La Corte d'Appello di Lecce ha riconosciuto a un pilota della Nardò Technical Center, azienda parte integrante di Porsche Engineering Group GmbH, un rapporto di lavoro subordinato "alle dirette dipendenze dell'utilizzatore", a decorrere dal 2015. L'uomo ha fatto ricorso dopo aver avuto 111 rinnovi del contratto a tempo determinato.
Lo comunica la Fiom Cgil Lecce che ha seguito il lavoratore nel ricorso. Il sindacato spiega che "l'azienda voleva proprio lui, eppure non era disposta a stabilizzarlo o assumerlo alle sue dipendenze: così - aggiunge - ha trovato più conveniente sottoscrivere 111 (centoundici) contratti di somministrazione di breve durata, che a volte scadevano il venerdì e ripartivano il lunedì successivo. Apparentemente un'operazione legittima dal punto di vista dell'autonomia privata, ma che in realtà è fraudolenta".
Secondo i giudici - evidenzia il sindacato - l'azienda di Nardò non ha richiesto all'agenzia interinale la semplice somministrazione a tempo determinato della manodopera di un lavoratore, genericamente rispondente ai requisiti tecnici di un determinato livello di inquadramento contrattuale. Ma ha richiesto la somministrazione di uno specifico lavoratore per circa tre anni e mezzo. Identificare un singolo lavoratore manifesta chiaramente la rilevanza "dell'intuitu personae", scrivono i giudici: ossia l'aspetto fiduciario e le specifiche qualità professionali del prestatore di lavoro. La Corte d'Appello ha quindi annullato l'ultimo contratto in somministrazione del lavoratore e riconosciuto la sussistenza di un rapporto di tipo subordinato a tempo indeterminato a decorrere dal 2015. Ntc è stata anche condannata al pagamento di una indennità pari a cinque mensilità in base al terzo livello del contratto collettivo nazionale metalmeccanico in cui è stato inquadrato il 'driver' per decisione dei giudici. L'azienda dovrà poi pagare le differenze retributive tra il livello precedentemente applicato e l'attuale, oltre alle spese legali.
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