Libia, ecco il piano per 30 raid Usa contro l'Isis - Affaritaliani.it

Cronache

Libia, ecco il piano per 30 raid Usa contro l'Isis

Un'ondata di raid aerei contro 30/40 obiettivi dell'Isis sparsi in quattro zone della Libia, per aprire la strada a un intervento di terra delle milizie libiche sostenute dall'Occidente. E' questa una delle opzioni del dettagliato piano militare Usa per colpire la minaccia jihadista presentato dal Pentagono alla Casa Bianca. Secondo quanto riferisce il New York Times, il piano approntato e' stato illustrato ai consiglieri per la sicurezza nazionale del presidente americano, Barack Obama, ma per ora e' accantonato in attesa di vedere se gli sforzi diplomatici riusciranno a condurre in porto la creazione di un governo di unita' nazionale libico. Il difficile equilibrio che gli Stati Uniti, insieme agli alleati stanno cercando di mantenere e' quello di sostenere il fragile processo politico in atto senza lasciare troppo tempo all'Isis per svilupparsi e resistere cosi' a un intervento militare.

Tra gli obiettivi dell'ondata di raid aerei previsti dai vertici militari Usa ci sono campi di addestramento, centri di comando e depositi di munizioni, in modo da colpire in profondita' le capacita' di reazione dello Stato islamico in Libia. Lo schema dettagliato approntato dal Pentagono, continua il quotidiano, ha suscitato qualche perplessita' al dipartimento di Stato, dove si teme che, se non ben coordinati, i raid possano mettere a repentaglio gli sforzi Onu per arrivare a un esecutivo libico con il sostegno di tutte le parti.

"I corpi devono essere consegnati a Tripoli al procuratore generale e, se tutto andrà come previsto, saranno a Tripoli a mezzogiorno": lo detto all'Ansa il sindaco di Sabrata, Hussein Al-Zawadi, contattato per telefono, riferendosi alle salme dei tecnici uccisi in Libia, Salvatore Failla e Fausto Piano che si trovano al momento nella vicina Surman.

Calcagno, facevamo progetti per tenere mente libera - "Facevamo tanti progetti, anche per mantenere la mente libera". Cosi' Filippo Calcagno, uno dei due tecnici italiani della Bonatti, intervistato da Gerardo Greco nella puntata di Agora' (Rai3). "Tutti e quattro insieme magari, una volta rientrati, ci saremmo rivisti con le famiglie, poi facevamo progetti nelle nostre case: chi aveva un pezzetto di terreno, fare una casa. Failla parlava di un capannone per l'attivita' di meccanico perche' lui era un bravo saldatore ma un meccanico fai-da-te ma bravo anche in quello, l'ho capito parlando con lui".

E racconta i giorni di prigionia:  “Il giorno 3 di agosto, percio’ dopo quindici giorni dal rapimento, loro entrano e ci chiedono un numero da poter contattare e noi naturalmente diamo quello della Societa’: era l’unico che ricordavamo, gli altri li avevamo nei cellulari ma ci avevano tolto tutto. Noi glielo dicevamo: “Avete i cellulari, guardate lì dentro”. Il giorno 9 – ha proseguito il tecnico siciliano- “entrano e ci dicono di fare una registrazione per “spingere” a fare qualcosa. Ma ci torna un po’ la speranza il giorno 14, quando ci chiedono di conoscere cose che solo noi sapevamo: a me chiedevano la data del matrimonio, e queste domande ci avevano un po’ alimentato la speranza che si apriva la trattativa. Poi silenzio totale. E iniziano le ritorsioni, e ogni giorno aumentavano: non ci davano da mangiare, non ci facevano andare in bagno. Ci avevano detto di bussare alla porta se avevamo bisogno di andare in bagno, ma un giorno, quando Failla si è permesso di farlo, sono entrati e hanno iniziato a prenderlo a pugni. E da quel momento ci hanno proibito di bussare, lasciandoci un secchio per le nostre necessita’…”