In Calabria impedite di recente esequie pubbliche di boss - Affaritaliani.it

Cronache

In Calabria impedite di recente esequie pubbliche di boss

Ministro don Angelino Alfano, accerti le responsabilità, che sembrano gravi, del questore di Roma, che non ha proibito, come avrebbe dovuto, le esequie in "stile Padrino" di Vittorio Casamonica "re di Roma". Appena poche settimane fa, a differenza del collega della capitale, il questore di Catanzaro non ha autorizzato i funerali di Domenico Bevilacqua, il boss degli zingari, conosciuto con il nome di “Toro Seduto”, che era stato ucciso, nel suo quartiere, e che già in passato era scampato a un agguato.

Eppure, non molti anni fa, le esequie di un anziano "capo-bastone, a Crotone, furono benedette, addirittura, da 2 sacerdoti ! Nel giugno scorso, invece, i funerali, in forma solenne, sono stati vietati dal questore di Reggio Calabria, Raffaele Grassi, per don Rocco Musolino, ritenuto un esponente di spicco della criminalità organizzata reggina. Un boss “senza certificato”, che la storia della ‘ndrangheta, decine di verbali di pentiti e recenti inchieste della Dda hanno inquadrato tra i principali mammasantissima della Calabria, un pezzo da 90, che si guadagnò l’appellativo di “Re della Montagna”. Se don Vittorio Casamonica – mai condannato per mafia – ha "conquistato" Roma, Rocco Musolino teneva sotto scacco tutta la provincia di Reggio Calabria, compresi magistrati “disponibili”, politici “corrotti” e imprenditori “compiacenti”. Ma un funerale “da boss” non lo ha avuto, perché il questore ha fatto il suo dovere, firmando un provvedimento, notificandolo alla famiglia e al sacerdote, che avrebbe dovuto celebrare il rito religioso.

Pietro Mancini