Cronache

Livorno, 1000€ di multa per aver offeso un'infermiera. Il caso di una 18enne

Di Redazione Cronache

Dalla ragazza frasi "ingiuriose" contro la donna. E crescono gli episodi di violenze su chi lavora nella sanità

Livorno, la paziente multata per aver insultato un'infermiera. La legge 113 del 2020

Da un pronto soccorso di Livorno arriva una decisione che non è un'abitudine ma anzi un'eccezione. Una 18enne è stata sanzionata e dovrà pagare una multa di mille euro, per aver offeso un'infermiera. Questo è quanto stabilito dai carabinieri del Nas, il Nucleo antisofisticazione e sanità, dopo che - si legge su Il Messaggero - la direzione generale dell’Ausl Toscana nord-ovest aveva segnalato il caso. Le offese hanno investito una professionista che aveva il compito di accogliere le urgenze dalla postazione di triage in giornate particolarmente complesse, con gli ospedali alle prese con il boom di influenze. Non è di certo la prima volta che nelle strutture sanitarie la tensione sale alle stelle e a farne le spese sono i dipendenti della sanità pubblica. Messi a dura prova dall’emergenza pandemica prima, devono ora fare i conti con un crescendo di aggressioni.

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Violenze - prosegue Il Messaggero - non solo verbali, ma talvolta fisiche, come denunciato dai sindacati che li rappresentano. La 18enne, da quanto ricostruito, si è presentata presso il presidio ospedaliero ‘Ospedali riuniti’ del capoluogo toscano durante il periodo natalizio; ma l’approccio con una delle infermiere di servizio è stato tutt’altro che festivo. Dall’istruttoria avviata dai militari dopo la comunicazione dell’azienda sanitaria, è emerso che la giovane avrebbe denigrato la dipendente del nosocomio senza rispettarne il ruolo. La legge 113 del 2020 punisce infatti con una sanzione da 550 a 5.000 euro "chiunque tenga condotte violente, ingiuriose, offensive o moleste nei confronti di personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria o anche di chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso funzionali allo svolgimento di dette professioni presso strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche o private".