpo, si stacco' in modo brusco dal gruppo. Sembrava prcesa dalla tarantola. Un fiotto di bava le usciva dalla bocca. Le urla dei presenti mi rintronavano le orecchie. Che cosa dicevano? In quel momento mi accorsi che stavo sudando a freddo, nonostante il clima. Il mio sguardo venne attratto da un gallo con le piume bianche come neve, trattenuto per le zampe. Un secondo hungan aveva un pugnale lungo e affilato. Poi: zac, un colpo preciso della pesante lama taglio' di netto la testa del gallo.

Subito un uomo riempi' un coccio con quello che continuava a sgorgare, come fanno nelle nostre campagne, per riempire un fiasco di vino direttamente dal barile. Un altro uomo comincio' a succhiare il sangue; succhiava e urlava "bondye" (Dio). Quella sorta di cerimonia continuo' in una atmosfera di tensione.

Credo, anzi sono convinto, che i presenti facessero uso di droghe, che a Haiti usano tutti. Allora, ecco, per la prima volta, sentii la nostalgia di New York.

 

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