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Cronache
Manager narcotizza, violenta e fotografa studentessa. "Stupratore seriale"

Successivamente l'uomo, preoccupato dall'esito della perquisizione e dalle indagini in corso, ha tentato di crearsi un alibi e accusato la studentessa e la sua famiglia di un tentativo di estorsione ai suoi danni. La ragazza e i suoi genitori, da quanto si è saputo, erano amici da 10 anni dell'imprenditore. Sono in corso poi ulteriori accertamenti per identificare le altre donne che, in passato, avrebbero subito abusi sessuali da parte dell'indagato con lo stesso modus operandi. Per questo gli investigatori invitano coloro che abbiano incontrato l'imprenditore, accusando successivamente uno stato d'incoscienza, a contattare immediatamente i Carabinieri della Compagnia Milano Porta Monforte, in viale Umbria 62 a Milano. 

Stando a quanto emerso dalle indagini dei Carabinieri, infatti, il facoltoso imprenditore avrebbe abusato più di una giovane. Altre sono in fase di identificazione. Durante le perquisizioni, sui dispositivi elettronici del 50enne sarebbero state trovate fotografie di altre vittime, risalenti dal 2020 alle ultime settimane. 

Nell'ordinanza di custodia cautelare, il gip Chiara Valori spiega che "le fotografie rinvenute sui cellulari" di Antonio di Fazio "dimostrano un'evidente serialità nelle condotte, ripetute in almeno quattro occasioni negli ultimi sei mesi".

"Sono ritratte infatti - osserva ancora il giudice - giovani donne, in stato di incoscienza, denudate (...) e in alcuni casi addirittura e' visibile la mano di chi ha scattato la fotografia nell'assoluta impossibilità delle persone offese di frapporre qualunque resistenza". Foto che non hanno "nessuna spiegazione se non quella Di documentare il trofeo conquistato". Di Fazio viene definito "un moderno Barbablù". 

Inoltre, l'imprenditore aveva dei tesserini falsi che attestavano al sua appartenenza ai servizi segreti e alla Guardia Di Finanza. Da quanto apprende l'agenzia Lapresse da fonti investigative, Di Fazio sarebbe stato già condannato in passato proprio perchè, per evitare controlli stradali, era solito esibire i tesserini contraffatti, oltre ad una pistola giocattolo e al lampeggiante blu delle auto di servizio, che teneva in macchina.

 

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