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Cronache
Jova Beach Party, Adriatica intasata: non basta l’esodo a 42°, c'è Jovanotti

Jova Beach Party, strade in tilt per il mega concerto di Jovanotti

E’ qui la festa? Sì ma a 42 gradi all’ombra sull’Autostrada Adriatica. E non è una figata perché una storia così non c’è mai stata! Grazie Jova! Dopo tre anni di congestioni sulla A14 all’altezza Porto San Giorgio-Grottamare perché ci è voluto più tempo per ripristinare una galleria incendiata che l’intero ponte Morandi crollato a Genova, e ci volevano due ore circa per percorrere 20 km (tra gallerie e lavori), oggi si è aggiunto al sempre eterno esodo del primo week end delle vacanze di agosto il Jova Beach Party nella stessa zona, al Lido di Fermo. E vai col party, in autostrada però, insieme ai 20 milioni di italiani in viaggio! Grazie per l’idea, anche se “la festa” era un po' calda e affollatina.

Migliaia di persone, intere famigliole con bambini, anziani, cani, gatti e pallone al seguito erano oggi in automobili cariche fino agli occhi completamente fermi o procedevano a passo d'uomo tra Civitanova Marche e San Benedetto del Tronto, nel tentativo di spostarsi verso Sud: 2 ore e mezza di fila per fare 50 km. A chi disperato chiamava la Polizia stradale si sentiva le Forze dell’Ordine attonite rispondere: “Oltre all’esodo, alle gallerie e ai lavori c’è anche il concerto di Jovanotti. Tante persone si stanno spostando per raggiungerlo. E’ un esodo continuo. La coda arriva fino a San Benedetto del Tronto con i rallentamenti”.

In alternativa c’è la strada Nazionale, verrebbe da chiedere. La Polizia: “E’ disastroso anche sulla Nazionale perché la strada è stretta e piena di problemi”. Il traffico è completamente bloccato. La gente nelle auto era inferocita. Forse non aveva capito che “la festa” iniziava già dall’autostrada. Peccato che al casello col pedaggio non davano anche i free drink! Ora sarebbe interessante sapere chi siano quei geni dell’organizzazione del Jova e dell’amministrazione pubblica che hanno pensato di fare il concerto proprio oggi, durante l’esodo e in una tratta così problematica.

La festa/concerto sarà bellissima e porta un sacco di soldini ma i disagi chi li paga? 

E’ la seconda data del tour sempre al Lido di Fermo, del mega festival musicale sulle spiagge ideato da Jovanotti, Lorenzo Cherubini. Ieri la prima e ci sono state polemiche su una possibile devastazione ambientale della zona e la presenza di lavoratori in nero nell’allestimento.

Jovanotti in un video su Instagram è intervenuto così: “Ieri sera è uscita la notizia che c’era stata un’ispezione nel cantiere del Jova Beach Party, mentre montavamo, ed erano stati trovati dei lavoratori non in regola. Allora siccome è una cosa molto seria, per quanto mi riguarda, nel senso che è lavoro...non è la fuffa… è una notizia che mi ha preoccupato ma non allarmato perché lavoro con la Trident e in particolare con Maurizio Salvadori dal 1988, e da allora abbiamo fatto tournée di tutti i tipi grandi e piccole, discoteche, locali, bar, stadi e non c’è mai stata una contestazione sul piano delle leggi sul lavoro, giusto? (Jovanotti lo chiede a Salvadori che è seduto di fianco e che risponde: Giusto!)

La spiegazione che si è dato Jovanotti è che il Jova Beach Party porta eventi così grandi in contesti piccoli e mette in moto tutto “un livore locale e microvendette” nelle zone. Alla fine appaiono queste notizie negative, una sorta di killeraggio perché la notizia d’agenzia in oggetto è uscita la sera tardi e non c’era il tempo di replicare, vista la chiusura dei giornali. Interviene Salvadori e spiega che la Trident collabora con 20 società che danno vita all’evento. Queste società “per trovare 700 facchini che servono ad ogni tappa e fanno arrivare i facchini ...ed è impensabile che ci siano dei lavoratori in nero. Può esistere qualche infrazione formale”. Sempre Salvadori: “A noi ci hanno dato 1400 euro di multa perché non avevamo perfettamente transennato l’area del cantiere, in una parte mancava il nastro bianco e rosso, probabilmente si era strappato, e pagheremo”. Jovanotti: “Quindi è un divieto di sosta...” Salvadori: “Un divieto di sosta ed è l’unica che ci è stata fatta”.

Poi Salvadori spiega che non c’è neanche il lavoro nero perché le società a cui era stato sollevato il problema sono risultate a norma e i 17 lavoratori sotto i fari stanno lavorando tutt’ora. Infine Jovanotti sull’ambiente: “Il Jova Beach Party non mette in pericolo nessun ecosistema, non devastiamo niente, le spiagge non solo le ripuliamo ma le portiamo a un livello migliore di come le troviamo. Ce lo riconoscono tutte le amministrazioni locali. Il Jova Beach non è un ‘progetto green wash‘ che è una parola finta che mi fa cagare. Jova Beach Party è un lavoro fatto bene. Potete verificarlo. Il mio pubblico ha una coscienza alta rispetto all’ambiente. Continuate voi, econazisti che non siete altro, continuate ad attrarre l’attenzione utilizzando la nostra forza… sono fatti vostri. Io dico che questo è un progetto fatto molto bene e che guarda all’ambiente”.

Tutto bellissimo e perfetto, noi crediamo a Jovanotti. E poi da giovani in tanti hanno lavorato in Italia nel settore concerti e montaggio palchi e sanno che è così. Ma le migliaia di automobilisti che oggi erano sull’Adriatica, sperando che per Jovanotti non siano dei nazi-rider del traffico, lo ringraziano per la lungimiranza nella scelta della data dell’evento che più che creare un "livore locale e microvendette" come afferma Jova, hanno portato, e lo diciamo sommessamente, "una congestione totale". 

Una nota stonata, se possiamo permetterci l’azzardo e non essere tacciati di "microvendette": mancano i free drink al casello dell'autostrada! 

 

 

 

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