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Cronache
Manette agli evasori, per Sofia Loren carcere ingiusto

Di Silvio Ceci

In questi giorni l'attenzione dei giornali si è concentrata sulle misure che l'attuale governo sta studiando per raccogliere risorse finanziarie per coprire la inarrestabile spesa pubblica. Gli argomenti - ormai ripetuti come un mantra da anni, forse troppi - sono i seguenti: in Italia c'è evasione fiscale e quindi bisogna combatterla in modo da non disperdere danaro che servirebbe allo Stato. I numeri sono sempre fantasmagorici. Quest'anno si parla di una evasione annuale di cento miliardi. Inutile dire che queste cifre sono ripetute dai politici e quindi dalla stampa senza un minimo supporto documentale.

Ed infatti nessuno cita mai alcuna fonte. Si dice solo che in Italia si evadono cento miliardi all'anno ma non si sa come il governo abbia recuperato questo dato. Ma tanto basta per giustificare misure draconiane fino all'inverosimile quali la riduzione del contante fino a mille euro (caso unico al mondo), aumentare i controlli nei confronti delle imprese e dei professionisti e, dulcis in fundo, inasprire le pene per i presunti evasori anche con l'abbassamento della soglia di punibilità penale fino a cifre minime. L'impressione incomprimibile che l'uomo comune dotato di buon senso avverte nel leggere questa girandola di notizie è quella di trovarsi in uno Stato di polizia fiscale che trova ogni pretesto per assillare il cittadino con il fine esclusivo di reperire fondi per soddisfare le esigenze non della collettività ma dell'apparato burocratico che è la vera idrovora che realmente aspira miliardi ogni anno a noi cittadini senza dare nulla in cambio. Vi è da dire che lo Stato ha avuto sempre la tendenza ad assumere atteggiamenti repressivi giungendo fino al terrorismo verso la collettività attraverso l'applicazione - mi si consenta - scellerata del diritto penale con il solo fine di creare paura nei cittadini eventualmente utilizzando volti noti per lanciare alla gente il messaggio che il fisco non fa sconti a nessuno (tranne a se stesso). In un mio precedente articolo ho ricordato il caso di cronaca di Sofia Loren la quale fu vittima del fisco nel lontano 1980 quando l'intendenza di finanza le attribuì redditi sproporzionati con le sue reali entrate.

Nel caso della Loren addirittura lo Stato è andato oltre ogni regola, giungendo finanche ad arrestarla nel 1982, in occasione peraltro della visita dell'attrice alla madre morente, e facendole scontare ben 17 giorni di carcere nel penitenziario femminile di Caserta. La vicenda, poi, si è chiusa felicemente nel 2013 con la pronuncia definitiva della Cassazione che l'ha assolta da ogni accusa. Ma ormai il danno di immagine e di dignità era già fatto e la nostra amata attrice, almeno fino alla decisione della Cassazione, ha dovuto ingiustamente sopportare l'onta di una accusa infondata. E, come sempre, nessuno dei magistrati penali e tributari coinvolti in questa vergognosa storia di ingiustizia ha pagato né finanziariamente né penalmente per le gravissime colpe di cui essi sono stati responsabili. Forse questo governo vuole commettere gli stessi errori compiuti allora, eventualmente creando altri casi di inesistente evasione per poi usarli per dare lezione ai cittadini? Come ho già scritto in precedenti occasioni, non è questa la strada corretta da percorrere. Il problema dell'Italia non è l'evasione ma gli sprechi dell'apparato.

Questo è il punto. Ed un governo seriamente impegnato a tutelare gli interessi del Paese dovrebbe intervenire alla radice del problema, compiendo i tagli necessari e dovuti, come peraltro suggerisce da anni l'Europa la quale ha più volte ribadito la necessità che il cittadino goda della massima protezione di fronte ai frequenti e diffusi abusi dell'Amministrazione finanziaria. E mentre lo Stato italiano riduce sempre più i diritti dei contribuenti, fino ad annullarli, la Corte di Giustizia Europea, proprio in questi giorni, invece ha affermato il diritto del cittadino a conoscere gli elementi sulla base dei quali l'Erario effettua le sue riprese fiscali sottolineando che "l'Amministrazione finanziaria deve far conoscere al soggetto passivo non in forma sintetica tutti gli elementi di prova e permettergli, in contraddittorio e prima dell'emissione dell'atto, di addurre le giustificazioni che ritiene opportune" (causa C-189/18). In Italia si invoca l'Europa solo quando fa comodo al 'sistema' ma mai quando è a tutela del cittadino perché è più semplice scaricare le spese sui cittadini piuttosto che intervenire sulle fonti delle perdite. Questa è la unica verità e di ciò dovrebbero essere consapevoli tutti i cittadini giacché è solo la conoscenza che ci consente di comprendere la realtà senza essere ingannati da chi vuole falsarla.

SilvioCeci@cecitax.it

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