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Cronache
Malasanità, ecco come farsi rimborsare gli errori dei medici con Periplo

Periplo, la realtà che difende i cittadini dagli errori dei medici

Oltre 300.00 i casi di malasanità denunciati in Italia ogni anno. Numeri ancora troppo alti che nell’ambiente medico/sanitario non tendono a scendere, con danni pesanti, spesso irreversibili, non solo per i pazienti, ma anche per le famiglie. La malasanità, anche in era Covid, si presenta come fenomeno troppo diffuso a causa di errori commessi da medici o personale sanitario che potevano essere evitate. Avere giustizia e risarcimento, anche a distanza di tempo dal fatto avvenuto, è un diritto per tutte quelle vittime di malasanità che hanno subito il cosiddetto danno biologico, con lesioni, temporanee o permanenti, dell’integrità psicofisica della persona.

Periplo Familiare - la prima associazione italiana per le vittime di malasanità - si occupa di tutti gli aspetti del percorso di richiesta del risarcimento. 

L’equipe dell’Associazione, composta da avvocati e medici legali esperti nelle varie branche mediche, segue ogni fase del procedimento, supportando le vittime di malasanità per tutto il tempo necessario, fino all’ottenimento del risarcimento per i danni subiti.

Periplo Familiare ha un ulteriore tratto distintivo: è la prima associazione italiana ad essersi occupata di medical malpractice, ovvero della tutela legale delle vittime di errori medici. Costituita nel 1992, l’associazione si è avvalsa da subito del contributo di illustri luminari del diritto sanitario, inoltre può vantare di aver avuto come Presidente onorario il celebre giudice Santi Licheri (noto per il programma televisivo Forum) successivamente sostituito dal professor Angelo Fiori, Professore Emerito dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore “A. Gemelli” di Roma.

Abbiamo intervistato la Dott.ssa Francesca Piroso (Direttrice di Periplo Familiare) e l’Avv. Enrico Maria Caroli (Consulente legale dell’associazione).

FRANCESCA PIROSO
 

Dottoressa Piroso. l’associazione Periplo Familiare opera in tutto il territorio nazionale?

Assolutamente sì e dal 1992 che siamo vicini ai cittadini. Periplo è la prima associazione nazionale che si è occupata unicamente di malasanità. Le nostri sedi principali sono a Roma e Milano, ma attraverso un network di professionisti fidelizzati e specializzati nelle rispettive branche operiamoe forniamo assistenza su tutto il territorio italiano. 

Lei parla di professionisti qualificati. A quale tipologia si riferisce?

Medici legali naturalmente, in primis, che siano capaci di comprendere i presupposti per un’eventuale azione legale e che sappiano inoltre apprezzare le criticità del singolo caso nell’ottica di un risarcimento del danno. A seguire il comparto legale, quindi avvocati, il secondo step dopo l’accurata analisi dei consulenti tecnici.

In cosa consiste il lavoro di Periplo Familiare? 

Periplo familiare raccoglie la testimonianza di tutti coloro che si ritengono vittime di malasanità. Ascolta la persona che molto spesso è già profondamente scossa dagli eventi, soprattutto laddove il danno è davvero invalidante sia a livello fisico che psichico. Valuta dunque la prima fase di responsabilità a carico degli operatori sanitari e delle strutture avvalendosi di esperti. 

Se la risposta è positiva viene poi incaricato un medico legale esterno facente parte del nostro network fiduciario al quale spetterà il primo parere di fattibilità. Qualora la responsabilità fosse nuovamente confermata anche dal medico legale egli poi ci fornirà una relazione dettagliata. Da lì parte l’azione legale. 

La cosa più sorprendente è che non sono previsti costi anticipati a carico del danneggiato… 

L’associazione Periplo nasce proprio con l’intento di tutelare il diritto al risarcimento delle persone che non hanno disponibilità, per coloro che hanno avuto un danno e non si trovano nelle condizioni di potersi avvalere di tecnici e professionisti specializzati, proprio a causa dei costi elevati. L’ascolto è la prima cosa per noi. Talvolta le vittime di malasanità brancolano nel buio oltre il dolore. Un team preparato è pronto ad accoglierle. Tenga presente che spesso ci sono soggetti che arrivano già traumatizzati. Il supporto psicologico fa parte del primo approccio. 

AVV. ENRICO MARIA CAROLI
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Avvocato Caroli trovate sempre onestà intellettuale nel comparto giudiziario?

Onestà intellettuale assolutamente sì. Altro è la competenza. Quello compete alla singola preparazione del Giudice, il quale peraltro in questo percorso deve avvalersi gioco forza dell’operato dei tecnici che dispongono di una serie di conoscenze. Molto importante è anche il ruolo dell’ausiliario a cui il giudice pone dei requisiti nell’ambito della medicina legale e della singola branca di competenza. Il giudice non dispone delle conoscenze scientifiche per potersi esprimere sull’operato dei medici ed ecco l’importanza dei consulenti tecnici. 

Tempi? Perlomeno il primo grado di giudizio….

Cerchiamo di non arrivarciproprio in giudizio. 

In quale maniera? 

Prima fra tuttela scrupolosità dell’istruttoria. Non vogliamo ingenerare false speranze. La delusione aggraverebbe ulteriormente il danno già in essere. Domande che non abbiano ottime probabilità di essere accolte non le presentiamo nemmeno. Nel momento in cui siamo pronti c’è anche la quasi certezza di un accordo prima del giudizio. Il nostro punto di forza è evitare sofferenze maggiori, un inutile strazio supplementare nelle aule giudiziarie. Teniamo sempre a mente che è una “lotta” tra un singolo e una compagnia assicurativa. Alla base di tutto c’è un lavoro trasparente che ci aiuta a comprendere se ci sono le condizioni per raggiungere il risultato sperato. 

Dati statistici? 

Il panorama è un po’ mutato con l’avvento delle compagnie di assicurazioni internazionali, anglosassoni perlopiù. Fino a 10 anni fa il 70% delle pratiche si concludevano con un accordo transattivo “bonario” ante processo. Adesso siamo scesi al 50% proprio perché ora ci troviamo con degli interlocutori non più tradizionali, ma che prediligono la dilazione del pagamento, tanto per esigenze di bilancio, quanto nella speranza che il danneggiato desista. Tendono a portarla per le lunghe, a rinviare il problema anche, paradossalmente, rischiando (in fase successiva) un risarcimento maggiore.  

Perché se ne parla poco a livello mediatico? 

Evidentemente è un argomento un po’ scomodo, sensibile. 

Numeri di attuali casi? 

Siamo attorno ai 300 mila. Ultimamente sono aumentati anche sull’onda Covid e dello stato di emergenza che ha travolto l’ordinaria amministrazione, ritardando o cancellando i controlli e gli interventi che avevano necessità di essere fatti. 

A proposito di Covid, si stanno verificando numerosi casi di danni collaterali conseguenti alla vaccinazione. Qual è la vostra posizione al riguardo?

Il nostro ordinamento regolamenta il riconoscimento di un indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze irreversibili a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati, purché provata la riconducibilità causale con l’infusione. La Corte costituzionale ha di recente ampliato il bacino dei potenziali beneficiari dell’indennizzo fino a ricomprendere anche coloro che abbiano subito danni permanenti da campagne vaccinali “non obbligatorie”, ma soltanto “raccomandate” dalle autorità statali, come appunto verificatosi nel caso del vaccino anti Covid-19. 

Il ragionamento è che in presenza di una effettiva campagna a favore di un determinato trattamento vaccinale, è naturale che si sviluppi negli individui un affidamento nei confronti di quanto consigliato dalle autorità sanitarie: e ciò di per sé rende la scelta individuale di aderire alla raccomandazione obiettivamente votata alla salvaguardia anche dell’interesse collettivo, al di là delle particolari motivazioni che muovono i singoli.

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