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Cronache
Messina, blitz anti-mafia contro il clan dei Nebrodi: scattano 37 arresti

Mafia: colpo al clan dei Nebrodi, 37 arresti

Dalle prime luci dell’alba, i Carabinieri del ROS e del Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, i Finanzieri del Comando Provinciale e il personale della Squadra Mobile della Questura di Messina, nell’ambito di una vasta operazione contro l’associazione mafiosa di Tortorici (Messina), operativa nell’area dei Nebrodi, stanno dando esecuzione ad un ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Messina, su richiesta dalla locale Procura della Repubblica a carico di 37 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione dedita alla coltivazione/acquisto/detenzione/cessione e al commercio al minuto di sostanza stupefacente di vario tipo, estorsione, trasferimento fraudolento di valori, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche in concorso, riciclaggio e autoriciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, malversazioni di erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e tentata violenza privata.

In particolare dalle indagini è emersa ancora una volta l’operatività della famiglia mafiosa tortoriciana nelle sue articolazioni dei Bontempo Scavo e dei Batanesi e il forte interesse dell’organizzazione al percepimento fraudolento di ingenti contributi erogati dalla Comunità Europea attraverso la commissione di un elevatissimo numero di truffe. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 10.30 del 6 febbraio presso la Stazione Carabinieri di Tortorici sita in Contrada San Paolo 17.

Mafia, blitz contro i Nebordi. Antoci: "Clan volevano fermarmi: ha vinto lo Stato"

"L’operazione di oggi evidenzia, ancora una volta, in modo chiaro il contesto in cui ci siamo mossi in questi anni mettendo in luce le motivazioni per le quali la mafia, attraverso quel terribile attentato, voleva fermarmi. Nonostante la consapevolezza che, con questa ulteriore ed imponente operazione, l’odio e il rancore contro di me cresceranno ancora di più, è comunque tanta la felicità che provo oggi nel vedere che il nostro lavoro serva al Paese e alla lotta alla mafia”. Lo afferma l’ex presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, riferendosi all’operazione che ha inferto un duro colpo alla mafia di Tortorici operativa nell’area dei Nebrodi. Antoci, al quale si deve il “Protocollo” che porta il suo cognome ed è diventato legge dello Stato, subì un attentato mafioso la notte fra il 17 e il 18 di maggio 2016.

“Se ho potuto completare il lavoro del Protocollo e poi della Legge – continua Antoci –  lo devo a quei coraggiosi operatori della Polizia di Stato, gli uomini della mia scorta, che quella notte mi salvarono la vita. La mafia, come ulteriormente certifica questa importante operazione, voleva fermare tutto questo uccidendomi, ma loro, quella notte, con coraggio e sprezzo del pericolo, rischiando la loro vita, lo hanno impedito. Lo Stato ha vinto, abbiamo colpito con un Protocollo, oggi Legge dello Stato, e con un’azione senza precedenti, la mafia dei terreni – aggiunge Antoci - ricca, potente e violenta, pur rischiando la vita e perdendo la libertà mia e della mia famiglia. E’ una vita difficile e complicata, ma giornate come questa danno l’assoluta certezza che ne vale la pena. Sì, lo Stato ha vinto e oggi ancora di più”.    L’operazione Nebrodi risale a gennaio 2020, portò all’arresto di quasi un centinaio di persone ed al sequestro 151 aziende agricole. Il processo di primo grado si è concluso con condanne per più di sei secoli di carcere. 

LEGGI ANCHE: Blitz antimafia della Guardia di Finanza, ventisei indagati in quattro regioni

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