Cronache
L'Ilva spegne i forni: lavoratori in cassa integrazione straordinaria

Lunedì nell'Ilva di Taranto via alla manovra di spegnimento dell'altoforno 2 dopo il sequestro senza facolta' d'uso ordinato dalla Procura di Taranto a seguito dell'incidente sul lavoro mortale e convalidato lunedi' scorso dal gip. Dopo la fermata dell'altoforno 2, partira' a ruota quella dell'altoforno 4 avendo gia' l'Ilva valutato, tecnicamente, che il siderurgico di Taranto non puo' marciare con un solo altoforno - l'1 e il 5 sono gia' fermi per lavori - per problemi ambientali ed economici. Un solo altoforno in produzione significa infatti, secondo l'Ilva, impatto ambientale a monte e problematica gestione economica a valle in quanto bisognerebbe ridurre il numero di colate dell'unica acciaieria attualmente in funzione, la 2, mentre la 1 e' gia' ferma da meta' marzo conseguentemente allo stop dell'altoforno 5.
La doppia fermata di Taranto, si apprende ancora da fonti aziendali, avrebbe anche ripercussioni sui siti della Liguria dell'Ilva mentre per il personale - crescerebbe infatti sensibilmente il numero delle unita' inattive - si prospetterebbe il ricorso alla cassa integrazione straordinaria. Questo programma potrebbe subire modifiche sostanziali solo in due casi: se la Procura o il gip di Taranto dovessero rispondere a stretto giro alla richiesta dell'azienda di dilazionare di dieci giorni la fermata dell'altoforno 2, accogliendola, e se il Governo, nel Consiglio dei ministri di stasera, dovesse intervenire con un provvedimento, un decreto, sul sequestro che riguarda il siderurgico.
Da fonti aziendali infine si apprende che gli avvocati dell'Ilva stanno lavorando, e potrebbero anche averla gia' presentata alla Procura di Taranto, ad un'istanza di dissequestro, e non piu' facolta' d'uso dell'impianto, dell'altoforno 2. Le fonti aziendali definiscono "molto innovativa" quest'ultima istanza degli avvocati perche' accompagnata da relazioni tecniche, tra cui quella degli specialisti dell'impresa Paul Wurth, e dalla ricostruzione della dinamica dell'incidente dell'8 giugno sul piano di colata dell'impianto, costato la vita al 35enne Alessandro Morricella, dipendente del siderurgico. L'Ilva, quindi, a meno di nuovi sviluppi sul fronte giudiziario e istituzionale, fermerebbe l'altoforno 2 come da cronoprogramma presentato alla Procura e al custode giudiziario dell'impianti, affidandosi poi alla nuova istanza. Istanza che riguarda solo il sequestro della Procura per l'incidente mortale. L'altoforno 2 resterebbe comunque sotto sequestro, ma con facolta' d'uso, in base al vecchio provvedimento adottato per tutta l'area a caldo dal gip Patrizia Todisco tempo addietro per il reato di disastro ambientale contestato all'Ilva e ora oggetto di 52 richieste di rinvio a giudizio formulate al gup dalla stessa Procura.