Mafia, sequestrato davanti alla figlia e ucciso: 4 arresti dopo 17 anni - Affaritaliani.it

Cronache

Mafia, sequestrato davanti alla figlia e ucciso: 4 arresti dopo 17 anni

Mafia, dopo 17 anni i killer di Giampiero Tocco incastrati dal disegno della figlia che aveva assistito al sequestro: 4 arresti

Svolta su un omicidio di mafia dopo 17 anni. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro esponenti di spicco di Cosa nostra: Ferdinando Gallina, 40enne di Carini, Giovan Battista Pipitone, 69enne di Carini, Vincenzo Pipitone, 61enne di Torretta, Salvatore Gregoli, 59 anni, di Palermo, accusati dell'omicidio di Giampiero Tocco, ucciso con il metodo della lupara bianca, strangolato e sciolto nell'acido. Il 26 ottobre del 2000 era stato sequestrato da un commando di uomini travestiti da poliziotti che avevano inscenato un posto di controllo a Terrasini: quando lo fermarono, mentre era alla guida del suo fuoristrada, a bordo c'era la figlia di sei anni che venne risparmiata. Fu proprio la bambina a chiamare poi la madre e fornire poi indicazioni sull'accaduto attraverso un disegno.

Il tutto venne registrato dalle microspie che i carabinieri avevano installato nel fuoristrada poiche' sospettavano il coinvolgimento di Tocco nell'uccisione di Giuseppe Di Maggio, figlio di Procopio, gia' reggente della cosca mafiosa di Cinisi e storico alleato di Toto' Riina. Alla svolta nelle indagini hanno contribuito le recenti dichiarazioni del neo collaboratore di giustizia Antonino Pipitone, della cosca di Carini, e quelle dei pentiti Gaspare Pulizzi e Francesco Briguglio.

Tali dichiarazioni e i conseguenti riscontri eseguiti dai militari dell'Arma hanno consentivano di ricostruire il delitto (per il quale furono gia' condannati in via definitiva Salvatore Lo Piccolo, il figlio Sandro, Damiano Mazzola e i due collaboratori di giustizia, Pulizzi e Briguglio) e determinare i ruoli ricoperti dagli attuali destinatari del provvedimento restrittivo: Antonino Pipitone e Gregoli inscenarono (con l'aiuto di Gallina, Pulizzi, Mazzola, e i Lo Piccolo che fungevano da "staffetta"), il finto posto di controllo della polizia, indossando apposite pettorine e utilizzando un'auto con lampeggiante per fermare il fuoristrada, sequestrare Tocco e condurlo materialmente in un'abitazione a Torretta; Giovan Battista Pipitone e Vincenzo Pipitone con i Lo Piccolo, hanno proceduto all'interrogatorio e a strangolare la vittima; Ferdianndo Freddy Gallina e Pulizzi effettuarono i preliminari sopralluoghi lungo l'itinerario percorso nei giorni precedenti dalla vittima, partecipando poi alla staffetta di supporto ai finti poliziotti, i due caricarono il cadavere all'interno di un'auto e lo trasportarono in Contrada Dominici di Torretta, dove venne sciolto nell'acido alla presenza di Angelo Conigliaro (deceduto), Vincenzo, Giovan Battista e Antonino Pipitone. Le dichiarazioni di Antonino Pipitone hanno confermato anche il movente del delitto che, effettivamente, e' da ricollegare alla scomparsa del figlio di Procopio Di Maggio, "Peppone", e alla reazione di stampo mafioso decisa dai Lo Piccolo a quell'episodio, evidentemente considerato una sorta di attacco al loro dominio criminale.