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Cantalamessa (Lega): “Crisi di valori e web spingono i minori al crimine. Serve un’alleanza tra Stato, scuola e famiglie”
Un'ondata di violenza giovanile sta travolgendo le città italiane. Parla il senatore della Lega Gianluca Cantalamessa

La violenza giovanile che invade la cronaca: tra proiettili vaganti e modelli negativi. La parola alle Istituzioni
La violenza tra i giovani non è più un dramma isolato: è un'emergenza che colpisce piazze, strade e vite innocenti. I recenti fatti di cronaca lo dimostrano con crudezza. Tra gli ultimi, l’episodio del 18enne colpito da un proiettile vagante a Boscoreale lo scorso 2 novembre, di cui sarebbero responsabili due giovani di 18 e 23 anni. Ma questo caso non è isolato. Sempre più spesso, i minori non sono solo vittime: sono autori di reati gravi. A far chiarezza sul fenomeno dilagante, il senatore della Lega Gianluca Cantalamessa.
Cantalamessa (Lega): "Crisi valoriale e web: così i minori diventano criminali. Servono prevenzione e repressione, tutti insieme"
Nel 2024, oltre 44mila reati sono stati commessi da minorenni, di cui 2.500 da ragazzi al di sotto dei 14 anni. Un boom che interroga società, famiglie e istituzioni. Per il senatore Gianluca Cantalamessa (Lega), il fenomeno ha radici profonde. I ragazzi di oggi maturano prima grazie all'accesso illimitato al web e non possono essere paragonati a quelli di un tempo: per questo serve un aggiornamento del codice penale.
Al centro c'è una crisi valoriale: videogiochi che premiano omicidi e spaccio, magliette con simboli mafiosi diventate status, serie tv come Gomorra e Suburra che offrono modelli negativi. "Gli psicologi lo confermano: i bambini tendono a imitare ciò che vedono", spiega Cantalamessa.
Sul fronte delle soluzioni, il governo ha agito su prevenzione e repressione. Tra le misure preventive: il ritorno dell'educazione civica grazie al ministro Valditara, la bocciatura per insufficiente in condotta, sanzioni pesanti ai genitori che non garantiscono l'obbligo scolastico e il ripristino dei Giochi della Gioventù per promuovere lo sport come strumento formativo.
Sul piano repressivo, il decreto Caivano introduce arresti preventivi per minori armati illegalmente e ammonimenti sotto i 14 anni con responsabilità diretta dei genitori. È stata inoltre proposto l'oscuramento dei profili social per condannati di reati gravi e una nuova aggravante per l'istigazione a delinquere minorile con metodo mafioso, anche attraverso canzoni o altri media. Infine, la possibilità di trasferire dai centri minorili i ragazzi irriducibili, per non compromettere chi può ancora essere recuperato.
"Queste sono solo alcune delle iniziative della Lega negli ultimi due anni", sottolinea Cantalamessa. "La politica sta facendo la sua parte, ma senza un'alleanza tra scuola, famiglie, terzo settore e istituzioni non si vince. Questa battaglia o la vinciamo tutti insieme, o la perdiamo tutti insieme".
Il caso di Boscoreale è l'emblema di una violenza che si insinua nelle vite quotidiane, alimentata da modelli culturali distorti da un vuoto educativo. I dati parlano chiaro: baby gang, risse armate e sparatorie tra adolescenti sono in aumento in molte città italiane, da Napoli a Milano, passando per Roma.
Ma le misure citate, dal decreto Caivano all'educazione civica, rappresentano un tentativo concreto di invertire la rotta, puntando su responsabilità condivisa. Non basta reprimere: serve prevenire, educare e offrire alternative. Solo un'alleanza tra istituzioni, famiglie e società può fermare questo boom di violenza. Altrimenti, proiettili vaganti continueranno a rubare futuri innocenti".
  
  
  